Personaggi originali nella serie TV di Sin City che sta preparando Glen Mazzara
01/06/2017 news di Redazione Il Cineocchio
Anche Len Wiseman è coinvolto nell'adattamento della serie noir a fumetti di Frank Miller
Anche sul grande schermo, Sin City ha sempre avuto una struttura a episodi, con i suoi diversi personaggi operanti in una varietà di storie interconnesse, tutte ambientate nello stesso ambiente noir e cupo. La televisione sembra quindi una casa naturale per il mondo creato da Frank Miller nel 1991.
Glen Mazzara, showrunner di The Walking Dead per due stagioni, sarà ora uno dei produttori della nuova versione TV di Sin City attualmente in via di sviluppo per la Weinstein Company. Accanto a lui ci saranno anche Len Wiseman (Underworld, Total Recall), nonché Stephen L’Heureux, che ha già prodotto nel 2014 il deludente Sin City – Una donna per cui uccidere di Robert Rodriguez. A quanto pare, la loro idea è di creare qualcosa che “prenderà molto le distanze dai film, introducendo personaggi originali e timeline intenre all’universo Sin City“. Tuttavia, non è ancora chiaro quanto – e se – Miller sarà coinvolto in prima persona.
La Weinstein Company sta cercando di portare Sin City sul piccolo schermo fin dal 2013. All’epoca, avrebbe dovuto adattare l’estetica visiva delle pellicole con l’aiuto di Miller e Rodriguez, ma è molto probabile che ora non sarà più così. Non resta che aspettare le offerte di qualche rete e capire chi riuscirà ad accaparrarsela.
Arrivata la prima volta nelle fumetterie nel 1991 per la Dark Horse Comics, Sin City è una serie a fumetti irregolare e decisamente poco mainstream in 7 capitoli che ha raccontato molte storie ambientate a Basin City, città immaginaria popolata da una varietà umana dalla morale piuttosto labile e teatro di reati violenti, faccende di droga, sesso e di tutto quello che è considerato tabù. Dopo 9 anni di pubblicazioni a fasi alterne, il concept è stato trasformato in un film di buon successo commerciale nel 2005 per la regia di Rodriguez, Frank Miller e Quentin Tarantino, che hanno diretto i 3 episodi di cui è composto, Un duro addio, Quel bastardo giallo e Un’abbuffata di morte. Considerata la natura stessa del materiale cartaceo originale, c’è abbastanza spazio per raccontare vicende per molto tempo, augurandosi che non vengano introdotte censure di qualche tipo che ne snaturino la forza.
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Fonte: Deadline