Nel 1984 il regista dirigeva Claudio Cassinelli e Olga Karlatos in un horror modesto, che segnava l'inizio della fase calante della sua carriera
Saranno famosi o … saranno ammazzati? Per il regista Lucio Fulci non c’erano dubbi. Tornato sugli schermi nel 1984 con un giallo-rock bombardato dalle musiche di Keith Emerson, dopo due fallimentari incursioni nel filone fanta-apocalittico (Conquest e I guerrieri dell’anno 2072), quello che la stampa dell’epoca definiva ‘il rivale di Dario Argento’ sgranava subito le sue vittime in Murderock – Uccide a passo di danza.
L’una dopo l’altra, però, le tre allieve migliori vengono ammazzate brutalmente, nel buio degli spogliatoi o direttamente in casa, da un assassino sofisticato che uccide usando un lungo spillone sormontato da una testa di leopardo. Con metodica crudeltà, il killer addormenta prima le ragazze con il cloroformio e poi infila con cura l’insolita arma nel loro cuore, quasi a suggerire antichi rancori e motivazioni psicologiche profonde. Del resto, come dice uno dei personaggi, “nello spettacolo non c’è tempo per essere umani»; cioè, ogni mezzo è lecito per sfondare. Ma la spiegazione convince poco lo scafato tenente Borges (Cosimo Cinieri), il quale — barba da Macbeth e impermeabile alla Colombo — non crede affatto che l’omicida che ‘uccide a passo di danza’ sia da ricercare tra le
ambiziose fanciulle. Dove allora?
La sceneggiatura di Murderock (compilata a otto mani da Gianfranco Clerici, Vincenzo Mannino, Roberto Gianviti e dallo stesso Lucio Fulci) fa i salti mortali per sviare lo spettatore e per moltiplicare le piste da seguire, ma alla fine la verità, o meglio la doppia-verità, verrà a galla senza troppe sorprese. Girato alla meglio, mischiando le regole dell’horror cinematografico con l’allora attuale febbre del ballo inaugurata da Flashdance e già cucinata in tutte le salse, quello che nelle intenzioni del regista era il primo film della Trilogia della musica (progetto che avrebbe dovuto comprendere anche i mai girati Killer samba e Thrilling blues) è sostanzialmente un catalogo di situazioni già viste e di banalità disarmanti. L’ambizione era quella di confezionare un prodotto di qualità internazionale, ma purtroppo né la colonna sonora (lontana dai suoi fasti) di Keith Emerson, né gli impersonali esterni newyorkesi, tutti grattacieli e asfalti bagnati, bastano a creare la suspense giusta.
Per quanto recitino in inglese, gli attori restano inconfondibilmente italiani; il bello è che, in sede di doppiaggio, sia Claudio Cassinelli (Assassinio al cimitero etrusco) che l’abitué Cosimo Cinieri (Lo squartatore di New York) ‘persero’ le loro voci per acquistare quelle di Robert Redford (Cesare Barbetta) e di Sean Connery (Pino Locchi). Pensare che, oggi, sarebbe invece una prassi da reintrodurre …
In ogni caso, dopo aver riscosso un discreto successo sui mercati esteri (negli USA uscì col titolo Murder-Rock: Dancing Death) Lucio Fulci si sarebbe gravemente malato proprio nel 1984, rimanendo lontano dai set per ben due anni, un periodo che determinò l’inizio del declino della sua carriera, che sarebbe terminata nel 1991 dopo altri nove film.
Di seguito il trailer tedesco di Murderock – Uccide a passo di danza: