Oceania: incontro con Osnat Shurer, produttrice del film di Natale della Disney
29/09/2016 news di Alessandro Gamma
Abbiamo visto in anteprima alcune clip e scoperto qualcosa in più sulla lavorazione, dalla scelta di Dwayne Johnson e Auli’i Cravalho come doppiatori al rispetto della cultura del sud del Pacifico, passando per i terribili kakamora
Questa mattina eravamo presenti al cinema Orfeo di Milano, dove la produttrice Osnat Shurer ha presentato in anteprima alla stampa alcune sequenze tratte da Oceania, il nuovo film di avventura dei Walt Disney Animation Studios che arriverà nelle sale italiane il 22 dicembre, anche in 3D.
Prima di unirsi ai Walt Disney Animation Studios come Head of Development, la Shurer ha lavorato diversi anni come produttrice esecutiva per cortometraggi dei Pixar Animation Studios candidati agli Oscar® come One Man Band, Stu – Anche un Alieno Può Sbagliare e L’Agnello Rimbalzello.
Diretto dal duo formato da Ron Clements e John Musker (La Sirenetta, Aladdin, La Principessa e il Ranocchio), l’opera – ispirata in parte ai racconti della tradizione orale dei popoli e delle culture delle isole del Pacifico – porterà sul grande schermo un’avventura incentrata sulla vivace adolescente Vaiana, che s’imbarca in una coraggiosa missione per salvare il suo popolo. Durante il viaggio s’imbatterà nel semidio in disgrazia Maui che la guiderà nella sua ricerca per diventare una grande esploratrice. Insieme, i due attraverseranno l’oceano in un viaggio pieno d’azione, che li porterà ad affrontare enormi creature feroci e ostacoli impossibili e, lungo il percorso, Vaiana porterà a compimento l’antica ricerca dei suoi antenati e troverà l’unica cosa che ha sempre desiderato: la propria identità.
Ecco quello che ha raccontato Osnat Shurer ai giornalisti presenti.
Può dirci qualcosa di più sulla tecnica usata in Oceania e soprattutto di come avete animato il Mare, un vero e proprio personaggio a quanto si può vedere
Chi si intende un po’ di animazione sa bene che l’acqua è uno degli elementi più difficili da realizzare, a causa del modo in cui si muove e per come si comporta. Nel caso di Oceania, ben l’85% delle scene hanno a che fare con l’acqua, per cui abbiamo avuto necessità di lavorare con tre diversi programmi. E’ stato creato un programma per realizzare gli effetti del mare da lontano, per quello un po’ più vicino e per quello molto vicino, a riva, perchè l’acqua si comporta in tre modi differenti a seconda del caso. A questo punto abbiamo quindi messo insieme le tre tecniche per aver appunto un’idea complessiva di come il mare si sarebbe mosso. Il Mare diventa così un vero e proprio personaggio in effetti, tanto che – al contrario del solito e proprio per questo motivo – abbiamo lavorato contemporaneamente sugli effetti dell’acqua fin dall’inizio, mentre stavamo animando gli altri protagonisti.
Nel film c’è un’eroina adulta, che ricorda la Merida di Ribelle della Pixar. Sa dirci se è ancora presente un confine, almeno a livello di personaggi, tra film Pixar e Disney?
Ho lavorato per la Pixar prima di passare alla Disney, e devo dire che in effetti non ci sono grandi differenze. Le differenze stanno tutte nei registi, quindi nella leadership creativa che ciascun regista intende portare al suo lavoro. Sicuramente trovo che Vaiana sia un personaggio piuttosto unico nel panorama dei personaggi femminili sia Disney che Pixar, perchè rappresenta l’eroina della storia e presenta un mix di caratteristiche interessanti. Da un parte è compassionevole, dall’altra è molto determinata e forte.
Ci può dire qualcosa dell’animazione dei tatuaggi di Maui e di come è stato lavorare con Eric Goldberg?
Si tratta di un’interessante combinazione di effetti d’animazione tradizionale con quelli legati più all’uso dei computer. I tatuaggi si prestavano molto bene a un’animazione tradizionale, ma abbiamo accettato la sfida di far muovere i disegni in 2D sul corpo di un personaggio che è invece interamente realizzato al computer. Se si guarda bene poi, i tatuaggi si muovono ‘sotto’ la pelle.
Nei classici Disney è importante sia la storia narrata sia il contesto storico. La storia di Oceania sembra invece fiori dal tempo…
In realtà la storia si svolge 2000 anni fa. Studiosi e archeologi ci raccontano che i polinesiani furono in popolo di grandi navigatori e che a un certo punto questi loro viaggi si interruppero per moltissimo tempo senza unna spiegazione dopo che giunsero a quelle che sono le isole Fiji. Poi i viaggi ripresero, ma la nostra storia si svolge prima. Siamo stati molto attenti a rappresentare elementi che fossero realmente presenti in quella precisa epoca, anche se non è stato facile perchè le tradizioni sono prevalentemente orali. Sappiamo quali piante ci fossero, quali fiori, quali cibi si mangiavano in questi posti, anche se ovviamente abbiamo aggiunto un tocco contemporaneo.
I kakamora sembrano molto carini ma anche molto cattivi da quello che abbiamo visto. Ce ne può parlare?
Voglio intento chiarire che non sono noci di cocco, ma sono personaggi – di cui non conosciamo bene il vero aspetto – che indossano noci di cocco come armature. Sappiamo che il cocco è molto importante in queste isole, si mangia, viene usato per costruire utensili… Inoltre esiste una leggenda riguardante questi piccoli esseri – i kakamora appunto – dei quali non ci sono descrizioni dettagliate. Non sono cattivi… sono più degli esserini che si arrangiano con quello che trovano e vivono di espedienti, e come tutti gli altri sono alla ricerca del ‘cuore dell’Isola’ custodito da Vaiana. E chi lo sa, forse ne sentiremo parlare ancora…
Che criteri avete usato per la scelta dei doppiatori, considerando che l’aspetto linguistico e musicale sembra molto importante?
Per Maui abbiamo sempre avuto in mente Dwayne Johnson, che oltre a essere un grande attore con grandi tempi comici, ha anche origini samoane da parte di madre. Per Vaiana abbiamo invece provinato centinaia di voci. Doveva essere una ragazza dell’età di Vaiana – 16 anni – che sapesse cantare e recitare e possibilmente fosse originaria del sud del Pacifico. Quasi alla fine abbiamo trovato Auli’i Cravalho, e la cosa più incredibile è stata incontrarla di persona e scoprire quanto fosse simile al personaggio, che però è stato già disegnato così com’è molto tempo prima! Tra l’altro compirà 16 anni proprio il giorno prima dell’uscita del film.
Come avete coinvolto Taika Waititi nella sceneggiatura?
Sicuramente Taika ha avuto un ruolo molto importante. In generale abbiamo cercato di lavorare quanto più possibile con persone provenienti dalle isole del Pacifico. Un gruppo di ricerca ha verificato e approfondito la cultura locale, lavorando a stretto contatto con linguisti e tatuatori locali ad esempio. Ci siamo fatti ingoiare letteralmente dalla cultura di quei luoghi, come ci aveva chiesto il primo giorno un anziano del posto.
In attesa di vedere Oceania, Disney ha diffuso il nuovo trailer (di seguito) e il nuovo poster (qui sopra) italiani, che ci presentano i simpatici protagonisti del film:
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