C'è lo Studio Trigger dietro l'opera che prova a ridefinire in modo roboante e coloratissimo l'estetica classica degli anime con i robottoni
Un uomo su una metropolitana affollata; un automobilista imprigionato nel traffico; una donna picchiata dal marito. Da una metropoli all’altra cresce la rabbia negli individui, per ciascuno generata da un principio diverso. Poi esplode impetuosa e improvvisa. Un incendio digitale che origina in una flebile fiamma e il grande schermo divampa di poligoni rossi, fuoco liquido che dilaga e acceca, stordendo. È l’essenza della forma, uno scheletro prospettico che gradualmente cresce sulle tre dimensioni, divenendo quasi figurazione astratta. Così si apre a effetto Promare (プロメア Puromea).
La storia di Promare è – a essere eufemistici – semplificata, per non dire semplicistica, il concept non brilla certo né per originalità, né per approfondimento. Al contrario, è più una frenetica successione di eventi funzionali allo spettacolo orchestrato dal regista. Lo sguardo vince sul senso, mentre il nucleo della narrazione passa in secondo piano, consistendo più che altro in uno scontro tra i mutanti (con tanto di riflessioni ridotte all’osso), sulla loro diversità e la relativa segregazione (ampiamente già esplorate in X–Men e simili), e i Mecha di una versione de-problematizzata di Neon Genesis Evangelion.
La vicenda si apre con un evento sconvolgente: i Burnish, esseri umani capaci di una potentissima forma di autocombustione, hanno d’improvviso iniziato a bruciare intere città, seminando il terrore. Fortunatamente, la crisi è stata contenuta e dopo trent’anni dalla catastrofe il mondo riesce a contenere la loro furia incendiaria. In prima linea combattono Galo Thymos, un ‘pompiere’ idealista che ha fatto dello spegnere incendi la sua ragione di vita e il suo team, la ‘Burning Rescue’. Tuttavia, quando il protagonista s’imbatte in Lio Fotia, il leader dei Mad Burnish, scoprirà che la verità è assai differente da quello che gli è stata propinata e che dietro all’apparente pace sociale che regna a Primeopolis si cela un terribile segreto. Saranno davvero Burnish il nemico contro cui scontrarsi?
Qualche intuizione ‘adulta’ indubbiamente c’è: dall’incipit di Promare, con tanto di esplosioni igniformi attraverso cui si concretizzano la rabbia e l’odio, l’idea che sia una forma di energia sfruttabile, l’accettazione del diverso che si presenta come minaccia, nonché alcuni dilemmi morali ‘apocalittici’. Il problema è che tutto in fin dei conti è affrontato in modo estremamente superficiale e ‘passeggero’ e ogni questione vitale e all’apparenza di difficile soluzione si risolve su due piedi, senza nemmeno ben motivarne il processo. Ogni passaggio dello sviluppo narrativo è limitato al minimo e gli spunti, che qua e là emergono lungo il minutaggio, sembrano solo il connettore tra uno scontro stupefacente o una catastrofe su larga scala concretizzati con sfoggio virtuosistico di abilità animata. Allo stesso modo, le psicologie dei personaggi sono elementari, monolitiche, a partire dal protagonista Galo Thymos, ostinatamente buono e ottimista, oltre ogni ragionevolezza.
Vista l’ingenuità con cui si approccia il racconto (sono i ragazzini – che, possibilmente, hanno già familiarità con i prodotti dello studio Trigger – il pubblico target prediletto), per non parlare dei dialoghi, meglio sarebbe stato a questo punto aver eliminato del tutto i punti più spinosi e concentrarsi solamente sul vero cuore di Promare, ovvero la sua eccezionale componente visiva, senza dilungarsi in altro.
Detto ciò, col suo stile unico, la stilizzazione estrema e i colori squillanti – a tratti vicino alla grafica a 360° dei videogame (come sottolineano spesso anche le musiche elettroniche) – Promare è capace di ridefinire il cinema d’animazione nipponico con i ‘robottoni’, spingendosi oltre ogni confine già fissato. Gli estimatori di anime sperimentali quindi, o comunque coloro che apprezzano battaglie pirotecniche con tanto di pugni e calci stroboscopici, fiamme, esplosioni, ghiaccio e molto altro, non potranno che trovare nelle quasi 2 ore di Promare un intrattenimento sfiancante, ma molto appagante.
In attesa dell’uscita nelle sale italiane via Nexo Digital e Dynit nei soli giorni del 3, 4 e 5 febbraio, di seguito trovate il trailer italiano di Promare: