Il regista Ethan Spaulding dà ai fan del longevo franchise un'opera che ne rielabora e rinfresca la tradizione, conservandone comunque gli aspetti più iconici e truci che l'han resa celebre
Ci sono solo una manciata di videogiochi che si sono dimostrati così duraturi da sembrar trascendere la loro prima data di uscita ed estendersi in generazioni di ulteriori capitoli e rinnovamenti. Tra questi si possono citare Super Mario della Nintendo, Sonic della SEGA, Street Fighter della Capcom e anche Mortal Kombat della Midway. Lanciato come nelle sale giochi nel lontano 1992, il picchiaduro a ‘scorrimento orizzontale’ si distinse subito sulla concorrenza per due motivi precisi: i personaggi erano versioni digitalizzate di individui reali e la violenza era amplificata da sangue, budella e devastanti ‘fatality’ ultra splatter.
Scritto da Jeremy Adams (Supernatural / Teen Titans Go! Vs. Teen Titans) e diretto da Ethan Spaulding (Batman: Assault on Arkham), il film R-Rated getta uno sguardo precedentemente mai preso in esame nella tradizione di Mortal Kombat e se gran parte dell’auspicabile caos sanguinario delizierà i vecchi fan, sarà comunque abbastanza accessibile ai neofiti che volessero avvicinarsi.
Un membro del clan ninja giapponese Shirai Ryu, Hanzo Hasashi (doppiato in originale da Patrick Seitz) viene ucciso durante un attacco del clan rivale, il Lin Kuei, i cui membri non hanno pietà nemmeno della sua famiglia. Finito nel Netherrealm, viene resuscitato come Scorpion, un essere di immensa forza, velocità e agilità. Nella sua caccia per trovare il responsabile dell’omicidio, Sub-Zero (doppiato da Steve Blum), sbarca così su un’isola di proprietà di Shang Tsung (doppiato da Artt Butler), il quale ha organizzato un torneo di arti marziali in cui si sta decidendo il destino della Terra. Con gli eroi terrestri riuniti dal protettore del Reame della Terra, Lord Raiden (Dave B. Mitchell), la domanda non è allora se Scorpion sceglierà di partecipare, ma capire per chi e per cosa combatter.
È quanto meno probabile che, se c’è la possibilità remota che abbiate voluto consapevolmente vedere Mortal Kombat Legends: Scorpion’s Revenge, di tanto in tanto siate tra coloro che urlano MORTAL KOOOMMMMBAT!!! fin dal 1992. Certo, potreste pure essere semplici amanti della violenza grafica estrema, dell’animazione per adulti o anche soltanto fan delle arti marziali, ma, la maggior parte rientrerà nella prima categoria. A loro credito, Jeremy Adams ed Ethan Spaulding fanno da subito capire agli appassionati di vecchia data che stanno per assistere al film che andavano cercando, fin da prima che il logo della Warner Bros. Animation – e Daffy Duck – scompaia del tutto dallo schermo. Poi, appena dopo un momento di calma in cui viene stabilito l’amorevole legame tra Hanzo e suo figlio, quasi a spiazzare le attese, regista e sceneggiatore scatenano uno spettacolo di brutalità che è parimenti insanguinato, macabro, eppure a malapena splatter (ma niente paura, ci sarà tempo per quello). Proprio come accaduto per Spider-Man: Un nuovo universo (la recensione), l’animazione consente di giocare per 80 minuti con il linguaggio visivo del mezzo in modi che un film ‘dal vero’ – e nemmeno i videogiochi – potrebbe eguagliare.
Non preoccupatevi però, utilizzate con delicatezze sono anche i vari tipi di ‘visione a raggi X’ (di fratture scomposte e simili) con cui i fan del franchise hanno già larga familiarità. Quindi, se avete mai visto quelle particolari mosse e pensato, “Quel tizio ora è morto!” chiaramente lo sapeva anche Jeremy Adams quando ha scritto la sceneggiatura di Mortal Kombat Legends: Scorpion’s Revenge. Oltre a ciò, i più esperti della serie riconosceranno immediatamente anche alcune battute tipiche, gli Easter Egg (come un poster di Ninja Mime), i colpi distintivi di ognuno e l’umorismo greve.
In termini di storia, Mortal Kombat Legends Scorpion’s Revenge è una miscela di qualcosa di nuovo e qualcosa di vecchio. Chiunque abbia giocato ai giochi o visto il lungometraggio della New Line del 1995 (la recensione) conoscerà i possibili punti salienti prima ancora di cominciare la visione. In molti modi, lo script rielabora il vasto materiale di partenza con ritmi leggermente diversi, col risultato che talvolta sembra effettivamente di avere un deja-vu, fermo restando che il risultato resta globalmente in qualche modo dannatamente divertente, specie grazie nel passaggio di focus su Scorpion. In genere, le storie precedenti si concentravano infatit su Raiden e / o sulla sua squadra di combattenti della Terra guidati da Liu Kang (doppiato qui da Jordan Rodrigues).
Così come il materiale di origine, Mortal Kombat Legends: Scorpion’s Revenge non si trattiene, quindi anche se pensate di sapere cosa sta per succedere, vi sorprenderà ugualmente. Ora, tenete presente che con il cambiamento ‘principale’ ne arrivano anche altri. Il più grande è che Johnny Cage, la star del cinema d’azione hollywoodiano preferita da tutti, è più una spalla comica che un abile lottatore. Può sicuramente dire la sua, ma fino a quel momento, è solo uno sbruffone e questo potrebbe offendere i fan del personaggio. Per fortuna il lavoro vocale di Joel McHale (Community) lo rende meno un bambinone e più ignaro della realtà.
Rimanendo in tema di voci, va sottolineato che molti dei personaggi sono interpretati dai doppiatori originali dei videogiochi. Grey Griffin dà voce a Kitana (Mortal Kombat X), Steve Blum dà voce a Sub-Zero (Mortal Kombat X & 11), Fred Tatasciore è più un Easter Egg mentre dà voce a Demon Torturer dopo aver doppiato Torr e Tremor in Mortal Kombat X, Patrick Seitz è stato Scorpion già in Mortal Kombat vs DC Universe del 2008, Ike Amadi scambia Shao Khan e Cyrax in Mortal Kombat 11 per Shao Khan, Dave B. Mitchell scambia Geras e Sektor in Mortal Kombat 11 per Raiden, e lo straordinario doppiatore Kevin Michael Richardson ritorna come Goro, ruolo che non ricopriva dal ’95.
Mortal Kombat Legends: Scorpion’s Revenge rientra tra i migliori prodotti della Warner Bros. Animation, tra cui rientrano anche Batman: Assault on Arkham del 2014 (il titolo da cui si è poi sviluppato il controverso Suicide Squad di David Ayer) e Green Lantern: Emerald Knights del 2011, una versione agrodolce di come avrebbe potuto essere il film Lanterna Verde di Martin Campbell dello stesso anno.
Spesso e volentieri, come la storia insegna, le controparti animate bastonano le cugine in live-action, perché godono naturalmente di molta più libertà espressiva e d’azione per raccontare una data vicenda. Anche Mortal Kombat Legends: Scorpion’s Revenge prosegue questa tradizione, offrendoci ora tutto ciò che i film dal vivo non sono stati in grado di dare al pubblico (vuoi per il budget o per l’imperizia tecnica), il tutto sorprendendo e intrattenendo il pubblico dall’inizio alla fine. E proprio come i film animati della DC instillano il desiderio di indossare un costume da cosplay e/o leggere i fumetti, il lungometraggio di Ethan Spaulding vi farà venire voglia di accendere la vostra console e unirvi subito alla lotta per proteggere il Regno della Terra o portare lo stendardo di Outworld.
Di seguito il trailer internazionale (con sottotitoli italiani) di Mortal Kombat Legends: Scorpion’s Revenge, che verrà distribuito a partire dal 16 aprile in digitale (anche in 4K UHD) e poi dal 30 aprile per il noleggio su Sky Primafila, Vvvid e Infinity: