Intrigante nella sua prima incarnazione breve, la creatura di Kenneth Johnson venne malamente stravolta e appiattita nella versione più lunga
L’episodio finale di Visitors (V) andò in onda il 22 marzo 1985 (negli Stati Uniti, in Italia il 12 marzo dell’anno seguente), segnando il culmine di una ‘grande tragedia’ nella storia della televisione degli anni Ottanta.
La serie, che non durò nemmeno un’intera stagione (19 episodi, col ventesimo mai realizzato), trasformò infatti un franchise di fantascienza potenzialmente straordinario dapprima in una pessima soap opera – e poi lo disintegrò.
Tutto in appena due anni. La prima V – Visitors fu una miniserie in due parti della NBC creata da Kenneth Johnson – un veterano della TV americana, con alle spalle successi del calibro di L’uomo da sei milioni di dollari, La donna bionica e L’incredibile Hulk – e andò in onda nei primi due giorni di maggio del 1983. A posteriori, regge sorprendentemente bene al passare del tempo, nonostante la povertà tecnologica dei suoi effetti speciali.
La trama racconta di alcuni cittadini di Los Angeles che un giorno si svegliano e scoprono che 50 enormi dischi volanti si sono posizionati sopra le principali città del mondo. I personaggi principali sono il cameraman di un telegiornale di nome Mike Donovan (Marc Singer, reduce da Kaan principe guerriero), una biondissima biologa di nome Julie Parrish (Faye Grant) e la cattivissima Diana (Jane Badler).
Man mano che l’inganno degli alieni diventa chiaro, si delineano anche le radici politiche della trama. Kenneth Johnson ha infatti basato la sua storia sul romanzo antifascista di Sinclair Lewis del 1935 Qui non è possibile, che seguiva l’autoritario radicale Berzelius “Buzz” Windrip mentre saliva al potere negli Stati Uniti dichiarando la sua fedeltà ai valori tradizionali e promettendo un ritorno all’antica ‘grandezza’ americana.
Buzz sconfiggeva addirittura Franklin Delano Roosevelt alle elezioni presidenziali e si impegnava quindi immediatamente a trasformarsi in un dittatore fatto e finito, deportando nei campi di concentramento le persone che non erano d’accordo con la sua politica, abolendo il Congresso e istituendo una forza paramilitare tesa a consolidare il controllo sulla popolazione.
In Visitors, questi elementi della narrazione vengono ampliati con un ulteriore strato di riferimenti ai nazisti e alla Seconda Guerra Mondiale. Quando Mike scopre che gli alieni non sono affatto simili agli esseri umani, ma sono in realtà creature simili a lucertole antropomorfe che indossano travestimenti ‘carnosi’, hanno già consolidato il loro potere sulla Terra. Hanno fomentato la paura generale, sostenendo di aver scoperto un nefasto complotto tra gli scienziati umani, usando questa scusa per far sparire chiunque sospettasse la verità.
Questo, prevedibilmente, porta molti scienziati a nascondersi. Visitors trasforma questa situazione in un riferimento diretto all’esperienza degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, reso ancora più esplicito da un sopravvissuto all’Olocausto (Leonardo Cimino, che, in un interessante colpo di scena storico, si rivela essere un veterano dello sbarco in Normandia del 1944) che costringe i suoi familiari a dare rifugio alla famiglia di uno scienziato ricercato dagli alieni, esattamente come la sua famiglia era stata protetta dai nazisti.
Alla fine, gli umani non hanno altra scelta che creare un movimento di resistenza, guidato da Julie. Il loro obiettivo è quello di riprendersi la Terra dagli alieni che, come è stato rivelato, sono qui per rubare l’acqua del pianeta e usare gli umani come fonte di cibo. La miniserie si conclude con un cliffhanger, con i Visitatori che ormai controllano il pianeta e gli umani che inviano disperatamente segnali nello spazio, sperando in un aiuto da qualche altro sistema stellare.
Si tratta di un altro gustoso pezzo di serialità camp hollywoodiana: allo stesso tempo ridicolo e divertente, con un forte nucleo concettuale fantascientifico. Il successo di V: The Final Battle fu comunque pari a quello del suo predecessore e convinse la NBC a proseguire con una serie vera e propria, lanciata nell’ottobre dello stesso anno (in Italia nel gennaio 1986).
Purtroppo, ma forse prevedibilmente, la serie di Visitors fu un disastro. Gli intrecci avvincenti, anche se ai limiti dell’assurdo, delle due miniserie si trasformarono infatti in un pasticciato melodramma senza senso. I personaggi compivano scelte inspiegabili, il cui unico scopo era quello di alimentare l’episodio della settimana successiva. Il budget era limitato, il che comportò tempi per le riprese ristretti e un uso di una tale quantità di immagini di repertorio che a volte il pubblico assistette alle medesime esplosioni o a scene di astronavi aliene in avvicinamento per due o tre settimane di fila.
Ancora peggio, gli attori di Visitors, lavorando sotto la duplice pressione di una scrittura disastrosa e di un programma di riprese frenetico, non furono in grado di offrire performance che andassero oltre il livello medio di una soap opera. I personaggi vengono uccisi a caso o scompaiono misteriosamente senza motivo. Michael Ironside, che nella serie interpreta Ham Tyler, un mercenario e assassino trasformato in combattente per la libertà, parte per Chicago a metà e non fa più ritorno.
In ogni caso, alle fine gli ascolti andarono così male che la NBC decise di cancellare V – Visitors dopo la messa in onda dell’episodio 19, dando vita a una conclusione sconcertante.
Nel fatidico episodio 19 gli spettatori vengono infatti introdotti all’idea dell’onnipotente Capo dei Visitatori, che è finalmente arrivato sulla Terra per risolvere la situazione una volta per tutte. Non lo vediamo, ma porta il personaggio mezzo alieno / mezzo umano nella sua astronave e (insieme al fidanzato di lei, che si nasconde) parte verso le stelle con la promessa di mostrare a lei – e di riflesso a noi spettatori – la ‘verità cosmica’ dell’universo. Nel frattempo, sulla Terra, uno dei cattivi ci comunica di aver messo una bomba sulla navicella. E, poiché chiusero i battenti proprio a quel punto, senza nemmeno girare l’episodio conclusivo, tutti finisce lì.
È una triste e sordida storia di fallimento hollywoodiano, che non è stata resa migliore dall’omonimo reboot del 2009, durato due stagioni per lo più mediocri.
A essere precisi, però, V – Visitors ha a sua volta degli importanti predecessori in 2022: i sopravvissuti, nel famoso episodio “Servire l’uomo” di Ai Confini della Realtà, in La guerra dei mondi e in Ultimatum alla Terra. Eppure, riguardando la serie oggi, si vedono tutte queste idee svilupparsi nel contesto delle nostre preoccupazioni più moderne – l’ascesa del fascismo, la paura dell’immigrazione, la catastrofe ambientale – salvo essere completamente sprecate malamente da uno script scellerato.
In quest’ottica, forse allora è giusto che l’ultima battuta rivolta al nostro eroe Mike Donovan – pronunciata da un leader della resistenza aliena diventato suo amico – sia questa gemma di saggezza: “Hai un grande pianeta, Mike. Hai combattuto valorosamente per salvarlo. Non farne un uso improprio“.
Di seguito trovate la sigla italiana di Visitors (V):