L'horror di debutto del regista americano riesce a esplorare con inedito e amaro lirismo il rapporto tra 'diversi' di una ghoul e un ragazzo vittima di rapimento
A volte il cinema horror, soprattutto se si parla di produzioni indipendenti, tende a concentrarsi su molto più del mero spavento sonoro, privilegiando piuttosto l’esplorazione delle declinazioni meno convenzionali di oscuri universi fantastici. E’ il caso dell’intimistico quanto tetro The Dark, primo lungometraggio scritto e diretto da Justin P. Lange (che ha ‘allungato’ l’omonimo corto da lui girato nel 2013), in cui viene rivelato pian piano il lato umano di una creatura infernale, dopo l’incontro con un ragazzino cieco appena rapito da un losco individuo.
Sembra il preambolo del solito horror ambientato in lidi desolati, in cui vivono violenti e sanguinari abitanti e dove si perde uno sventurato visitatore, un po’ alla Wrong Turn per intenderci. Nulla di più sbagliato. L’apertura di The Dark può certo trarre in inganno, ma non siamo di fronte al solito slasher. Dopo pochi minuti difatti il film prende una svolta assai più profonda e drammatica e, combinando scene girate nel presente a flashback delinea l’amara storia di quello che non è affatto un mostro, un ghoul, o uno zombi, ma una ragazzina scomparsa anni prima e tornato dall’Oltretomba in cerca di vendetta. Si tratta di Mina (Nadia Alexander), adolescente dalle mani gelide e dalle dita violastre, vittima divenuta carnefice che si imbatte in Alex (Toby Nichols) e che grazie a lui ritrova pian piano la sua umanità. Viene così tratteggiato un ritratto straziante, quello della protagonista vittima, deturpata nella carne e nello spirito, che diviene alla fine carnefice, dopo essersi trasformata nel profondo dal dolore e dalla rabbia. Lancinante è l’immagine in primo piano di una lacrima che le cade mentre aspetta la morte, del tutto sola e tremante. Poi, però, s’imbatte per caso in un altro animo sofferente, un giovane a cui sono stati cavati gli occhi, terrorizzato e incapace di difendersi, tanto spaventato da aver sviluppato una contorta dipendenza verso il suo aguzzino, una sorta di sindrome di Stoccolma. Così, per la prima volta, Mina trova inaspettatamente un amico, qualcuno simile a lei, e la comprensione con cui lui la tratta suscita in lei un calore emotivo sopito da tempo.
Horror stratificato e coinvolgente, The Dark in definitiva non batte dunque i soliti sentieri dello spavento facile, ma al contempo non si lascia prendere da eccessi patetici e smielati, raggiungendo un eccellente equilibrio tra suspense e dramma e costituendo un notevole debutto alla regia per Justin P. Lange.
Di seguito trovate il trailer originale: