La distopia urbana non è mai stata più colorata che in questa coproduzione franco-giapponese animata violentemente ipercinetica e spassosa
Lo stile di vita da gangster così brillantemente catturato nel videogioco Grand Theft Auto: San Andreas prende vividamente vita nel film d’animazione Mutafukaz – il titolo è decisamente programmatico -, in cui alcuni ragazzi disadattati rimangono incastrati tra membri delle gang e misteriosi uomini in nero in una megalopoli allo sbando e sporca brulicante di senzatetto e cadaveri nelle strade. Aggiungeteci una sovversiva invasione aliena e potreste più o meno avvicinarvi a comprendere le vibrazioni che il lungometraggio firmato a quattro mani dal giapponese Shoujirou Nishimi (Batman: Gotham Knight) e dal francese Guillaume ‘ Run’ Renard (creatore del fumetto originale) ha da offrire.
Mentre i tre perdigiorno vagano per il quartiere in macchina, Lino nota uno strano fenomeno, preso di peso da Essi Vivono (John Carpenter, 1988) e derivante dalla botta alla testa causata dal frontale precedente: alcune persone gettano ombre che rimandano a creature tentacolari decisamente non di questa Terra. Nel frattempo, una madre e il suo bebè viene braccata da uomini misteriosi e poco raccomandabili, imbustati in abiti neri e guidati da un tizio che invece indossa un completo bianco. Naturalmente, questi presto si metteranno anche sulle tracce di Lino e Vinz.
Mutafukaz è ancora più folle di quanto sembri dalla premessa, forte di un pulsante accompagnamento sonoro infuso di dubstep e hip-hop (composte da Guillaume Houzé e The Toxic Avenger) e traboccante di invenzioni visive, frutto di una riuscita miscela tra sensibilità francese e nipponica. Se vi dovessero sorgere delle perplessità mentre i proiettili sibilano sullo schermo, le ondate di scarafaggi famelici emergono dai muri e i corpi crivellati si impilano tutt’intorno, i due registi vi vengono in soccorso, sparando a tutto schermo a caratteri cubitali (e leggendole ad alta voce) le medesime perplessità, in un gioco metafilmico terribilmente consapevole e giocoso.
Selvaggiamente originale, ma anche infarcito di cenni alle sue numerose influenze, i giocatori di San Andreas riconosceranno senza fatica molte location e personaggi. Il malfamato quartiere di Palm Hill presenta gangster vestiti di viola in lotta con una banda rivale che invece ha adottato il verde, e anche se tutti parlano in francese, DMC è sicuramente – come anche dichiarato apertamente – ubicata in una immaginaria California. Se i nomi dei protagonisti richiamano quelli del suddetto GTA, di TMNT – Teenage Mutant Ninja Turtles e di altri ancora, i televisori fanno però diretto riferimento alla politica del mondo reale e all’attualità e non potrebbero essere più rilevanti quando viene rivelato ciò che gli alieni invasori stanno cercando di fare sulla Terra affinché la loro specie possa sopravvivere e prosperare.
Di seguito il full trailer internazionale (sottotitolato) di Mutafukaz: