Una disamina minuziosa del capolavoro del 1988 rivela il dettaglio che Hayao Miyazaki si è sempre rifiutato di precisare
Il classico Il mio vicino Totoro (となりのトトロ) di Hayao Miyazaki festeggia quest’anno ad aprile il suo trentennale, continuando ad essere un capolavoro senza tempo. La storia alla base del seminale anime del 1988 è limpida, di una purezza commovente, ma è proprio nella sua semplicità che sta il suo fascino: due bambine si trasferiscono con il padre in una casa sperduta nella campagna giapponese, vicino all’ospedale dove la madre malata è ricoverata, in attesa che torni da loro.
Tuttavia, dietro alla semplicità della trama si nasconde un’estrema stratificazione e raffinatezza: come nella maggior parte dei film di Miyazaki, Il mio vicino Totoro è basato sulle esperienze personali dell’autore e sull’osservazione attenta di ogni aspetto del mondo circostante, così la natura esplorata dalle piccole protagoniste del film è invero la riproduzione di luoghi realmente esistenti in Giappone. Il regista però non ha mai rivelato il periodo esatto in cui è stato ambientato il film animato, ha semplicemente detto che si tratta degli anni ’50, in un momento antecedente alla diffusione della televisione, niente di più.
Nulla di ciò ovviamente sminuisce il fascino senza età dell’opera, ma dà tutta una nuova prospettiva e consapevolezza sul numero di dettagli che Miyazaki inserisce ogni volta nei suoi film. Forse infatti l’autore nipponico non si aspettava che il pubblico riuscisse a scovare informazioni precise, ma certo ha previsto nel minimo particolare ogni aspetto e fatto in modo che tutto si incastrasse alla perfezione e potesse essere trovato dai più attenti.
Guardate il filmato di seguito per scoprire dunque la data esatta e numerosi altri dettagli sulla timeline degli eventi narrati: