Chloë Grace Moretz è la convinta protagonista di un B-movie a basso budget Rated R, fortunatamente consapevolissimo di quello che è
È un discorso difficile, ma che deve essere affrontato di petto prima di iniziare a parlare effettivamente del film stesso. Shadow in the Cloud, nonostante i suoi più lodevoli intenti, è stato scritto da Max Landis. Figlio dell’amato John, è noto per aver sceneggiato in passato titoli come Chronicle, American Ultra, Victor Frankenstein e Bright. Più recentemente, è però – come forse qualcuno ricorderà – è stato oggetto di molteplici accuse di aggressione a sfondo sessuale e abusi domestici. Ha anche una storia di dichiarazioni misogine elargite tramite i social media.
Siamo nel 1943, e le forze alleate sono completamente immerse nella seconda guerra mondiale sia in Europa che nel Pacifico. Maude Garrett (Chloë Grace Moretz) è un ingegnere di volo incaricato di consegnare un pacchetto riservato a Samoa dalla Nuova Zelanda. Collocata all’ultimo minuto sul Fool’s Errand, un B-17 Flying Fortress, la presenza della ragazza non è vista con favore a bordo, e viene per questo confinata nella torretta inferiore del velivolo.
Una volta in cielo, Garrett e l’equipaggio devono però fare i conti sia con gli orrori del combattimento che con un pericoloso ‘mostro’ che tenta di impossessarsi dell’aereo.
Se non lo si capisse dalla premessa, Shadow in the Cloud è un film deliziosamente assurdo, che veste con orgoglio i galloni del B-movie. Questo aspetto, unito alla produzione a basso budget, sfocia in una sorta di versione ‘di prestigio’ di un tipico Original SyFy, ma non si tratta di un risultato particolarmente deprecabile.
L’unico appunto che si potrebbe muovergli è che avrebbe dovuto / potuto investire un po’ più di dollari negli effetti pratici invece di imboccare completamente la strada della facile CGI, anche se l’atmosfera goffamente artificiale che si genera in questo modo è deliziosamente efficace.
La regista Roseanne Liang, per fortuna, sembra essere ben conscia dei succitati limiti di Shadow in the Cloud e – in effetti – si concentra e costruisce con maggior successo i suoi momenti più tranquilli e claustrofobici. È solo verso la fine, quando la situazione si ‘allarga’, che questo fanta-horror Rated R perde il suo fascino ‘contenuto’ e comincia a sembrare qualcosa che non potrà mai essere all’altezza delle sue ambizioni drammatiche.
Probabilmente, l’elemento più forte di Shadow in the Cloud è l’eccellente e vivace colonna sonora composta da Mahuia Bridman-Cooper. Quella di utilizzare una OST così audacemente e modernamente elettronica non appare, infatti, come la scelta apparentemente pigramente facile di emulare quella degli acclamati Drive e It Follows. Punteggiato perfettamente da “Hounds of Love” di Kate Bush sui titoli di coda, questo è un film che sa perfettamente cosa vuole essere da una prospettiva puramente sonora.
Se “Wolfenstein nel Pacifico” incontra Overlord (la recensione) con una punta di Ai Confini della Realtà (l’episodio del ‘gremlin’ è palesemente una delle ispirazioni maggiori), suona come qualcosa che potrebbe fare al caso vostro, allora Shadow in the Cloud è una visione caldeggiata. Ha sicuramente i suoi problemi, soprattutto nel terzo atto (e senza dimenticare gli echi della prima scrittura ‘epurata’ e ‘ribaltata’ in corsa), ma per essere un prodotto destinato al noleggio e allo streaming si dimostra un insolito e spensierato passatempo.
Chloë Grace Moretz dà vita a una prova deliziosamente seria in un film che è ben lungi dall’esserlo, e la regia di Roseanne Liang lascia intendere per lei un futuro anche lontano da titoli bizzarri e controversi come questo. Insomma, Shadow in the Cloud è sostanzialmente innocuo, e a volte questo è tutto ciò di cui si ha bisogno.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Shadow in the Cloud, uscito in Italia direttamente in home video: