Resoconto di una giornata alla scoperta delle molte attrazioni tematiche, tra sorprese e delusioni
Non serve essere esperti di cinema per conoscere i grandi classici firmati Disney. Ognuno di noi fin da bambino è stato immerso in questo magico universo animato che negli anni si è fortemente espanso, acquistando la Lucasfilm e la Marvel Entrateinment Inc. Non solo, l’impero disneyano non si è limitato alla sola produzione di alcuni dei massimi capolavori della cinematografia mondiale, ha anche esteso il proprio mondo fantastico all’emisfero del reale, costruendo numerosi parchi a tema nel corso dell’ultimo sessantennio. Primo fra tutti fu il Disneyland Resort, edificato nel 1955 in California e inaugurato da Walt Disney in persona. Seguì nel 1971 in Florida il Magic Kingdom Walt Disney World , poi nel 1983 aprì in Giappone il Tokyo Disney Resort. Infine nel 1992 in Francia venne inaugurato Disneyland Paris e da ultimo in Cina nel 2005 venne costruito l’Hong Kong Disneyland Resort.
Decisamente perplessi per le deluse aspettative, la parte meglio riuscita, forse l’unica che si salvi del tutto, è il percorso Art of Disney Animation, che infatti è stato replicato anche nel complesso californiano. Vera perla dell’area – e oserei dire di tutto il parco -, quest’ultimo è un vero e proprio percorso interattivo che spiega la creazione e lo sviluppo dei personaggi dei vari cartoni animati. Nell’atrio adiacente alle due salette cinematografiche sono esposte diverse foto con disegni di bozzetti e schizzi preparatori, accanto a quelle di disegnatori famosi, così subito si comincia a respirare l’atmosfera di un vero studio di produzione. Nel frattempo viene proiettato un filmato in cui Roy e Walt Disney fanno un breve excursus sulla storia dell’animazione. Si parte dalla preistoria, letteralmente, con un simpatico cavernicolo che, per dare movimento alle sue incisioni rupestri, disegna gli omini con le gambe in posizioni diverse, mentre cercano di inseguire le loro prede con una clava. Si passa poi attraverso l’invenzione del fenachistoscopio, ossia un oggetto costituito da due dischi sovrapposti, uno ricoperto di una serie disegni raffiguranti lo stesso soggetto in diverse posizioni, l’altro semplicemente fenestrato. Questi, girando, creano l’illusione del movimento. In ultimo viene presentata la versione più evoluta del macchinario precedente, lo zootropio, un cilindro con delle piccole fessure al cui interno si trova la sequenza di disegni; anche questo, una volta messo in moto, genera immagini animate. Curiosità: nella stanza si trova anche una multi-plane camera (dispositivo che si sviluppa su più piani), utilizzata per generare diverse sequenze animate presenti in vari classici come Bambi. Finito il filmato si apre la porta adiacente e si viene condotti all’interno della prima saletta cinematografica. Qui vengono proiettate diverse scene tratte dai più famosi film Disney raggruppate secondo le emozioni che suscitano, rabbia, amore, gioia, tristezza e così via.
Dopo questo viaggio nel mondo dell’animazione, abbiamo seguito dunque il lungo e sfaccettato processo di creazione dei personaggi, potendone notare con grande interesse l’evoluzione nel tempo e vedere come un’idea di partenza può essere completamente stravolta per adattarsi maggiormente alla storia o agli altri protagonisti.
continua…