Rebecca Henderson e William Jackson Harper sono i due ottimi protagonisti di un horror indipendente ermetico e surreale, forse troppo concettuale per risultare piacevole
Secondo lungometraggio dopo The Bleeding (2011), They Remain di Philip Gelatt conferma il suo approccio intellettualoide e particolarmente ermetico al cinema di genere, che un pubblico avvezzo alla frequentazione dei festival certo potrà apprezzare, ma che risulterà probabilmente eccessivamente ostico per tutti gli altri.
Tipico prodotto da festival di settore, è innegabile, They Remain è un thriller con derive surreali e orrorifiche dall’alto tasso di concettuosità. Anzitutto, non può che risultare indigesto per coloro che sono abituati ai ritmi serrati di molti horror commerciali. Il film di Philip Gelatt ha una narrazione meticolosa e dilatatissima, che si sofferma in maniera quasi ossessiva sui dettagli anche meno d’impatto. Un filo d’erba, una formica che si arrampica su una superficie scabra, i protagonisti che discorrono di argomenti all’apparenza futili, tutto è parte di un errare labirintico, di un flusso di immagini e parole non per forza finalizzate a immediati sviluppi diegetici. Un po’ come un’indistinta marea, ogni fotogramma ci porte sempre più al largo, finché non ci ritroviamo smarriti in lidi inquietanti e profondamente ansiogeni.
Si tratta dunque di un costrutto volutamente oscuro, che i due attori principali, per lunghi tratti gli unici in scena, concorrono a rendere ancor più disturbante. La loro mimica che diviene sempre più stralunata, i repentini cambi d’umore, le azioni ripetitive e compulsive e l’espressione persa di ambedue traducono perfettamente la lenta perdita della ragione richiesta dal ruolo che interpretano. E’ un crescendo estremamente lento ma costante, una deriva dell’anima, una singolare forma di possessione che conduce lo spettatore a un finale scioccante e violento, quanto sibillino.
Indiscutibilmente il livello di autocompiaciuta enigmaticità è tale da fare quantomeno prendere in considerazione tale ipotesi. Eppure, l’attenzione prestata ai particolari ci induce più a pensare a un lavoro ardito e destinato ex ante a un pubblico elitario; non si può asserire che sia del tutto esente da pretenziosità, ma serba nella sua natura misterica comunque un suo fascino, che non può essere casuale o mera simulazione di un qualche contenuto. In conclusione, They Remain è un film parzialmente afflitto dalle snobistiche premesse, ma non per questo privo di valore per chi avrà la pazienza di approfondire.
Di seguito trovate il trailer ufficiale: