Tom Cruise corre e spara sempre come ai bei vecchi tempi, ma il secondo capitolo della saga non decolla
La gioventù eterna del Top Gun. Come nel primo film, ci troviamo ancora davanti all’arresto di un innocente da sbrogliare per Jack Reacher (Tom Cruise). Stavolta si tratta di Susan Turner (Cobie Smulders), maggiore dell’esercito a capo della vecchia unità investigativa di Reacher stesso in Virginia. L’ufficiale è accusata di spionaggio, ma il nostro eroe sa che c’è del marcio sotto, e si mette in testa di farla uscire di prigione.
Lui stesso però viene accusato di un omicidio che non ha mai commesso. Si tratta di disinnescare una cospirazione governativa, solo che adesso c’è il passato di Jack che torna a galla, e un segreto nascosto in esso potrebbe cambiare la sua vita per sempre, a partire da una causa legale in cui si ritrova invischiato.
Tutto Jack Reacher – Punto di non ritorno è intriso di retorica repubblicana, i buoni sono i wasp (White Anglo-Saxon Protestant) e il sesso – se mai è esistito – è servito solo per procreare (forse).
Lo spessore psicologico dei personaggi è demandato agli schemi più triti dei manuali di sceneggiatura, ma forse non si dovrebbe chiedere niente altro a un action movie hollywoodiano.
Solo che le quasi due ore ininterrotte di cazzotti, esplosioni ed effetti speciali sono meno accattivanti rispetto al primo film, e nemmeno il finale riesce (e avrebbe forse potuto…) risollevare le fila della storia.
Vi lasciamo con il trailer italiano di Jack Reacher – Punto di non ritorno, nei nostri cinema dal 20 ottobre: