Titolo originale: The Lord of the Rings: The Return of the King , uscita: 17-12-2003. Budget: $94,000,000. Regista: Peter Jackson.
Riflessione: Il Signore degli Anelli, i troppi finali – tutti necessari – di Il Ritorno del Re
17/12/2023 news di Redazione Il Cineocchio
Nonostante quello che potrebbe sembrare, il film che chiude la trilogia di Peter Jackson non spreca nemmeno un minuto
Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re (The Lord of the Rings: The Return of the King) è stato un film di incredibile successo per il suo tempo. È stato l’unico film della trilogia del Signore degli Anelli a vincere undici Oscar, tra cui quelli per la miglior regia e il miglior film, e ha stabilito ogni sorta di record al botteghino superando i due capitoli precedenti, il che è un’impresa piuttosto rara.
Con un incasso totale di 1.1 miliardi di dollari, è generalmente riconosciuto come uno dei film di genere di maggior successo e popolarità di tutti i tempi. Tuttavia, c’è una cosa per cui è assolutamente noto ai fan e agli spettatori occasionali: ha ‘troppi’ finali.
O forse no?
È vero che Il Ritorno del Re impiega un po’ di tempo per concludere la storia dopo la resa dei conti sul Monte Fato (con Frodo, Sam e Gollum) e al Nero Cancello (con quasi tutti gli altri), ma riteniamo che, essendo il culmine di oltre nove ore di storia, il pubblico ne abbia bisogno. Abbiamo bisogno di tempo per dire addio a questi amati personaggi, abbiamo bisogno di vedere le conclusioni effettive delle loro singole storie e abbiamo bisogno che il film ci dia comunque un senso di chiusura.
In realtà, ci spingiamo addirittura a dire che la versione uscita nei cinema di Il Ritorno del Re non ha abbastanza finali.
Quanti finali ha Il Ritorno del Re?
Il numero esatto di “finali” de Il Ritorno del Re dipende da come li si conta, ma dovrebbero essere sostanzialmente 7:
– Frodo e Sam si sdraiano sul Monte Fato e parlano di come stanno per morire e lo schermo diventa nero. Ovviamente non è la fine della storia, ma sembra piuttosto definitiva, soprattutto per chi non conosce il romanzo di J.R.R. Tolkien;
– La Compagnia – meno Boromir – si riunisce e gli hobbit saltano sul letto di Frodo per qualche motivo;
– Aragorn viene incoronato Re a Minas Tirith, Arwen si presenta per sposarlo e tutti si inchinano agli hobbit mentre la mdp si allontana;
– Gli hobbit viaggiano sulla mappa per tornare nella Contea e condividono pinte al pub locale, mentre Sam e Rosie si sposano;
– Frodo finisce (quasi) di scrivere il Libro iniziato da Bilbo, ovvero Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli;
– Frodo, Bilbo, Gandalf, Elrond e Galadriel lasciano la Terra di Mezzo dai orti Grigi. Tanti pianti;
– Sam torna a casa dalla moglie Rosie, dalla figlia Elanor e dal figlio Frodo
Potremmo dire che tutti e sette questi finali sono assolutamente meritati e, anzi, necessari. Perché ne abbiamo bisogno?
Il primo cosiddetto finale, in cui sembra che tutto sia perduto prima che Gandalf compaia con le Aquile, è la chiave di ciò che J.R.R. Tolkien stava cercando di ottenere con il culmine della sua storia. Lo scrittore inventò il concetto di eucatastrofe, che descrisse come un momento di “buona catastrofe” e di “improvvisa svolta gioiosa”.
Tolkien riempie l’ultimo terzo di Il Ritorno del Re con questi momenti, come il momento in cui Pipino sente i corni dei Rohirrim durante la Battaglia dei Campi del Pelennor, il momento in cui Pipino vede arrivare le Aquile durante la Battaglia al Nero Cancello e il momento in cui le Aquile salvano effettivamente Frodo e Sam. Perdere questo momento di totale disperazione diminuirebbe l’impatto del momento di gioia che lo segue.
A proposito di gioia, abbiamo anche bisogno della riunione della Compagnia dell’Anello prima di passare alla grande scena dell’incoronazione. Il pubblico ha bisogno di vedere questi personaggi, che sono stati separati per così tanto tempo dal primo film, tornare insieme, soprattutto perché Frodo pensa ancora che Gandalf sia morto! Il momento in cui si rincontrano merita una lunga scena tutta sua, con la sola Compagnia, senza le distrazioni di tutto il resto della scena dell’incoronazione. E deve sembrare un climax emotivo degno di quelli che lo precedono e lo seguono.
Il finale che probabilmente richiede meno difese d’ufficio è l’incoronazione di Aragorn e il suo ricongiungimento con Arwen. Il film si chiama ‘Il Ritorno del Re’, quindi se il sovrano non ‘ritornasse’, il pubblico rivorrebbe indietro i soldi del biglietto. La storia d’amore di Aragorn e Arwen è stata comunque un importante filo conduttore della trilogia, mentre l’inchino di tutti quanti agli hobbit è molto dolce. È il finale più felice e probabilmente il più catartico.
Dopo questo ‘finale’ è probabilmente il momento in cui iniziamo ad affrontare le parti più controverse. È possibile che molti spettatori sarebbero stati contenti della scena dell’incoronazione come finale, che rispecchia la cerimonia delle medaglie alla fine di Star Wars: Una nuova speranza. Eppure la storia non è ancora finita. Gli hobbit amano la loro patria e Sam si strugge per Rosie fin dalla festa di compleanno di Bilbo.
Per quanto sia bello che tutti si inchinino a loro, la storia degli hobbit non può dirsi davvero conclusa finché non li vedremo tornare a casa, trovare la pace nella paradisiaca provincia che avevano originariamente deciso di salvare, e vedere almeno Sam avere il suo lieto fine, anche se quello di Merry e Pipino deve essere relegato nelle appendici dei libri (entrambi si sposano e il figlio di Pipino sposa una delle figlie di Sam).
E ora siamo davvero ai finali di cui la gente è meno sicura. Dopo il matrimonio di Sam, Frodo scrive sul Libro Rosso dei Confini Occidentali e Sam dice: “L’avete finito!”, ma Frodo risponde: “Non proprio. C’è spazio qualcosina”.
Per quanto aveste bisogno di una pausa bagno, queste sequenze conclusive di Il Ritorno del Re sono davvero importanti per la conclusione dell’arco narrativo di Frodo. L’hobbit dice: “Come fai ad andare avanti, quando nel tuo cuore cominci a capire che non si torna indietro. Ci sono cose che il tempo non può accomodare“.
Tolkien, come pure il suo amico C.S. Lewis, era un veterano della Prima Guerra Mondiale e le sue esperienze in quella guerra si ritrovano spesso ne Il Signore degli Anelli, che fu scritto in gran parte mentre suo figlio combatteva nella Seconda Guerra Mondiale. I Cavalieri Neri che scendono dal cielo e diffondo miasmi velenosi di disperazione hanno più di un rimando alle granate al gas, e le Paludi Morte sono una descrizione piuttosto palese delle trincee del Fronte Occidentale.
Quando Tolkien e Lewis tornarono dai combattimenti, la sindrome da stress post-traumatico (PTSD) era chiamata “shock da bombardamento” e stava appena iniziando a essere riconosciuta, dato che migliaia di uomini (e un certo numero di donne che erano infermiere o autiste di ambulanze) lottavano con ciò che avevano visto e vissuto durante la guerra.
La sensazione di Frodo di non poter più “tornare indietro” come Bilbo dopo le sue precedenti avventure, il dolore che prova per due gravi ferite (essere stato pugnalato dal Re Stregone su Weathertop ed essere stato avvelenato da Shelob) e la sensazione di non essere adatto alla Contea, dove la maggior parte delle persone intorno a lui non ha mai vissuto un’esperienza simile, sono chiari riflessi delle esperienze dei veterani della Prima Guerra Mondiale.
Ecco perché questa storia ha bisogno della scena che mostra Frodo mentre scrive il Libro Rosso – per spiegare con cosa sta lottando – e poi la scena dell’addio ai Porti Grigi. Tolkien dà a Frodo la possibilità di partire e andare in un luogo dove sarà in pace e potrà lasciarsi alle spalle il vecchio dolore. È importante che si tratti di una nuova vita: non la morte, ma la vita in un nuovo mondo dove poter ricominciare da capo. Forse lo scrittore avrebbe voluto avere lui stesso un’opportunità simile.
Infine, c’è la coda con Sam che torna a casa dalla sua famiglia. Questo è in parte legato al fatto che, secondo voi, il vero protagonista de Il Signore degli Anelli è Frodo o Sam. Quando Tolkien iniziò a scrivere, era Frodo, ma quando Sam salva Frodo dagli Orchi e lo trascina praticamente attraverso Mordor, si può sostenere che sia Sam. E così, proprio come nel libro, il film si conclude con Sam che “torna di nuovo” alla sua casa e alla sua famiglia, perché non è finita finché non vediamo Sam felice e completo.
E se pensate che non ci siano abbastanza finali …
Il Signore degli Anelli è una storia enorme, di portata epica e con decine di personaggi principali. La maggior parte dei sopravvissuti ha una sorta di finale e di conclusione della propria storia, anche se in alcuni casi è un po’ breve. Quella di Éomer è particolarmente breve, in quanto si presenta solo all’incoronazione di Aragorn e dobbiamo presumere che ora sia il re di Rohan, ma va bene così. Funziona.
Due storie, invece, scompaiono semplicemente nella versione cinematografica di Il Ritorno del Re senza un vero e proprio finale, anche se entrambe sono complete nella Extended Edition. Si tratta della storia d’amore tra Éowyn e Faramir e della morte di Saruman e Vermilinguo.
La versione uscita nei cinema di Il Ritorno del Re accenna al fatto che Éowyn e Faramir si mettano insieme. Si guardano mentre sono in convalescenza nelle Case di Guarigione e sono l’uno accanto all’altra durante l’incoronazione di Aragorn. Ma non hanno mai parlato, letteralmente. Per due personaggi davvero importanti, questo è un trattamento piuttosto deludente. L’edizione estesa non aggiunge molto, perché non c’è comunque molto tempo, ma almeno permette loro di avere una conversazione prima di vederli fuggire insieme.
Considerando che l’arco narrativo principale di Éowyn consisteva nell’innamorarsi di Aragorn e poi rinunciare a quell’amore impossibile, la sua ricerca della felicità romantica avrebbe dovuto essere una parte più importante della versione cinematografica di Il Ritorno del Re. Inoltre, il film regala un bel finale al povero Faramir, che ottiene una nuova famiglia dopo aver perso tutta la sua nel corso della trilogia.
Ancora peggiore è la totale assenza di un finale per Saruman e Vermilinguo. Questi erano i principali antagonisti de La Compagnia dell’Anello e de Le Due Torri, ma non compaiono nemmeno nella versione cinematografica de Il Ritorno del Re. Per gli spettatori del film, Saruman e Vermilinguo sono rinchiusi nella torre di Orthanc, sorvegliati da Barbalbero, e la cosa finisce lì. Ma tutti gli appassionati di fantascienza e di fantasy sanno che nessun cattivo che sia stato semplicemente rinchiuso da qualche parte rimarrà lì per sempre, soprattutto non un potente mago.
Ora, non stiamo suggerendo che i film avrebbero dovuto includere il finale di Saruman e Vermilinguo dal libro … ma sulla pagina, Tolkien li fa appunto fuggire e andare a conquistare la Contea. Così, quando gli hobbit principali tornarono a casa dalla guerra, trovarono Saruman al comando. Così i quattro hobbit dovettero guidare una ribellione contro di loro. Questo sarebbe stato davvero un finale eccessivo, con un’altra sequenza d’azione e un’altra piccola battaglia da inserire dopo aver detto addio ad Aragorn e agli altri.
Tuttavia, l’Edizione Estesa offre un finale davvero efficace e soddisfacente, che si allinea al libro nei punti più importanti. Collocato all’inizio del film piuttosto che alla fine, non vediamo Saruman e Vermilinguo fuggire o andare nella Contea, ma vediamo Vermilinguo pugnalare Saruman alle spalle e poi essere ucciso, proprio come avviene nel libro. E poiché Christopher Lee è stato una spia nella Seconda Guerra Mondiale, il film è completo di un’accurata rappresentazione del suono di una pugnalata alla schiena, come spiega Peter Jackson negli extra.
Questo non si sarebbe nemmeno aggiunto ai tanti finali già presenti nel film, perché appare all’inizio di Il Ritorno del Re e ci regala invece una scena d’azione iniziale. Inoltre, Barbalbero chiama Gandalf “giovane maestro Gandalf”, il che è semplicemente geniale.
A posteriori, sembra che il successo dell’edizione estesa in home video di La Compagnia dell’Anello abbia fatto pensare ai registi: “Ehi, possiamo ridurre il minutaggio dei prossimi inserendo alcune di queste cose nell’edizione estesa!”. Ma l’edizione estesa di La Compagnia dell’Anello è un omaggio ai fan più affezionati, soprattutto per i lettori dei libri, presentando scene simpatiche ma inessenziali, come il canto di Aragorn e gli hobbit che vengono morsi dalle zanzare. L’edizione estesa de Il Ritorno del Re, invece, è essenziale se si vuole la storia completa.
Insomma, Il Ritorno del Re aveva davvero bisogno di tutti questi finali, e la versione uscita nei cinema ne aveva bisogno anche di un altro paio.
Di seguito trovate un finale di Il Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re:
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Fonte: DofG