Voto: 5/10 Titolo originale: リング0 バースデイ , uscita: 22-01-2000. Budget: $6,000,000. Regista: Norio Tsuruta.
Ring 0 – The Birthday, la recensione di un prequel che smarrisce l’orrore
27/06/2025 recensione film Ring 0 - The Birthday di Gioia Majuna
Il regista Norio Tsuruta prova a umanizzare Sadako, ma fallisce come horror e come origin story

Ring 0 – The Birthday nasce con l’ambizione di colmare i vuoti lasciati dai capitoli precedenti della saga, ma si rivela una deviazione confusa e fiacca che smantella ciò che di più efficace il franchise aveva costruito: il mistero, la tensione latente, il terrore silenzioso.
Ambientato trent’anni prima degli eventi principali, il film insegue un’improbabile empatia con Sadako, trasfigurandola da entità maledetta a figura tragica, ma fallisce sia nella costruzione della suspense che nella tenuta narrativa.
La scelta di spostare il focus su un dramma teatrale popolato da archetipi stanchi — la bella e silenziosa outsider, la gelosa fidanzata, il giovane sensibile che si innamora troppo in fretta — banalizza un mito che era nato proprio dalla sua ambiguità, e ogni tentativo di spiegare Sadako finisce per dissiparne la potenza.
Laddove Hideo Nakata aveva orchestrato l’orrore attraverso suggestione e attesa, Norio Tsuruta preferisce la linearità prevedibile e una messa in scena che ricalca senza mordente modelli occidentali come Carrie, lasciando che la tragedia si perda in cliché narrativi e scelte estetiche scolorite.
Il cambio di tono è evidente: invece di inquietudine, il film offre un melodramma dai dialoghi impacciati, con momenti visivamente interessanti isolati in una fotografia spenta che rende tutto più vicino a un prodotto direct-to-video che a un episodio canonico del J-horror.
Sadako, per quanto ben incarnata dalla presenza algida di Yukie Nakama, diventa una figura piatta, costantemente definita dallo sguardo altrui e mai davvero protagonista del proprio destino, fino a un finale che dovrebbe scuotere ma che invece si trascina senza pathos.
L’intuizione di legare i poteri della ragazza al suono e ai sogni resta abbozzata, sprecata in un racconto che si rifiuta di sporcarsi con l’inquietudine vera. Anche i momenti più violenti o soprannaturali sono trattati con una mano timida, come se il film avesse paura di disturbare, dimenticando che l’essenza del franchise risiedeva proprio in quell’angoscia disturbante che non ti lascia scampo.
Così Ring 0 diventa non solo il punto più debole della trilogia, ma anche un’occasione mancata per interrogare le origini del trauma con intelligenza e profondità. È un prequel che non aggiunge, un horror che non spaventa, un dramma che non commuove, e un esperimento che — pur con qualche merito tecnico isolato — affonda sotto il peso della sua stessa inutilità narrativa.
Non c’è leggenda senza mistero, e Ring 0 non fa che togliergli ogni velo, lasciando Sadako nuda, spiegata, e dunque privata di ogni potere.
Di seguito trovate il trailer di Ring 0:
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