Voto: 6.5/10 Titolo originale: Rūpintojėlis , uscita: 04-11-2022. Regista: Jonas Trukanas.
Pensive: la recensione del film horror lituano di Jonas Trukanas
23/06/2025 recensione film Pensive di Marco Tedesco
Il regista sorprende con un'opera prima ricca di stile, violenza e sottotesto

Pensive, noto anche come We Might Hurt Each Other, rappresenta un unicum nel panorama horror europeo contemporaneo, distinguendosi come il primo vero slasher lituano e combinando elementi di folklore baltico con una spietata disamina del disagio adolescenziale.
Diretto da Jonas Trukanas, il film segue le vicende di un gruppo di diplomati che, nel tentativo di festeggiare la fine della scuola, si ritrovano in una remota baita di campagna circondata da statue lignee inquietanti, ispirate alla figura del Cristo pensieroso, simbolo di lutto e meditazione.
A guidare il gruppo è Marius, protagonista anomalo del genere: un ragazzo silenzioso, trascurato, che cerca disperatamente attenzione e riscatto sociale. Il suo desiderio di essere notato, soprattutto dalla ragazza che ama, lo porta a compiere scelte che scatenano conseguenze sanguinose.
Quando le statue vengono profanate, la furia si scatena e il film entra pienamente nella sua natura slasher, con omicidi coreografati in modo creativo, crudo e implacabile, sorretti da una regia dinamica e un uso sapiente dell’ambiente notturno. Ma ciò che eleva Pensive al di sopra del semplice omaggio anni ’80 è la sua riflessione sul giudizio e sulla responsabilità morale.
Il film si muove su un doppio binario: da un lato l’estetica del massacro adolescenziale, con richiami al cinema americano classico e alla brutalità visiva, dall’altro un sottotesto esistenziale che esplora la colpa, la passività, il desiderio di appartenenza e la perdita di innocenza.
Marius non è l’eroe finale nel senso tradizionale, ma un anti-final boy spinto da ambiguità morali, egoismo latente e disillusione. La sua traiettoria narrativa sfugge alle dinamiche consuete e introduce una dimensione psicologica insolita per il genere.
La violenza, seppur spettacolare, non è mai fine a se stessa, ma strumento per riflettere sul caos emotivo di un’età di passaggio. Il film evita facili allegorie religiose, ma semina simboli potenti e mai didascalici: le statue, la colpa collettiva, il silenzio degli adulti, la memoria del trauma, tutto concorre a costruire una mitologia personale che sfiora il folk horror senza abbracciarlo pienamente.
L’atmosfera rurale, i paesaggi baltici, la fotografia elegante e i personaggi realistici conferiscono autenticità a una storia che avrebbe potuto cadere nello stereotipo. Trukanas, al suo debutto, mostra un controllo sorprendente del tono, bilanciando introspezione e shock, creando un equilibrio raro in un film di questo tipo. We Might Hurt Each Other è un’opera che riflette le tensioni interiori di una generazione sotto pressione, incastrata tra aspettative sociali e desiderio di libertà, tra normalità e marginalità.
I suoi protagonisti sono archetipi che diventano individui, e la minaccia esterna – il killer mascherato – si intreccia con quella interna: l’insicurezza, il desiderio, la paura di non essere visti.
Il film è anche una critica implicita all’estetica social: la necessità di apparire, di essere validati, di trasformare ogni esperienza in una performance. In definitiva, il vero orrore non è solo quello della carne lacerata o del sangue che scorre, ma quello della solitudine invisibile che consuma l’anima.
Pochi slasher riescono a tenere insieme così efficacemente ferocia visiva e profondità tematica. Pensive non reinventa certo il genere, ma lo arricchisce di sfumature, diventando una visione imprescindibile per chi cerca qualcosa oltre il semplice corpo da contare.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Pensive:
© Riproduzione riservata