Horror & Thriller

The Seeding: la recensione dell’indie horror d’atmosfera di Barnaby Clay

Scott Haze e Kate Lyn Sheil sono gli ottimi protagonisti di un promettente debutto alla regia

Barnaby Clay esordisce con The Seeding, indie horror d’atmosfera presentato in anteprima al Festival Internacional de Cinema Fantàstic de Catalunya 2023, dimostrandoci che per creare la giusta suspence non servano né effetti pirotecnici, né grandi budget, ma sia sufficiente evocare ataviche paure con un uso manierista e avveduto dei mezzi filmici e del paesaggio.

The Seeding si apre con un fotografo amatoriale ed escursionista (Scott Haze), avventuratosi in una zona isolata degli Stati Uniti per catturare l’eclissi lunare in uno scenario unico. L’uomo incontra – all’apparenza per caso – un bambino che afferma di aver perso la strada e i suoi genitori. Inizialmente, lo segue per aiutarlo a cercarli, ma poi si accorge di essersi smarrito a sua volta. Intanto il sole è calato e scende un terribile freddo.

Il protagonista è stanco e disidratato quando sente dei rumori e scorge una scala che porta al centro di un profondo cratere naturale, dove si trova una piccola casa. Qui abita una donna misteriosa (Kate Lyn Sheil) che lo invita a fermarsi per riprendere le forze, ma il giorno successivo la scala – che è l’unica via di accesso – non c’è più e lui si ritrova imprigionato con lei, circondato da un gruppo di adolescenti sadici che ha piani sinistri.

The Seeding parte da un presupposto piuttosto convenzionale, ossia il turista / escursionista che si avventura in luoghi remoti e nel tentativo di ritrovare la via del ritorno fa incontri poco raccomandabili con autoctoni malintenzionati. Il concept di base è però concretizzato in maniera intelligente a creare un film che gioca più sulle atmosfere e le suggestioni che sulla violenza concreta. Il senso di minaccia incombente è suggerito costantemente sin dai primi fotogrammi, ma di rado si concretizza vivido davanti ai nostri occhi. Ciò non toglie che sia percepibile ed estremamente coinvolgente.

Lo evoca anzitutto l’ostilità del clima di quella zona desertica, resa quasi tangibile dai panorami color terra bruciata resi tali da un sole instancabile, catturati da riprese aeree e campi lunghissimi.

Condividiamo allora l’angoscia e la sensazione di calore soffocante con il protagonista, mentre erra per le lande aride disidratato e disorientato o quando, una volta prigioniero, cerca di arrampicarsi sulla parete rocciosa arroventata, sulla quale sono disegnate immagini inquietanti di donne rappresentate evocativamente nelle vesti di Medusa o di mantice religiosa.

E questo ambiente estremamente ostile anticipa e condivide la natura dei suoi truci abitanti: un gruppo di adolescenti che parlano una lingua incomprensibile e amano torturare gli sparuti turisti che si avventurano da quelle parti.

Vicini per caratterizzazione alle tipiche famiglie di psicopatici freak alla Wrong Turn o Le colline hanno gli occhi, in The Seeding i villain rimangono però solo in secondo piano, spettri lontani che sbeffeggiano l’uomo e impediscono ogni possibile via di fuga, incombono come predatori in attesa della preda, o come il sole spietato del deserto, che sembra osservare dall’alto con un ghigno divertito.

Più ambigua è la donna. Materna e remissiva, a tratti però quasi involontariamente sensuale, si trincera dietro lunghi silenzi che ne mantengono il mistero a lungo. Sono invece i piccoli indizi a parlare di lei e dei suoi veri obbiettivi. Lo sviluppo del suo personaggio è piuttosto ovvio: è già scritto, o meglio dipinto, sulle pareti di roccia che circondano la valle, un po’ come accadeva in Midsommar di Ari Aster.

Eppure, la parabola che la vede epicentro narrativo ed emotivo è ugualmente affascinante, fatta di attese e, ancora una volta di atmosfere coinvolgente. , e i ritmi lenti del racconto possono portare ad alcuni tempi morti, ma la tensione è comunque palpabile, grazie alla interpretazione sottotono, ma potente e intrigante di Kate Lyn Sheil e di Scott Haze, che reggono sulle loro spalle l’intera riuscita del film, la sua suspence.

Decisamente da recuperare sul grande schermo per apprezzarne appieno la fotografia e le atmosfere, ci auguriamo che The Seeding trovi la sua via verso una distribuzione cinematografica dopo aver fatto il consueto giro dei festival di genere.

Il trailer internazionale:

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Published by
Sabrina Crivelli