Il regista dell'immaginifico Triangle stavolta delude, con un thriller dal meccanismo narrativo ardito, ma incapace di coinvolgere lo spettatore
Meno visionario dei precedenti lavori di Christopher Smith (Triangle, Black Death), Detour – Fuori Controllo ripropone in maniera depotenziata un concept piuttosto banale, reso solo un po’ più complesso da una struttura temporale macchinosa, che in questo caso non è riuscita come in passato.
Questo occupa, in maniera estremamente dilungata, il filone narrativo principale, ma, in uno svolgimento tutt’altro che lineare, si alterna con un ritmo costante a una versione alternativa dei fatti, inizialmente quello che parrebbe essere successo se Harper non fosse mai partito nel viaggio in macchina. Un meccanismo di primo acchito simile a uno Sliding Doors declinato al thriller, assistiamo al protagonista e al suo doppio, l’uno in casa alle prese con l’odiato patrigno, l’altro in un grottesca gita in auto con un losco e sconclusionato individuo e la sua donna alla volta della città del Nevada, all’apparenza in ambedue i casi in un succedersi di ineluttabili eventi.
Tuttavia, la narrazione di Detour – Fuori Controllo è più complessa di così, procede gradualmente, a incastro, ad ogni scena si dipana uno ulteriore strato del racconto che concorre a definire a sua volta un complesso dispositivo, composto da una silloge di singoli atti non consequenziali eppure interdipendenti, fino a svelare un disegno generale più ampio. Nulla è ciò che appare e la verità è scoperta dallo spettatore pian piano, in un iter già sperimentato in Triangle (2009), ma con un epilogo ben diverso, meno potente e meno surreale. Uno sprovveduto studente di legge così si rivela molto più scaltro di come presentato all’inizio, in una apologia del delitto perfetto, in cui Johnny Ray è solo una pedina che crede di avere il controllo. L’intero film è cosparso di indicatori che ci ammoniscono e, prestandovi attenzione, l’apertura stessa ambientata in un’aula universitaria, dove il professore spiega come sia possibile sfuggire alla pena di morte, rappresenta una vera e propria anticipazione su ciò che accadrà in seguito.
Nemmeno quivi però risiede la radice del problema, ma nella noia! In un’accoppiata letale di personaggi e trama poco coinvolgenti, siamo chiamati a seguire una sequela di tipi prototipici, maschere prevedibili che agiscono secondo uno schema dato in una pellicola che procede a singhiozzi e sembra non voler finire mai.
Di seguito il trailer internazionale di Detour – Fuori Controllo: