Dopo quasi 40 anni, il regista Louis Leterrier e Netflix realizzano un prequel al classico del cinema fantasy di Frank Oz e Jim Henson, un rispettoso tributo che è una festa per gli occhi e per lo spirito
La premessa. Per secoli gli Skeksis hanno governato il pianeta Thra. Una volta incaricati da Madre Aughra di vegliare sul ‘Cristallo Oscuro’ (o della Verità), si sono però evoluti in terribili e infidi despoti, che banchettano su quel mondo a spese degli altri esseri viventi – soprattutto dei Gelfling. Ma anche esseri potenti come loro stanno invecchiando, e l’energia del Cristallo, che li aveva resi praticamente immortali, sembra ora diminuire. Hanno quindi bisogno di una nuova fonte di energia, e in fretta. Scoprono di avere la possibilità di utilizzare direttamente l’essenza stessa dei Gelfling per i loro scopi, ma non si accorgono di essere stati spiati da Rian, un Gelfling del clan Steinwald. Mentre gli Skeksis sguinzagliano i loro scagnozzi affinché eliminino lo sgradevole testimone, il giovane prova a istigare una ribellione nella popolazione, ma il suo obiettivo è tutt’altro che facile. Non solo i Gelfling sono infatti fedelissimi ai loro governanti, ma soprattutto non vogliono proprio credere alla storia che lui racconta. Senza contare che i singoli clan sono nemici tra loro da tempo immemore …
Tale scelta risiede fondamentalmente nella volontà di onorare a dovere – e di dare perfetta continuità – a Dark Crystal, uno dei grandi classici della storia del cinema con pupazzi e burattini animati manualmente (la nostra recensione) che, pur non avendo grande fortuna al botteghino, è divenuto in seguito un cult assoluto. Questo anche per merito del suo aspetto visivo, dei suoi protagonisti strani e bizzarri che vivevano sul grande schermo una grandiosa avventura ‘a fili’ che non aveva niente da invidiare a quelle dei titoli fantasy con attori in carne e ossa. Pur coi suoi 37 anni sulle spalle, è ancora oggi un esempio impressionante di questa particolare forma d’arte ed espressione della immensa creatività di Jim Henson, che l’aveva ideato e diretto all’epoca assieme al fido Frank Oz.
Jim Henson, ricordato per essere il ‘papà’ dei Muppets e del programma televisivo Sesamo Apriti, è scomparso da quasi 30 anni, ma, a differenza di vari altri tentativi di dare un seguito alla sua preziosa eredità, questo prequel ne è una degna continuazione e omaggio. Anzi, per alcuni aspetti, Dark Crystal: la Resistenza è addirittura superiore al film originale del 1982. Il regista Louis Leterrier (Now You See Me – I Maghi del Crimine) e gli autori Jeffrey Addiss e Will Matthews, che sono stati la vera forza trainante del progetto, seguono senza soluzione di continuità le orme del classico, adottandone i punti di forza, ma anche eliminandone varie debolezze. Una di queste è legata al tempo della narrazione: in 10 episodi (della durata di circa 50 minuti ciascuno), si può inevitabilmente raccontare molto di più che in un solo film di un’ora e mezza. Tutto ciò che poteva essere solo accennato in Dark Crystal è mostrato in modo molto più dettagliato qui.
Inscindibilmente legato a ciò è il nuovo, stupefacente, look. Naturalmente, le possibilità di oggi sono molto diverse da quelle dei primi anni ’80, motivo per cui un confronto tra le due visioni è inevitabilmente indelicato. Louis Leterrier e il suo team, tuttavia, riescono ad utilizzare la tecnologia odierna in modo tale da rafforzare la magia classica dei burattini invece di rimpiazzarla. In questo modo, i pupazzi guadagnano una maggiore libertà di movimento, sia grazie all’elettronica avanzata che all’uso dei green screen. Questi ultimi e gli effetti al computer sono un po’ evidenti, ma raramente diventano un ‘problema’, dato che gli elementi realizzati a mano sono predominanti e regalano un’espressività spesso sorprendente a quei volti sintetici. Per coloro il cui cuore, alla visione di un fantasy girato nel 2019, batte ancora alla vista di un abito materico, per oggetti concreti e non disegnati in Computer Graphic, Dark Crystal: la Resistenza è una festa assoluta per gli occhi e lo spirito, al pari di un lungometraggio della LAIKA o della Aardman. La quantità di dettagli combinata con il senso del fantastico è mozzafiato, e a differenza di molte altre produzioni ‘made in Netflix’ si può chiaramente vedere che questo progetto è nato davvero da una grande passione personale.
Dark Crystal: la Resistenza fa leva piuttosto sul mondo in cui ci (ri)porta, sui suoi curiosi abitanti e sull’incantevole tecnica di animazione impiegata, molto meno sugli aspetti comici. L’avventura vera e propria a volte degenera in una questione minore. Ciò che all’epoca era stato un grande colpo di scena, viene rivelato qui proprio all’inizio, il che ne diminuisce significativamente l’impatto. In ogni caso, la serie è ugualmente in sintonia con l’importanza del senso di comunità, e soprattutto col rispetto per l’ambiente, veicolando alcuni inconfondibili messaggi ecologisti quando si parla dello sfruttamento eccessivo, cieco ed egoista.
In definitiva, gli appassionati del film, sebbene la conclusione sia loro ovviamente stata ‘anticipata’ da Dark Crystal, troveranno pane per le loro menti nostalgiche, mentre i neofiti (magari non proprio giovanissimi, visto che i grotteschi Skeksis potrebbero risultare eccessivamente cupi e spaventosi), potranno comunque accostarsi allo show senza indugi e con spirito curioso, specie perché non è necessaria alcuna conoscenza precedente, scoprendo che un’alternativa all’abuso di CGI – spesso a basso costo – (r)esiste, e va supportata.
Di seguito trovate due video dal dietro le quinte della prima stagione di Dark Crystal: la Resistenza, nel catalogo Netflix dal 30 agosto: