Azione & Avventura

The Mother: la recensione del film action con JLo diretto da Niki Caro (su Netflix)

La star torna al cinema in un action thriller derivativo e fuori tempo massimo, troppo serioso per il tipo di storia che vuole ancora ostinatamente raccontare nel 2023

Poco e mal sviluppato, privo di logica e nemmeno troppo divertente, The Mother – appena finito dritto su Netflix – è l’ennesimo misero tentativo di dare a una superstar in crisi di fama cinematografica una seconda carriera come eroina action. La superstar in questione questa volta è Jennifer Lopez e, sebbene sia abbastanza convincente nella parte è il resto del film a deludere i suoi sforzi.

C’è un thriller soddisfacente alla base di The Mother, ma la combinazione di una sceneggiatura da quattro soldi e un tono eccessivamente serioso si rivelano alla fine una combinazione letale.

JLo è “la madre” in questione, un’assassina – e tiratrice scelta – altamente addestrata che volta le spalle ai suoi ex datori di lavoro, il militare che l’ha formata (Joseph Fiennes) e uno spietato trafficante d’armi (Gael Garcia Bernal), scegliendo di fare la spia ai federali. Nel momento in cui le cose si mettono male, la donna (che preferisce rimanere senza nome) è però molto incinta e il padre è probabilmente uno dei due uomini che stanno cercando di ucciderla.

Poco dopo il parto, la madre è costretta a rinunciare ai suoi diritti di genitore come parte di un accordo di patteggiamento con i federali (o qualcosa del genere, non si capisce mai bene perché questo sia un punto così spinoso …).

Dopo essersi nascosta nella natura selvaggia e innevata per oltre dodici anni, la madre viene quindi informata che i cattivi hanno scoperto l’identità di sua figlia e dei suoi genitori adottivi. Da quel momento, sarà determinata a proteggere la vita della piccola che non ha mai avuto la possibilità di conoscere.

Nell’ambito dei thriller incentrati su letali assassini che cercano di proteggere una persona amata innocente, The Mother ha un concept solido, anche se tutt’altro che originale. Anche l’ambientazione è promettente nelle prime battute. Ed è evidente fin dall’inizio che Jennifer Lopez si sia impegnato a fondo nella fisicità del ruolo e che la regista Niki Caro (Mulan) sappia come muoversi nelle sequenze d’azione.

Tali momenti non sono nulla di rivoluzionario per gli standard attuali, ma sono costruiti e girati con diligenza, presentando inoltre alcuni elementi interessanti (un corpo che vola in aria intervallato dal lancio di un bouquet di nozze, un ingegnoso inseguimento in un parcheggio).

Il budget è sicuramente abbastanza consistente da garantire caos su larga scala e, a parte una sfortunata eccessiva dipendenza dal ‘rack focus’, il direttore della fotografia Ben Seresin e Niki Caro realizzano un prodotto dall’aspetto visivo capace di esaltare le location.

Questa parentesi di benevolenza verso The Mother si chiude comunque qui, poiché la sceneggiatura, affidata a Misha Green (Lovecraft Country), Peter Craig (The Batman) e Andrea Berloff (Straight Outta Compton), diventa sempre più sciocca e implausibile man mano che si procede. Non cercate nulla di logico in queste 2 ore scarse, perché è uno di quei film in cui le persone fanno cose incredibilmente stupide – sia gli eroi che i cattivi – perché non ci sarebbe proprio alcun film se tutti improvvisamente si ‘svegliassero’ e smettessero di fare errori critici e ‘convenienti’.

Il rapporto tra la madre e la figlia quasi adolescente, Zoe (Lucy Paez), è tratteggiato solo nei termini più elementari, senza mai raggiungere un punto di risonanza emotiva soddisfacente o avvincente, con l’interpretazione costantemente burbera di Jennifer Lopez che porta a domandarsi se a questa donna sia mai importato davvero qualcosa di mettere al mondo la bambina.

Lo script di The Mother possiede tutte le caratteristiche di un’opera che è passata attraverso diverse mani talentuose prima che qualcuno, con uno stipendio molto più alto, decidesse di scegliere le cose che gli piacevano di più per poi metterle insieme come una sorta di novello Dott. Frankenstein.

The Mother ha quindi poco in comune con John Wick, Atomica Bionda e Io sono nessuno, condividendo il DNA con la produzione quasi infinita di aspiranti thriller ‘alla Luc Besson’ e i maldestri emuli di Io vi troverà che nell’ultimo decennio sono arrivati sul mercato a mesi alterni, come The Gunman, Three Days to Kill, PeppermintColombiana.

Questo cerca di essere The Mother. Non si tratta di qualcosa di nuovo, ma di un tipo specifico di film d’azione che è già passato di moda da tempo e che, per giunta, non era stato molto apprezzato nemmeno allora. Insomma, il nuovo lavoro di Niki Caro ha superato la sua data di scadenza e – oltretutto – non è affatto l’occasione che qualcuno come Jennifer Lopez dovrebbe cogliere al volo per rinfrescare la propria immagine a Hollwyood e dintorni.

La trama e il ritmo sono arbitrari e prevedibili, eppure The Mother resta comunque molto più lungo del necessario, considerando che le cose sono ben sviluppate sia dopo i primi dieci minuti del film che alla sua conclusione. Una volta che il personaggio della Lopez viene incaricato di occuparsi della vita di Zoe, gli ingranaggi si staccano quasi completamente e la narrazione si ritrova in una situazione senza via d’uscita.

Zoe è comprensibilmente sconvolta dal fatto che sua madre le abbia mentito per anni e sia tornata solo per scatenare violenza intorno a lei, ma sembra ancora troppo petulante per comprendere appieno la gravità della situazione.

D’altra parte, Jennifer Lopez ha deciso di recitare l’intera parte con fare monotono e scontroso, per cui questa trama strampalata finisce per svolgersi come un tracciato piatto emotivo. Nemmeno un cast di attori non protagonisti completamente sprecati – tra cui Omari Hardwick nel ruolo del legame tra JLo e la figlia e il candidato all’Oscar Paul Raci come suo unico amico intimo – riesce a dare un po’ di vita a The Mother e soprattutto Joseph Fiennes, che potrebbe puntare al camp memorabile, interpreta invece il suo cattivo con tutta l’energia di chi si è appena svegliato e deve rispondere a una telefonata di lavoro.

Non bastasse, il tutto sfocia in una delle scene finali più involontariamente esilaranti e non meritate di un film di questo decennio. Quando The Mother raggiunge la sua audace conclusione, tristemente malriuscita e troppo seriosamente girata, le risate nervose giungono quasi doverose. È l’unica cosa che provoca davvero una reazione nella visione.

Provare un qualsiasi tipo di liberazione emotiva sembra un dono degli dei della cinematografia. Forse, se il resto del film fosse stato così inconsapevolmente giocoso – o se avesse avuto qualcosa di simile a una sceneggiatura decente – The Mother non sarebbe stato così arduo da portare a termine.

Di seguito trovate il full trailer internazionale di The Mother, su Netflix dal 12 maggio:

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Published by
Gioia Majuna