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Voto: 6.5/10 Titolo originale: Troll , uscita: 01-12-2022. Regista: Roar Uthaug.

Troll: la recensione del film di mostri norvegese di Roar Uthaug (per Netflix)

01/12/2022 recensione film di Marco Tedesco

Il regista gira un kaijū eiga all'europea, rispettando i cliché del genere ma imprimendo un tocco personale che lo rende meno pomposamente hollywoodiano

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Prima di cominciare, sembra giusto sgombrare subito il campo da un argomento che ha tenuto banco fin dalla diffusione del primo trailer online: il Troll appena finito direttamente nel catalogo di Netflix non ha alcun legame stretto con il Troll Hunter del 2010 di André Øvredal, sebbene entrambi provengano dalla Norvegia e presentino un design delle creature del titolo (tradizionalmente scandinave) simile.

Il film di André Øvredal faceva infatti un uso intelligente e sorprendente del formato found-footage per offrire un approccio diverso al tipico cinema dei mostri, mentre il nuovo Troll segue in tutto e per tutto il tradizionale schema dei kaijū eiga, con un cambio di scenario che attinge dal folklore scandinavo.

Diretto da Roar Uthaug (Tomb Raider), Troll si apre con un prologo in cui a una bambina vengono raccontate antiche leggende; in questo caso, la giovane Nora viene a sapere dal padre dei mitici troll trasformati in cime di pietra molti secoli prima.

troll film netflix 2022 posterSalto ai giorni nostri, 20 anni dopo, quando una squadra di minatori che sta scavando un tunnel in una di quelle stesse montagne risveglia qualcosa che li accoglie con un terribile ruggito e poi seminando distruzione.

Avrete forse già intuito che Nora (Ine Marie Wilmann) è nel frattempo diventata una paleobiologa, che viene chiamata con urgenza dal governo norvegese per aiutare a gestire la situazione che si è venuta improvvisamente a creare.

Se lo avete fatto, siete allora abbastanza fan del sottogenere ‘creatura gigante vs. umanità’ da trarre un qualche piacere da certe familiari convenzioni, e quindi probabilmente vi divertirete vedendo Troll.

Abbiamo così molte riunioni e discussioni su come risolvere il ‘problema’ tra funzionari governativi, scienziati (che vogliono preservare la vita della creatura) e militari (che desiderano – ovviamente – distruggerla). Ci sono molti cambi di location, con relativi sottotitoli esplicativi (es. “Residenza del Primo Ministro, Oslo”).

C’è il consueto vecchio ‘svitato’ che vive solitario in una casa sgangherata immersa nella natura e che potrà dare una mano; in questo caso specifico, è il padre di Nora, Tobias (Gard B. Eidsvold), che a un certo punto cita addirittura il Jeff Goldblum di Jurassic Park.

La sceneggiatura di Troll, firmata dallo stesso Roar Uthaug e Espen Aukan, contiene infatti numerosi riferimenti non solo al classico del 1993 di Spielberg (compare anche una tazza di caffè ‘sussultante’) ma anche a Star Wars, Star Trel, Call of Duty e altri. E quando durante un dibattito si parla dei cambiamenti climatici, scatta l’inevitabile battuta su Greta Thunberg.

È chiaro che il regista non prenda tutto questo sul serio, ma non propone comunque mai Troll come una parodia vera e propria. Prende molto sul serio la spettacolarità, anche quando almeno una delle operazioni messe in atto dal governo per provare a ‘sottomettere’ il titano rasenti il ridicolo, e a tal fine gli effetti speciali visivi per rendere il gigantesco troll e della sua devastazione sono di prim’ordine, sia nelle zone rurali, compresa una grande rivelazione che purtroppo è stata svelata fin dai trailer, sia in mezzo alla città di Oslo (ci sono anche alcune scenografie impressionanti, come la mezza casa lasciata in piedi dopo uno degli attacchi della creatura).

Il troll del titolo è convincente tanto quanto Godzilla e soci che appaiono nei più costosi film del MonsterVerse della Warner Bros./Legendary, e alcuni spettatori potrebbero apprezzare il fatto che la narrazione sia più compatta rispetto a quelle epopee hollywoodiani.

troll film netflix 2022Per quanto serrata, la narrazione di Troll avrebbe potuto utilizzare qualche variazione in più nella forma, e lo stesso vale per i personaggi che lo popolano.

Il piccolo gruppo che diventa (ovviamente) l’ultima speranza dell’umanità è infatti composto dalla risoluta Nora, Tobias, Andreas Isaksen (Kim Falck), un consigliere del Primo Ministro che fa la maggior parte delle citazioni sull’attuale cultura pop, e il Capitano Kristoffer Holm (Mads Sjøgård Pettersen), il soldato che impara presto a non essere così entusiasta di optare per la soluzione più conflittuale.

Gli attori si mostrano sufficientemente piacevoli mentre i relativi personaggi affrontano le fasi prescritte dallo schema del genere, abbracciando interpretazioni tanto piacevoli quanto prevedibili, come quando l’adorabile fidanzata e collega nerd di Andreas, l’occhialuta tecnico delle comunicazioni Sigrid (Karoline Viktoria Sletteng Garvang), ottiene il suo improbabile momento da eroina.

Parte integrante di questo tipo di film è anche la simpatia che a volte si prova per il mostro di turno; l’animalesco troll, dopo tutto, sta solo reagendo al saccheggio dell’ambiente in generale e – più nello specifico – della sua casa da parte dell’uomo. E per quanto Troll sia qualcosa di visto e di rivisto, è stato realizzato con sufficiente sincerità e fiducia da farci provare vicinanza per quell’antico essere e per i miseri umani che credono che abbia il nostro stesso diritto di continuare a vivere.

Ah si, la porticina per un possibile sequel viene lasciata aperta durante i mid-credits.

Di seguito trovate il full trailer internazionale di Troll, nel catalogo di Netflix dall’1 dicembre: