Un film di fantascienza che intrattiene ma non stupisce, con una Linda Hamilton purtroppo poco sfruttata
Riprendendo un già assai esplorato concept, Curvature di Diego Hallivis (The Duel) e scritto da Brian DeLeeuw, struttura un incastro piuttosto machiavellico di eventi dando vita a una storia che, se pur articolata con discreta abilità, si perde in eccessi di lacrimevolezza e una certa penuria di azione.
La narrazione si apre con Helen (Lyndsy Fonseca), un ingegnere fisico in lutto per la prematura morte del marito Wells (Noah Bean), anche lui impiegato nel medesimo settore. Dopo una breve incursione sul posto di lavoro, dove ci vengono presentati in maniera abbozzata due colleghi, Alex (un Zach Avery in versione hypster) e Florence (una Linda Hamilton decisamente sottotono), la donna fa ritorno a casa. Il giorno dopo si risveglia e si ritrova proiettata in avanti nel futuro di diversi giorni, senza averne alcuna memoria. A questo punto inizia una corsa contro il tempo per capire, un indizio alla volta, cosa sia successo nei momenti di cui la protagonista non ha memoria, tra chiamate misteriose che l’ammoniscono del pericolo di una voce che pare onnisciente, un po’ alla Morpheus di Matrix, un fosco inseguitore che le penetra in casa e intrighi di varia natura. In una caccia al tesoro lunga tutti gli 85 minuti, seguiamo allora Helen mentre cerca disperatamente indizi nella dispersa casa di campagna, tentando di ricostruire con l’aiuto di Alex ciò che è successo non solo a lei, ma anche al defunto consorte, per pervenire infine a un colpo di scena piuttosto prevedibile.
Ovvia è la connessione con problematiche etiche, la questione dei cambiamenti apportati al continuum spazio-temporale, nonché i possibili utilizzi, tutt’altro che leciti, di una simile tecnologia. D’altra parte queste istanze vengono suggerite, il principio di fondo potrebbe avvicinarsi a Looper – In fuga dal passato di Rian Johnson o a Terminator in certi termini, ma purtroppo tale aspetto è solo marginale, inserito senza troppo preoccuparsi di approfondirne il lato fosco ma soltanto come supporto alla trama.
L’attrice che incarnato Sarah Connor con carisma indiscutibile avrebbe certo potuto dare un contributo differente, vista l’esperienza nel mondo del cinema sci-fi. Per ciò che concerne infine i diversi passaggi in cui si dipanano gli eventi, seppur non esattamente innovativi, vero è che l’incastro tra i vari tasselli è ben riuscito, essendo capace di traghettare lo spettatore attraverso svariati twist che non lasciano stupefatti, ma che sono ben ponderati, fino a un epilogo che non brilla per originalità ma che è comunque ben costruito.
Quantunque con Curvature Hallivis non si sia arrischiato in eccessi di sperimentalismo o innovatività, né nella diegesi, ne a livello visivo, né nella rappresentazione della macchina del tempo e dei rischi che questa comporta – tutto già più volte visto altrove – mantiene una discreta suspense, rivelandosi un piacevole intrattenimento.
Di seguito il trailer internazionale: