Titolo originale: Папа, сдохни , uscita: 13-08-2018. Regista: Kirill Sokolov.
Muori papà … muori! (Why Don’t You Just Die!) | Recensione del film di Kirill Sokolov
22/04/2020 recensione film Muori papà... muori! - Why Don't You Just Die! di William Maga
Il regista russo esordisce al lungometraggio con un'ipercinetica dark comedy inzuppata di sangue, che mescola irriverenza e commento sociale con inusuale padronanza
Mentre chiunque può far trapelare le influenze personali nella propria arte, un discorso interamente diverso si fa quando la tua creazione è autonoma. Lo sceneggiatore e regista russo esordiente Kirill Sokolov si è mostrato aperto circa sua passione per i registi Sergio Leone (Il buono, il brutto e il cattivo), Martin Scorsese (The Departed), Park Chan-wook (Old Boy) e Quentin Tarantino (Pulp Fiction), e ciò è completamente visibile attraverso ogni centimetro di pellicola usato per il suo debutto cinematografico, Muori papà … muori! – Why Don’t You Just Die! (Papa, sdokhni). Eppure, non c’è un solo momento in cui il film non si percepisca davvero autentico e unico. Sokolov non ha semplicemente studiato i “maestri” per imitarli, ma per capire veramente il loro lavoro, tematicamente e tecnicamente. Forse è per questo che Muori papà … muori! (Why Don’t You Just Die!) è allo stesso tempo assolutamente irriverente e dannatamente serio, il cui risultato finale è un viaggio cupamente esilarante attraverso la famiglia e l’avidità.
Ambientata quasi interamente in una location sola, la storia è incentrata su Matvey (Aleksandr Kuznetsov), il quale viene convinto dalla sua ragazza, Olya (Evgeniya Kregzhde), ad uccidere il padre di leri, Andrey (Vitaliy Khaev). Le sue ragioni sono molto personali e il suo desiderio di aiutarla è puro; tuttavia, quello che dovrebbe essere un semplice atto di vendetta guidato dall’amore prende una piega terribilmente sbagliata quando Matvey perde completamente il senso della misura quasi non appena entra nell’appartamento di Andrey. Mentre i due uomini lottano per avere la meglio, Matvey scopre che le cose sono ben più complicate di quanto immaginasse e che non c’è via d’uscita se non affrontandole di petto.
Ci sono tre indizi, che dicono da subito allo spettatore in che tipo di film si è cacciato. Il primo è l’accompagnamento musicale quasi MIDI che si sente sui titoli di testa. È lento, ma up-beat, distribuendo bip giocosi sui credits di produzione e distribuzione. Quindi, ci viene detto che siamo nel presente e ci viene offerta una citazione dell’autore irlandese Flann O’Brien: “Non è vissuto per sapere chi fosse il vincitore”. Questi tre elementi ci dicono che gli eventi potranno farsi seri, ma mai duri, che il tempo è un’illusione da plasmare secondo il piacere della narrazione e che la vendetta è una cosa terribile che arriva a un prezzo personale. Organizzato elegantemente già prima che entri in gioco una sola linea di dialogo, Kirill Sokolov sembra quasi sfidare il pubblico a dimenticare che la violenza per amore della violenza si una cosa sbagliata. Considerando le botti di sciroppo di Karo (all’amido di mais) che il giovane regista e il suo team hanno usato nel realizzare Muori papà … muori! (Why Don’t You Just Die!), stanno chiaramente solo provando a incentivare gli spettatori a dimenticarlo, seguendo piuttosto il flusso della violenza mentre questa aumenta sempre di più.
In mezzo alla sanguinaria follia messa in scena, la giocosità che attraversa Muori papà … muori! (Why Don’t You Just Die!) appare allora nei costumi, nelle prove degli attori, nella musica, nella regia e persino nei luoghi. Non che sia una commedia vera e propria, anche se è cupamente esilarante, solo è pienamente consapevole dell’iperrealtà necessaria per raccontare questo tipo di storia che se ne frega del tempo, è semi-ultraviolenta ed è assurdamente sfrenata che funge da impalcatura alla storia. Nei costumi, è rappresentato nella felpa con cappuccio di Batman indossata da Matvey. L’eroe della DC Comics è un vigilante mascherato che elargisce giustizia per proteggere le persone facendo il lavoro sporco che nessun altro può fare per rimanere dalla parte giusta della legge. Non si tratta di una scelta casuale, e sarebbe facilmente dimenticata se non fosse per le prime parole del ragazzo: “Uno, due, tre, il male non mi toccherà” (in inglese è in rima). È ridicola da sentire, ma è anche una specie di manifesto programmatico, mentre si fa capire al pubblico che Matvey vede se stesso come il ‘giusto’ che combatte contro i malvagi.
Si tratta di tematiche apparse nelle opere dei registi preferiti di Kirill Sokolov sopra citati e lui le padroneggia a piacimento con una destrezza impressionante. In termini di macelleria, proprio come in un film di Martin Scorsese, la violenza elargita ai personaggi è realistica, ma, prendendo spunto dal cinema di Quentin Tarantino, la reazione a tale ferocia è esagerata e irrealistica. Prendete, ad esempio, il combattimento iniziale tra Matvey e Andrey che si svolge prima che appaia il titolo del film: i due uomini si scambiano colpi in modo drammaticamente crescente e che si sente profondamente umano, mentre ognuno lotta per usare ciò che li circonda per pestare l’altro. È comico osservarli mentre monta la loro disperazione, ma quando l’uno o l’altro va a segno, la patina comica cessa mentre il sangue si riversa copioso dalle ferite alla testa e dalle lacerazioni facciali.
Non è possibile che nessuno dei due sfidanti di Muori papà … muori! (Why Don’t You Just Die!) possa rimanere cosciente dopo aver perso così tanto fluido rosso (alla Tarantino), ma rende perfettamente bene l’idea di un’aspra lotta di volontà (alla Sergio Leone). Per quelli interessati alle ferite e alle loro conseguenze, Kirill Sokolov offre parecchi spunti, ma mai in modi gratuiti o inutili. In effetti, c’è un profondo disagio che deriva dall’aspettativa che il regista russo crea con la violenza di ciò che il pubblico ‘pensa’ accadrà, contro ciò che invece accade. Quella spinta opposta di aspettative e messa in realizzazione effettiva è parte del motivo per cui anche i momenti più tranquilli mantengono il pubblico ipnotizzato e sull’attenti.
Anche se ad attrarvi in primo luogo fosse stata la violenza ai limiti dello splatter paventata nei trailer, ciò che vi spingerà a portare a termine la visione di Muori papà … muori! (Why Don’t You Just Die!) è tutt’intorno. Kirill Sokolov – con 700.000 dollari di budget – ha realizzato un film a strati, e ognuno recita una parte precisa. La colonna sonora, ad esempio, è uno strano personaggio senza nome. C’è la musica di apertura, che oltre ai titoli di testa ritorna frequentemente nei momenti più bizzarri del film. Più tardi, qualcosa di simile a un amalgama di folk irlandese, klezmer e punk rock sottolinea la zuffa; mentre qualcosa di simile a una melodia di Ennio Morricone suona quando la situazione diventa davvero tesa.
Sono stili davvero disparati, eppure lavorano così magnificamente con gli elementi visivi, narrativi e le prove del cast da rafforzare la risposta emotiva dal pubblico. Guardare una individuo ammanettato che lotta, si alzai, cade, lotta ancora e si rialza mentre cerca un appiglio in uno spazio chiuso intanto che suona una canzone in stile Morricone, è allo stesso tempo una scena di grande euforia a causa della portata comica della fisicità messa in campo e di aumento della tensione resa ancora più grande dall’accompagnamento musicale. Se il folk-klezmer-punk rock irlandese significa caos sfrenato, l’altra partitura evidenzia il potere della volontà di fronte a un grave danno personale.
In definitiva, Muori papà … muori! (Why Don’t You Just Die!) è memorabile per una serie di motivi, ma non è certo perfetto. Un aspetto negativo dell’apertura ad alto numero di ottani è infatti che subito dopo è inevitabile un profondo calo di eccitazione, utile per capire meglio cosa sia successo a mettere Matvey sul suo inesorabile cammino di vendetta. Questo inavvertitamente finisce per cullare il pubblico mentre l’adrenalina si affievolisce. Inoltre, la narrazione si fa sempre più complicata nello sforzo di mantenere le cose semplici, che richiede una grande quantità di passaggi per allontanarsi dagli eventi del prologo prima che risalga a quei livelli nella conclusione parimenti esaltante. In ogni caso, arrivare in fondo significa partecipare a un’esperienza cinematografica indimenticabile e, considerato che si tratta di un’opera prima, non resta che da chiedersi cosa mai potrà fare ora Kirill Sokolov per confermare il suo talento.
In attesa di vederlo direttamente in home video dalle nostre parti, di seguito trovate intanto il trailer internazionale (con sottotitoli inglesi) di Muori papà … muori! (Why Don’t You Just Die!):
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