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The Marvels: Nia DaCosta sa molto bene cosa è andato storto nel film del MCU

La regista è ritornata sui motivi del clamoroso flop

La regista Nia DaCosta ha fatto parlare di sé nel circuito festivaliero del 2018 con il suo debutto Little Woods. Il neo-western indipendente, acclamato dalla critica, era diretto con tale sicurezza che sembrava solo questione di tempo prima che Hollywood bussasse alla sua porta. Poco dopo, la DaCosta è entrata nel sistema degli studios con il sequel prodotto da Jordan Peele di Candyman, ma la vera occasione è arrivata con l’incarico di dirigere The Marvels nel 2023.

Dopo che Captain Marvel (2019) con Brie Larson era diventato un successo da un miliardo di dollari, un sequel era inevitabile. Tuttavia, The Marvels non era un semplice seguito: doveva fungere da continuazione di quel film e delle serie Disney+ WandaVision e Ms. Marvel. La pressione era enorme, e il risultato, purtroppo, si è rivelato una delle più grandi delusioni del Marvel Cinematic Universe.

Il film è uscito in un periodo post-Avengers: Endgame in cui i Marvel Studios lanciavano molte idee “per vedere cosa funzionava” – e questa volta non ha funzionato. The Marvels ha ricevuto recensioni tiepide e, peggio ancora, il titolo di flop al botteghino. Alla vigilia dell’uscita, molti articoli avevano già scaricato la responsabilità del possibile fallimento su DaCosta.

In vista del suo prossimo film 28 Years Later: The Bone Temple, la regista ha riflettuto su cosa non abbia funzionato in The Marvels (via The Hollywood Reporter):

“Fare il sequel di 28 Anni Dopo è stata una delle migliori esperienze di regia che abbia mai avuto. Uno dei problemi che ho avuto con Candyman e The Marvels è stata la mancanza di una sceneggiatura davvero solida, che inevitabilmente manda in crisi tutto il processo.”

Non è un segreto che Marvel Studios abbia spesso problemi di sceneggiatura, arrivando talvolta a girare senza un copione completo. Nel caso di The Marvels, la sceneggiatura è passata dall’essere un sequel di Captain Marvel a un film corale. Nonostante Nia DaCosta l’abbia co-scritta con Megan McDonnell (WandaVision) ed Elissa Karasik (Loki), il risultato finale ha dato la sensazione del classico caso di “troppi cuochi in cucina”.

La DaCosta è rimasta intrappolata nella macchina degli studios, come ha raccontato a Deadline:

“Avevano una data, stavano preparando certe cose, e tu devi solo buttarti nel processo a testa bassa. Il modo in cui fanno quei film è molto diverso da come, idealmente, farei un film io. Quindi devi solo affidarti al processo e sperare per il meglio. Il meglio questa volta non è successo, ma devi fidarti della macchina.”

Il concetto di base sembrava promettente: riunire tre supereroine del MCU in un’avventura fantascientifica con scambio di poteri. Ma il risultato è stato un pasticcio strutturale e narrativo, indeciso se abbracciare il pulp fantascientifico (vedi il pianeta musicale di Aladna) o adempiere agli obblighi di world-building contrattuali.

DaCosta riconosce che la sua voce si è persa nelle prime fasi della produzione:

A un certo punto ho pensato: ‘Ok, questo non sarà il film che avevo presentato o nemmeno la prima versione che avevo girato’. Ho capito che ora era un’esperienza, una curva di apprendimento, e che ti rende più forte come regista, in termini di capacità di navigare.”

Alcuni registi come James Gunn (Guardiani della Galassia) sono riusciti a realizzare film MCU con una chiara identità, ma per i nuovi arrivati è quasi impossibile imprimere un marchio personale in una macchina che passa da decine di reparti Marvel.

Nia DaCosta sembra aver trasformato quell’esperienza complicata in una lezione per i suoi progetti futuri. Dopo il capitolo della trilogia 28 Anni Dopo, tornerà al cinema drammatico con Hedda. Nel frattempo, The Marvels è disponibile in streaming su Disney+.

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Published by
Stella Delmattino