Un film brillante e maturo che unisce umorismo, avventura e riflessione sociale
Dopo quasi un decennio d’attesa, Zootropolis 2 di Jared Bush e Byron Howard dimostra che il tempo, se usato bene, può affinare un’idea fino a trasformarla in qualcosa di più grande, più profondo e al tempo stesso più spensierato. Il sequel del film premio Oscar del 2016 non è solo una continuazione: è un’evoluzione coerente e brillante di un universo narrativo che ha ancora molto da dire – e lo fa con una vivacità visiva e tematica che conferma la maturità del cinema d’animazione contemporaneo.
La nuova avventura ritrova la coppia formata da Judy Hopps, la coniglietta idealista e testarda, e Nick Wilde, la volpe cinica e disincantata. Ora sono partner a pieno titolo nel corpo di polizia di Zootropolis, ma la loro collaborazione è tutt’altro che priva di attriti. Il capo Bogo li obbliga perfino a partecipare a una terapia di coppia per colleghi in crisi, in una delle trovate più ironiche e sottilmente umane del film. Dietro la comicità, però, si nasconde un messaggio più serio: la difficoltà di conciliare differenze di temperamento e visione del mondo, anche quando l’obiettivo è comune.
La trama si sviluppa intorno al furto di un prezioso libro appartenente alla potente famiglia Lynxley, fondatrice della città e ideatrice dei “muri climatici” che permettono a ogni specie di vivere nel proprio habitat all’interno di un’unica metropoli. A rubarlo è un misterioso serpente blu, Gary De’Snake, che costringerà Judy e Nick a un’indagine che svelerà segreti del passato, discriminazioni dimenticate e un’idea di giustizia più complessa di quanto immaginassero. Dietro al giallo, infatti, si nasconde una riflessione sul pregiudizio, sull’esclusione e sulla necessità di ampliare il concetto di comunità – una metafora fin troppo trasparente del nostro presente.
La Zootropolis che conoscevamo non è più soltanto una città colorata e pacifica: è un mondo che mostra le crepe della sua perfezione. Gli animali marini e i rettili sono assenti, banditi da una leggenda fondata sulla paura. E proprio questo tema – l’esclusione dell’altro in nome della sicurezza – diventa il cuore morale del film. “Anche i rettili sono persone”, recita uno dei messaggi più espliciti del finale, ma la forza di Zootropolis 2 sta nel modo in cui riesce a tradurre l’etica in azione, il pensiero politico in movimento narrativo, senza mai perdere ritmo o leggerezza.
Ma il vero miracolo è nella scrittura. Jared Bush e Byron Howard, già autori del primo film, riescono a intrecciare il meccanismo da buddy movie con un intreccio che cita apertamente il noir e il cinema d’inchiesta – da Chinatown a L.A. Confidential – filtrandolo attraverso il linguaggio della commedia animata. Il risultato è un equilibrio perfetto tra giallo, satira e sentimento: Zootropolis 2 diverte, sorprende e commuove con la stessa naturalezza con cui alterna battute da manuale e momenti di autentica tenerezza.
L’elemento comico resta potentissimo: dai giochi di parole sugli animali ai riferimenti pop, fino alla parodia di Shining che farà ridere gli adulti e inquietare i più piccoli. Eppure il film non si limita a far ridere: costruisce un mosaico di personaggi secondari che ampliano il mondo e danno respiro alla narrazione. Tra i nuovi arrivi spiccano la podcaster castoro Nibbles Maplestick, il pomposo sindaco cavallo Brian Winddancer e, soprattutto, Gary De’Snake – il primo “mostro” della saga che non è tale, simbolo vivente di una diversità da comprendere, non da cacciare.
Il rapporto tra Judy e Nick è più profondo che mai. Se nel primo film imparavano a fidarsi l’uno dell’altra, qui devono imparare a rispettarsi, ad accettare le differenze come parte della loro forza. È un passaggio di crescita che trasforma il sequel in un vero e proprio racconto di maturità, per i protagonisti come per il pubblico. Il loro legame, ormai intriso di un affetto quasi romantico, diventa la chiave emotiva di un film che parla di amicizia, coraggio e responsabilità collettiva.
A nove anni dal debutto, Zootropolis 2 conferma che il miglior cinema d’animazione non è solo intrattenimento per famiglie, ma un linguaggio capace di affrontare temi universali con ironia, poesia e intelligenza. Non c’è nulla di puramente infantile in questa pellicola: la satira sociale, l’empatia verso l’altro e la capacità di ridere dei propri limiti ne fanno uno dei titoli più compiuti dell’animazione moderna.
In definitiva, Zootropolis 2 non è solo “degno” del suo predecessore – lo supera per ambizione e coerenza, trasformando la sua utopia animale in uno specchio lucido e commovente del mondo reale. È un film che riconcilia leggerezza e profondità, dimostrando che, anche tra una volpe e una coniglietta, il futuro può ancora essere condiviso.
Di seguito trovate il trailer finale doppiato in italiano di Zootropolis 2, nelle sale cinematografiche il 26 novembre: