Un action europeo coerente, tra virtuosismi fisici e fragilità drammaturgica
Con Proiettile vagante 3 (Balle perdue 3), Guillaume Pierret conclude la sua trilogia action su Lino, ex detenuto e meccanico-genio, con un film che incarna simultaneamente le vette e le debolezze di un cinema europeo sempre più modellato dalle logiche di Netflix.
Mentre le due precedenti pellicole avevano definito un’identità visiva fondata su stunt pratici, sequenze d’inseguimento elaborate e un’estetica metallica da garage thriller, questo capitolo finale tenta di chiudere il cerchio narrativo con ambizioni maggiori, pur rimanendo vincolato a una concezione del genere che privilegia l’accelerazione cinetica rispetto alla profondità drammaturgica.
La regia di Pierret, coadiuvata dal montaggio ipercinetico di Sophie Fourdrinoy, continua a distinguersi per la sua competenza coreografica. Le sequenze d’azione – in particolare gli inseguimenti su due e quattro ruote, i combattimenti corpo a corpo sui mezzi pubblici e l’improbabile collisione tra camion e elicotteri – sono concepite con un’energia fisica che ricorda il miglior cinema d’azione pre-digitale.
Narrativamente, Proiettile vagante 3 raccoglie le eredità aperte nei capitoli precedenti – l’assassinio di Charas, la fuga di Areski, la corruzione sistemica nelle forze dell’ordine – e cerca di chiuderle attraverso un intreccio di alleanze instabili, tradimenti e rincorse.
Lino, interpretato con muscolare sobrietà da Alban Lenoir, è un protagonista fisico, spesso mutico, la cui evoluzione drammatica viene compressa tra le accelerazioni narrative. I dialoghi sono funzionali, i legami affettivi abbozzati, e la dimensione etica del conflitto – tra “onesti criminali” e “poliziotti corrotti” – è più suggerita che sviluppata. L’effetto è quello di una mitologia proletaria interrotta: Fast & Furious senza la retorica della famiglia, John Wick senza l’estetica barocca del lutto.
Non mancano, tuttavia, tentativi di inserire il racconto in una cornice più ampia e ambiziosa. La sceneggiatura di Pierret e Caryl Férey inserisce elementi di critica istituzionale, evocando scandali internazionali e giochi politici che superano la vendetta personale del protagonista. Lungi dall’essere un puro esercizio pirotecnico, il film flirta con un immaginario di crisi sistemica in cui le distinzioni morali tra giustizia e crimine si sfaldano.
Ma tali suggestioni restano episodiche, sacrificate sull’altare del ritmo e della leggibilità. Ogni potenziale riflessione è immediatamente assorbita dal dinamismo del montaggio, che impone una fruizione frammentaria e adrenalinica, coerente con i codici della serialità da streaming.
Sul piano interpretativo, Proiettile vagante 3 conferma il carisma fisico di Lenoir, che unisce la presenza scenica di un action hero classico alla vulnerabilità di un uomo segnato dalla perdita. Tuttavia, la sua gamma espressiva limitata – deliberata o no – contribuisce a mantenere il film in una zona emotiva grigia.
Più interessante è allora il lavoro di Nicolas Duvauchelle (Areski), la cui ambiguità morale si riflette in una recitazione nervosa e sfuggente, o quello di Stéfi Celma (Julia), la cui figura emerge come punto d’equilibrio tra fedeltà affettiva e istinto di sopravvivenza. Nel complesso, però, i personaggi restano archetipi funzionali, più che figure drammatiche complesse.
Il merito maggiore del film, e della trilogia in generale, è forse quello di aver articolato un modello di action europeo autonomo, radicato in territori e corpi locali (la Francia meridionale, i veicoli modificati, il corpo stanco e segnato di Lino), ma capace di dialogare con le grammatiche globali del genere.
In un panorama dominato da franchise tentacolari e serialità infinite, Balle perdue ha rappresentato un caso raro di coerenza produttiva e crescita qualitativa, malgrado gli evidenti limiti narrativi. L’operazione si chiude quindi non come un fallimento, né come un trionfo, ma come una testimonianza di cosa può essere – e non essere – un action contemporaneo nel contesto post-industriale delle piattaforme.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Proiettile vagante 3, su Netflix dal 7 maggio: