Recensione fumetto | Aliens – Grandi Maestri vol. 2 + RoboCop – Vivo o Morto vol. 1
15/07/2019 news di Redazione Il Cineocchio
Saldapress continua nell'operazione di riscoperta di preziose storie legate all'universo degli Xenomorfi, affiancando ora quelle del paladino della Detroit del futuro, con un racconto che è il sequel diretto al primo film del 1987
A qualche mese dall’uscita del primo volume (la recensione), Saldapress porta nelle fumetterie Aliens – Grandi Maestri vol. 2 (pagg. 168, euro 24,90), cartonato in cui sono raccolti altri piccoli e grandi classici che hanno fatto la storia dell’Aliens Universe by Dark Horse, a partire da Caos Totale, storia scritta da Mark Schulz che ha visto avvicendarsi ai disegni oltre 40 straordinari disegnatori, da Moebius e Arthur Adams, fino a Mark A. Nelson, Sean Philips e Mike Allred. Un vero e proprio tour de force, seguito da altre 7 storie e da una preziosa cover gallery.
Ma andiamo a commentare gli 8 racconti fanta-horror.
Caos Totale (Aliens: Havoc, 1997) di Mark Schulz.
Presentato con uno stile decisamente distintivo, l’azione è sempre vissuta attraverso una prospettiva in prima persona dal punto di vista di un personaggio che sta al di fuori della vignetta. Una scelta ardita che da sola vale la lettura delle oltre 40 pagine complessive, che ha garantito una sfida creativa non da poco e richiesto una notevole pianificazione editoriale per mantenere il POV, portando alcuni degli artisti coinvolti a ripensare e ritornare sui propri passi in qualche caso.
L’occasione di una vita (Aliens: Once in a lifetime, 1999) di Phil Amara, Mark Schultz e Rick Leonardi.
Qualche curiosità su questa storia di 10 pagine: è in uno dei sette fumetti di Aliens disegnati in bianco e nero che non sono mai stati ristampati a colori. Inoltre, il pianeta Tirgu-Mires, che ospita il solitario Alveare di Xenomorfi studiato da Geholgod in L’occasione di una vita, appare in una precedente pubblicazione one-shot, intitolata Aliens: Wraith.
Stagione turistica (Aliens: Tourist Season, 1998) di Beau Smith e Gray Morrow.
Altra storia in 12 pagine completamente lasciata in bianco e nero, si fa ricordare perché è ambientata su un pianeta “a tema” progettato per imitare la vita nel vecchio West, in cui una città di frontiera è assediata dagli Xenomorfi.
Gli dei antichi (Aliens: Elder Gods, 1997) di Nancy A. Collins e Leif Jones.
Racconto breve di 16 pagine in bianco e nero, già dal titolo lascia intuire la grande influenza delle opere dello scrittore H. P. Lovecraft, in particolare dei suoi “Miti di Cthulhu” (su cui si basa il dio immaginario “Tulitu”).
Cacciatore (Aliens: Stalker, 1998) di David Wenzel e Tracey Munsey.
Presenta una peculiarità non da poco tra i fumetti dedicati ad Aliens, in quanto è una delle poche storie ambientate nel passato dell’umanità piuttosto che nel futuro, 20 pagine in cui il leggendario guerriero vichingo Rainulf dovrà vedersela con una creatura mai affrontata prima.
Questione di gusti (Aliens: Taste, 1993) di Edward Martin III e Mark A. Nelson.
Bizzarra storia breve di sole 4 pagine in cui una creatura gigante simile a un iguana utilizza un uovo di Xenomorfo come base per una ricetta. Si tratta di una delle poche storie di Aliens in cui viene rappresentata una specie aliena diversa dagli usuali Xenomorfi.
Corridoio di vetro (Aliens: Glass Corridor, 1998) di David Lloyd ed Elitta Fell.
Disegnata dall’artista già dietro al memorabile V per Vendetta (scritto da Alan Moore), questa storia a colori di 22 pagine vede protagonista un sicario con un problema con dei sensi di colpa, che trova uno Xenomorfo sulla strada per la redenzione.
Incubazione (Aliens: Incubation, 1995) di Ron Marz e Bernie Wrightson.
Disegnato dall’artista noto per aver co-creato Swamp Thing, l’ultimo racconto del volume – in 12 pagine – si fa ricordare non solo perché mostra una seconda specie aliena senziente, ma soprattutto perché conduce direttamente alla storia del crossover Batman / Aliens, solitamente considerata non ‘canonica’.
Ma non è tutto. Se avete letto il nostro dossier su RoboCop, saprete che il film del 1987 diretto da Paul Veroheven ha dato negli anni il la a numerose filiazioni, non soltanto cinematografiche. Tra queste, ci sono numerose storie a fumetti che vedono protagonista il robotico protettore della legge della Detroit del futuro. Ora, Saldapress ha saggiamente deciso di pubblicarle in Italia, a partire dal volume di RoboCop – Vivo o Morto (RoboCop: Dead Or Alive, 2014), una delle serie più recenti pubblicate negli Stati Uniti dai Boom! Studios, scritta da Joshua Williamson e disegnata da Carlos Magno.
Presentata all’interno di un volume cartonato (pagg. 168, euro 24,90), la storia è immaginata come diretto sequel del film del 1987 ed è ambientata pochi mesi dopo le vicende là raccontate. Robocop e la sua collega, l’agente Lewis, sono alle prese con un’azione voluta dalla OCP, la spietata multinazionale che controlla le strade di Detroit, trasformandole in un inferno. Nessuna legge è più valida e la città diventa ben presto il terreno di battaglia di due acerrimi nemici, pronti a darsi la caccia a vicenda: Robocop e John Killian, un feroce malvivente proveniente dal misterioso passato della vecchia città americana.
Carichi della vena satirica e del cinismo del lungometraggio originale diretto da Paul Verhoeven, questi primi 6 capitoli risultano a conti fatti una versione su carta molto più appagante rispetto ai film e alle serie arrivati al cinema o in TV nel corso degli anni, che hanno via via edulcorato il caustico potenziale del capostipite. Una lettura quindi che chi conosce a menadito il classico del 1987 troverà piacevolmente appagante.
A corredo di RoboCop – Vivo o Morto, una cover gallery e un making of, con Joshua Williamson e Carlos Magno che commentano il loro approccio ai personaggi.
Di seguito una splash page significativa:
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