Il gotico senza contrasto, quando il successo è un boomerang
Il ritorno di Mercoledì (Wednesday) su Netflix arriva con la pressione di un fenomeno che, nel 2022, ha travolto la cultura pop: meme virali, cosplay, merchandising a pioggia e una protagonista, Jenna Ortega, diventata icona goth globale in pochi giorni.
Tuttavia, a quasi tre anni dal debutto e con una seconda stagione divisa in due parti da 4 episodi ognuna (la prima disponibile dal 6 agosto, la seconda dal 3 settembre), quello che emerge è un prodotto che, nel tentativo di replicare il successo, finisce per autoannullarsi. Wednesday 2 è l’esempio perfetto di come un marchio può diventare vittima della propria gloria.
Il problema principale? L’assenza di evoluzione. La serie continua a replicare la stessa formula – mistero scolastico, dramma adolescenziale, estetica gotica levigata – senza però aggiungere nuove sfumature narrative o visive. Il mondo della Nevermore Academy, che nella prima stagione aveva una sua aura di scoperta e peculiarità, appare ora saturo, prevedibile e persino ridondante.
Jenna Ortega resta la forza trainante del progetto: la sua interpretazione è ancora precisa, ma la novità è svanita. Le sue battute, per quanto taglienti, suonano ora più come un esercizio di stile che come il frutto di un personaggio vivo. La Mercoledì di questa stagione sembra chiusa in un loop narrativo, più reattiva che realmente coinvolta.
Il contesto attorno a lei, poi, è talmente affollato da soffocare qualunque possibilità di approfondimento. L’allargamento del cast (Steve Buscemi, Billie Piper, Thandiwe Newton, Joanna Lumley, Christopher Lloyd) è un’operazione di prestigio più che di sostanza. Molti dei nuovi personaggi risultano sprecati, relegati a funzioni narrative superficiali o del tutto inutili. Addirittura, le stesse colonne portanti della famiglia Addams – Morticia e Gomez in primis – da eccentrici outsider sono diventati figure inserite nel sistema, genitori invadenti e, paradossalmente, normali. Il contrasto, che è sempre stato la chiave comica e tematica della famiglia Addams, è evaporato.
L’impianto narrativo è congestionato da sottotrame poco incisive e da misteri che, seppur intrisi di corvi, visioni, sangue nero e delitti grotteschi, faticano a mantenere l’attenzione viva. L’enigmatica Agnes, stalker invisibile di Mercoledì, o le trame sentimentali di Enid con Bruno e Ajax, sembrano meri riempitivi. L’intreccio principale, che coinvolge omicidi legati a un manicomio e a un passato oscuro, non offre veri colpi di scena e appare strutturalmente derivativo, privo di autentica tensione.
Nemmeno Tim Burton, che dirige due episodi, riesce a imprimere una visione davvero originale: i suoi tocchi sono riconoscibili – dai montaggi stop-motion al design delle creature – ma sembrano ormai routine, quasi autoparodici. Non aiutano gli effetti speciali, che in alcune scene appaiono al limite del dozzinale.
L’ironia, da sempre linfa vitale della saga degli Addams, viene schiacciata da una scrittura pigra, che preferisce l’estetica alla sostanza, la forma al contenuto.
Anche i temi più ambiziosi, come il rapporto madre-figlia tra Mercoledì e Morticia o la riflessione sulla fama e l’identità, vengono solo accennati. L’evoluzione interiore della protagonista è congelata dietro il mantra che “le persone non cambiano”, mentre ogni episodio sembra ripetersi come un rituale privo di spirito. Lo stesso vale per l’uso simbolico della lacrima nera o per la sua cocciuta insistenza nel respingere ogni legame: più che ribelle, la Mercoledì di oggi appare ingabbiata.
Visivamente, la serie resta di alto livello grazie al lavoro eccellente di Colleen Atwood e Mark Sutherland sui costumi e alla direzione artistica di Mark Scruton. Ma la bellezza scenica da sola non basta, soprattutto quando il contenuto latita.
In sintesi, Mercoledì 2 soffre di un duplice peccato: quello dell’autocompiacimento e quello della stagnazione. Ha smesso di essere una sorpresa per diventare una replica attenuata di se stessa. Lungi dall’essere un disastro, è semplicemente una serie “ok”, ma che rischia di perdere velocemente fascino se non riesce a rinnovarsi.
Il pubblico giovane, ancora attratto dall’estetica gotica e dalla carismatica Ortega, potrebbe accontentarsi. Ma chi cerca un racconto capace di evolversi, sorprendere e davvero “mordere” il proprio tempo, resterà con la sensazione che le lacrime nere versate da Mercoledì non siano dolore, ma noia.
Di seguito trovate il full trailer doppiato in italiano della stagione 2 di Mercoledì, a catalogo dal 6 agosto: