Il regista russo esordisce al lungometraggio con un'ipercinetica dark comedy inzuppata di sangue, che mescola irriverenza e commento sociale con inusuale padronanza
Mentre chiunque può far trapelare le influenze personali nella propria arte, un discorso interamente diverso si fa quando la tua creazione è autonoma. Lo sceneggiatore e regista russo esordiente Kirill Sokolov si è mostrato aperto circa sua passione per i registi Sergio Leone (Il buono, il brutto e il cattivo), Martin Scorsese (The Departed), Park Chan-wook (Old Boy) e Quentin Tarantino (Pulp Fiction), e ciò è completamente visibile attraverso ogni centimetro di pellicola usato per il suo debutto cinematografico, Muori papà … muori! – Why Don’t You Just Die! (Papa, sdokhni). Eppure, non c’è un solo momento in cui il film non si percepisca davvero autentico e unico. Sokolov non ha semplicemente studiato i “maestri” per imitarli, ma per capire veramente il loro lavoro, tematicamente e tecnicamente. Forse è per questo che Muori papà … muori! (Why Don’t You Just Die!) è allo stesso tempo assolutamente irriverente e dannatamente serio, il cui risultato finale è un viaggio cupamente esilarante attraverso la famiglia e l’avidità.
Ci sono tre indizi, che dicono da subito allo spettatore in che tipo di film si è cacciato. Il primo è l’accompagnamento musicale quasi MIDI che si sente sui titoli di testa. È lento, ma up-beat, distribuendo bip giocosi sui credits di produzione e distribuzione. Quindi, ci viene detto che siamo nel presente e ci viene offerta una citazione dell’autore irlandese Flann O’Brien: “Non è vissuto per sapere chi fosse il vincitore”. Questi tre elementi ci dicono che gli eventi potranno farsi seri, ma mai duri, che il tempo è un’illusione da plasmare secondo il piacere della narrazione e che la vendetta è una cosa terribile che arriva a un prezzo personale. Organizzato elegantemente già prima che entri in gioco una sola linea di dialogo, Kirill Sokolov sembra quasi sfidare il pubblico a dimenticare che la violenza per amore della violenza si una cosa sbagliata. Considerando le botti di sciroppo di Karo (all’amido di mais) che il giovane regista e il suo team hanno usato nel realizzare Muori papà … muori! (Why Don’t You Just Die!), stanno chiaramente solo provando a incentivare gli spettatori a dimenticarlo, seguendo piuttosto il flusso della violenza mentre questa aumenta sempre di più.
In mezzo alla sanguinaria follia messa in scena, la giocosità che attraversa Muori papà … muori! (Why Don’t You Just Die!) appare allora nei costumi, nelle prove degli attori, nella musica, nella regia e persino nei luoghi. Non che sia una commedia vera e propria, anche se è cupamente esilarante, solo è pienamente consapevole dell’iperrealtà necessaria per raccontare questo tipo di storia che se ne frega del tempo, è semi-ultraviolenta ed è assurdamente sfrenata che funge da impalcatura alla storia. Nei costumi, è rappresentato nella felpa con cappuccio di Batman indossata da Matvey. L’eroe della DC Comics è un vigilante mascherato che elargisce giustizia per proteggere le persone facendo il lavoro sporco che nessun altro può fare per rimanere dalla parte giusta della legge. Non si tratta di una scelta casuale, e sarebbe facilmente dimenticata se non fosse per le prime parole del ragazzo: “Uno, due, tre, il male non mi toccherà” (in inglese è in rima). È ridicola da sentire, ma è anche una specie di manifesto programmatico, mentre si fa capire al pubblico che Matvey vede se stesso come il ‘giusto’ che combatte contro i malvagi.
Non è possibile che nessuno dei due sfidanti di Muori papà … muori! (Why Don’t You Just Die!) possa rimanere cosciente dopo aver perso così tanto fluido rosso (alla Tarantino), ma rende perfettamente bene l’idea di un’aspra lotta di volontà (alla Sergio Leone). Per quelli interessati alle ferite e alle loro conseguenze, Kirill Sokolov offre parecchi spunti, ma mai in modi gratuiti o inutili. In effetti, c’è un profondo disagio che deriva dall’aspettativa che il regista russo crea con la violenza di ciò che il pubblico ‘pensa’ accadrà, contro ciò che invece accade. Quella spinta opposta di aspettative e messa in realizzazione effettiva è parte del motivo per cui anche i momenti più tranquilli mantengono il pubblico ipnotizzato e sull’attenti.
Sono stili davvero disparati, eppure lavorano così magnificamente con gli elementi visivi, narrativi e le prove del cast da rafforzare la risposta emotiva dal pubblico. Guardare una individuo ammanettato che lotta, si alzai, cade, lotta ancora e si rialza mentre cerca un appiglio in uno spazio chiuso intanto che suona una canzone in stile Morricone, è allo stesso tempo una scena di grande euforia a causa della portata comica della fisicità messa in campo e di aumento della tensione resa ancora più grande dall’accompagnamento musicale. Se il folk-klezmer-punk rock irlandese significa caos sfrenato, l’altra partitura evidenzia il potere della volontà di fronte a un grave danno personale.
In definitiva, Muori papà … muori! (Why Don’t You Just Die!) è memorabile per una serie di motivi, ma non è certo perfetto. Un aspetto negativo dell’apertura ad alto numero di ottani è infatti che subito dopo è inevitabile un profondo calo di eccitazione, utile per capire meglio cosa sia successo a mettere Matvey sul suo inesorabile cammino di vendetta. Questo inavvertitamente finisce per cullare il pubblico mentre l’adrenalina si affievolisce. Inoltre, la narrazione si fa sempre più complicata nello sforzo di mantenere le cose semplici, che richiede una grande quantità di passaggi per allontanarsi dagli eventi del prologo prima che risalga a quei livelli nella conclusione parimenti esaltante. In ogni caso, arrivare in fondo significa partecipare a un’esperienza cinematografica indimenticabile e, considerato che si tratta di un’opera prima, non resta che da chiedersi cosa mai potrà fare ora Kirill Sokolov per confermare il suo talento.
In attesa di vederlo direttamente in home video dalle nostre parti, di seguito trovate intanto il trailer internazionale (con sottotitoli inglesi) di Muori papà … muori! (Why Don’t You Just Die!):