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Titolo originale: The Blair Witch Project , uscita: 14-07-1999. Budget: $60,000. Regista: Daniel Myrick.

The Blair Witch Project: l’analisi del film fatta da Dario Argento nel 2000 | Tra le pieghe del tempo

23/01/2024 news di Redazione Il Cineocchio

Pochi mesi dopo la sorprendente esplosione al botteghino, il regista scriveva una recensione - commento in cui provava a capire le ragioni del suo successo

the blair witch project film 1999

Nel 2024 si celebrano i 25 dall’uscita nei cinema di uno dei film che più hanno sconvolto e sorpreso gli equilibri di Hollywood. Si tratta dell’horror The Blair Witch Project – Il mistero della strega di Blair, piccolissimo film indipendente diretto a quattro mani da Daniel Myrick e Eduardo Sanchez capace di diventare un vero e proprio ‘caso’ internazionale, scatenando dibattiti infiniti e incassando cifre da capogiro al botteghino.

Ebbene, spulciando gli archivi del Corriere della Sera ci siamo imbattuti in un articolo ‘dimenticato’ del febbraio del 2000, a firma niente meno che di Dario Argento, chiamato dal quotidiano a commentare il clamoroso successo di The Blair Witch Project e a provare a spiegarne le ragioni.

Il grande polverone pubblicitario sollevato intorno al film «The Blair Witch Project» e le innumerevoli leggende che si sono diffuse da quasi un anno intorno a questa storia fa sì che molti dei primi spettatori, usciti dalla sala, si sentano truffati, pensino che gli sia stata rifilata una grande bufala e se ne vadano incavolati e sconcertati. Specialmente i più giovani.

The Blair Witch Project - Il mistero della strega di BlairQuesto non perché «The Blair Witch Project» non mantenga in realtà ciò che promette (film horror povero, girato senza mezzi e senza attori, con una storia debolissima), ma proprio perché lo mantiene. E si scopre che quest’anno di battage ha partorito una bolla di sapone.

Risaliamo un po’ indietro. I due registi Myrick e Sanchez si conoscono all’Università di Orlando, in Florida. Studiano cinema. E per l’università girano alcuni corti. Con i mezzi scarsi che il college mette a disposizione degli studenti. Finiti i corsi, i due amici decidono di fare un film con lo stesso spirito e gli stessi costi. Si associano ad altri amici concertando di fare del piccolo film qualcosa di eccezionale: il primo film propagandato su Internet soltanto.

Per mesi aprono vari siti e lanciano messaggi sul film. Diffondono false voci sulla possibilità che la storia narrata sia vera, che i protagonisti della pellicola sarebbero spariti realmente, nasce un falso documentario sulla lavorazione del film, pubblicano notizie rigorosamente soltanto sui giornali alternativi. Così la voce si diffonde in sordina. E quando il film esce in America è già famosissimo e valanghe di giovani spettatori si precipitano a vederlo.

Ora parlerei del film. Che non è brutto. E’ bizzarro. Dei momenti anche toccante. Come alcuni monologhi dei giovani attori, mentre soli di notte si sentono perduti. Ed il finale con il ragazzo che si mette con il viso all’angolo della stanza, mentre si pensa che – secondo il racconto – la strega stia uccidendo la sua amica, è abbastanza intrigante.

Tutto qui. Mi ricorda un’altra operazione simile fatta in America (seppur diversissima nei contenuti), «El Mariachi». Un filmetto fatto con due dollari e che ebbe un grande successo dappertutto. Al punto che una grande compagnia di Hollywood ne acquistò i diritti e ne fece un film vero, commerciale, solido. Il nuovo film fu un sonoro fiasco.

Così se noi estraessimo il film di Myrick e Sanchez dal suo contesto e ne facessimo un film commerciale, con attori professionisti e un budget elevato, sarebbe un disastro.

Blair Witch ProjectPerché «The Blair Witch Project» è esattamente quel che è, una specie di saggio di laurea per un’università di cinema che dimostra però a tanti giovanissimi, tanti navigatori di Internet che hanno imparato a misurarsi con le proprie possibilità e con la propria creatività, che è possibile, si può fare.

Si può, con una piccola telecamera digitale e con la collaborazione di alcuni amici, arrivare sino al salotto buono del cinema, gareggiare con i blockbuster, diventare famosi e ricchi.

C’è chi dice che questo film ricorda un po’ il primo film di George Romero, «La notte dei mostri viventi». Anche quello era un film artigianale, realizzato con mezzi poveri e con l’aiuto di amici. Ma la storia, gli attori, gli effetti speciali erano di qualità e infatti dopo tanti anni il film è ancora lì, importante come allora.

Ecco perché coloro che assistono a «The Blair Witch Project» oggi pensano che sia una gran bufala (io ho visto il film due mesi fa, in Spagna). A loro poco importa del fatto mediatico. Poco che sulla scia di questo progetto già centinaia di giovanissimi, in ogni parte del mondo, si stiano mettendo in moto per imitarlo. Alla maggioranza degli spettatori italiani (e spagnoli, dove l’ho visto io) tutto ciò sembra una mezza buffonata. Tanta pubblicità spesa per niente.

Ipse dixit.

Di seguito trovate la scena finale di The Blair Witch Project – Il mistero della strega di Blair:

Fonte: CdS