Il creatore della serie HBO ha spiegato di aver fatto tesoro dell'accoglienza non proprio esaltante riservata al secondo ciclo di episodi nel 2015 e di aver aggiustato il tiro
Creata da Nic Pizzolatto, la serie HBO True Detective è tornata ora per una terza stagione di 8 episodi che si svolge in tre diversi momenti temporali, esplorando il caso che ha perseguitato per anni Wayne Hays (Mahershala Ali). Nel 2015, il detective in pensione scopre che la memoria lo sta abbandonando, rendendogli molto difficile riflettere sulla scomparsa di due bambini in Arkansas, e che il crimine del 1980 – così come pure gli sviluppi del 1990 – ha avuto un effetto riverberato attraverso la sua famiglia e la sua collaborazione col partner Roland West (Stephen Dorff).
Questa la risposta di Nic Pizzolatto:
Mi ha insegnato che nella seconda stagione c’erano un sacco di cose che il pubblico non avrebbe voluto vedere, basandosi sulla stagione 1 di True Detective, ma sono molto orgoglioso del lavoro svolto da tutti. Cerco solo di migliorare sempre in quello che faccio, e penso che le critiche soggettive siano una parte importante di questo processo, quindi ho cercato di non evitarne nessuna. Voglio solo migliorare e persino restringere il focus su quello che stiamo cercando di fare. È un grande sforzo di squadra.
Parole oneste, ma che riaprono il dibattito sul fatto se sia giusto che un autore segua eccessivamente la volontà del pubblico (soprattutto di Internet) per decidere come scrivere una sceneggiatura.
Di seguito il secondo e il primo full trailer della stagione 3 di True Detective, che ha debuttato ieri negli USA (stasera in Italia su Sky):