L'attrice è al centro - con Katrina Bowden - di un thriller exploitation che gioca col feticismo, tanto pruriginoso quanto assurdo
Che cos’è la ‘exploitation legittima’? È una domanda strana, perché per sua stessa natura l’exploitation è ‘illegittima’ – stiamo parlando naturalmente di quei film realizzati semplicemente far cassa cavalcando certe tendenze del momento o che puntano a un pubblico molto specifico. Ma quando parliamo di ‘film di exploitation’, di solito ci riferiamo a una precisa epoca d’oro in cui i produttori elargivano denaro ai registi per girare tutto ciò che essi volessero, purché fossero messi in mostra abbastanza seni e sufficiente violenza da popolare un fantastico trailer di lancio. I risultanti – nei migliori dei casi – erano così oggetti bizzarri, non incasellabili in un genere, molto personali, ai limiti del fetish, che non erano sempre tecnicamente all’altezza ma che mettevano sul piatto sempre intuizioni impensabili e che offrivano così uno sguardo sulla mente che le aveva immaginate.
Paz de la Huerta è Abigail, un’infermiera che, nel tempo libero, uccide brutalmente uomini che tradiscono le loro mogli. Curiosamente, questa non è però la vera premessa del film, è più un dettaglio sulla caratterizzazione del personaggio. La vera premessa è che Abigail fa da mentore a una nuova collega, Danni (Katrina Bowden), e si innamora un po’ troppo di lei. Abbie droga Danni e la porta a letto, ma quando Danni si riprende si mostra inorridita e si precipita di nuovo tra le braccia del suo fidanzato (Corbin Bleu, High School Musical). Dopo essere stata respinta, Abbie decide allora di spostare la sua rabbia omicida sull’oggetto del suo ardente desiderio.
Se Brian De Palma avesse diretto Nurse – L’infermiera, il risultato probabilmente avrebbe potuto essere qualcosa di straordinario. Nelle mani di Doug Aarniokoski (Highlander: Endgame) diventa più che altro un pruriginoso guilty pleasure. Il film è a cavallo tra il serio e il faceto in tutti i modi giusti possibili, non essendo mai ironico ma anche non prendendosi troppo sul serio.
Va dato qualche credito anche al direttore della fotografia Boris Mojsovski per alcune composizioni sorprendenti e ben realizzate, come una scena in cui Abbie guarda Danni nelle docce dell’ospedale o quando le due corrono giù per una scala a chiocciola. Purtroppo, molte delle sequenze tra questi meravigliosi apici sono al contrario alquanto piatte illuminate con rossi sgargianti e blu degni di un episodio televisivo di Creepshow.
Ciò non toglie che Nurse – L’infermiera sia un vero spasso. È assolutamente esagerato, e anche se ha dei veri e propri punti di stanca, alla fine è così folle – come quando Abbie decide di dare sfogo ai suoi istinti nel reparto di terapia intensiva durante un inseguimento – che non si può alzarsi in piedi ad applaudire quasi stessimo assistendo a una proiezione grindhouse nel 1974. E guardarlo in (numerosa) compagnia regala sicuramente molte più soddisfazioni.
Non c’è un dialogo che esca dalla sua bocca che suoni naturale; parla costantemente come se fosse un alieno che non capisce l’umanità in cui si imbatte e la parte migliore è che ogni personaggio interagisce con lei come se fosse un vero essere umano, non sembrando mai notare il suo modo pomposo e bizzarre di parlare o lo sguardo torvo e statico che fa passare reali emozioni. Di conseguenza, tutti quelli che la circondano vengono immediatamente elevati a maestri del metodo Stanislavskij e il risultato di questo scontro tra titani è sconcertantemente elettrizzante, indescrivibilmente assurdo.
Abbie ha una voce fuori campo; è la parte più consapevole del film ed è ciò che fa scivolare Nurse – L’infermiera nel camp. Sembra inoltre che potrebbe essere stata aggiunta in seguito; Abbie uccide un ragazzo e il voice over ci rivela che è così lui è stato finalmente in grado di darle un orgasmo, ma Paz de la Huerta sta lì in piedi, più esanime del solito. Suona come se fosse stato registrato da qualcuno di diverso dall’attrice. È davvero magico.
Non c’è alcuno modo di affermare con fermezza che Nurse – L’infermiera sia un buon film in senso lato, ma è esattamente quel tipo di ‘film brutto’. È sordido, ma spesso senza essere sexy (Paz de la Huerta va in giro nuda dalla vita in giù così spesso che presto perde di qualsiasi impatto). Tuttavia, è veramente ‘incredibile’, assolutamente sopra le righe, e occasionalmente è così ben girato e fotografato che in realtà si rimane sconvolti dalla transizione tra i diversi set impiegati. È quel tipo di film osceno che un certo tipo di intenditore esigente brama.
Di seguito il trailer internazionale di Nurse – L’infermiera: