Una missione suicida oltre la Barriera (dell'incredulità)
SPOILER sull’episodio
Li avevamo lasciati appena fuori dalla Barriera i nostri sette samurai, in una presumibile missione suicida che si rivela lo specchio di un episodio ai confini del nonsense, tanto da sembrare scritto dai tre sceneggiatori di Boris. Ormai David Benioff e B. D. Weiss vanno dove li porta l’audience e con Death is the enemy ci propinano così un mash-up clamoroso tra The Walking Dead e le romanticherie becere alla How I met your mother, in un’atmosfera degna di Bear Grylls. Lo spettatore potrebbe magari sentirsi leggerissimamente preso per i fondelli, visto che non bastano due o tre scene in cui i draghi salvano la situazione incenerendo tutto, quando manca la narrativa e l’intreccio di sottotrame tipico della penna di George RR Martin.
La scena della barca non ha proprio ragione d’essere. Dopo cinque episodi in cui Jon si mostra leale solo alla sua gente e si rifiuta fieramente di inginocchiarsi a lei, adesso è a un passo dal cambiare il suo status di Facebook in ‘Sposato con Dany’. La Madre dei Draghi di contro, appena vede un accenno di addominali è pronta a sacrificare i due ‘figli’ superstiti per il bel tenebroso del Nord. Poco importa se non ha versato una singola lacrima per la morte inutile e stupida avvenuta poco prima del povero Viserion, inghiottito da un vuoto di sceneggiatura. Ma sì, mica è colpa dell’idea idiota di Jon di catturare un non morto quello che è successo … Anzi, è servito ad aprirle gli occhi … e le gambe! Speriamo tutti nella pronta vendetta del drago zombie, servita molto fredda.
Resta da decifrare il comportamento di Arya, che sembra ormai rappresentare l’incazzatura e la sete omicida dello spettatore. Senza dubbio è interessante la sua progressiva perdita di umanità e il suo ritrovato odio per la sorellona Sansa (come biasimarla …), ma il fatto che si faccia ingannare così facilmente da Ditocorto (che purtroppo ormai è l’unico personaggio fedele a sé stesso) lascia perplessi. Che sia un astuto piano?
Abbiamo l’attacco a sorpresa di un enorme orso polare morto, che casualmente si mangia l’unico sconosciuto dei sette, forse perchè portava la radio, boh. In tutto questo, il gruppo si è avventurato nel gelo alla sperindio, brancolando alla ricerca di una montagna a forma di freccia … Si imbattono fortunosamente in un’avanguardia e Jon uccide un Estraneo con Lungo Artiglio (e va bene perché è acciaio di Valyria). Passi pure che i non morti “normali” possano essere uccisi da armi comuni, ma da quando sbriciolando un Estraneo si uccidono nello stesso momento anche tutti quelli che ha trasformato? Perchè allora Jon non dice a Daenerys di concentrare l’alito infuocato subito sugli Estranei invece che perdere tempo con tutti i sottoposti a brandelli? E cosa dire del povero Thoros di Myr, tenuto in vita dal Signore della Luce per un disegno ben preciso a quanto si diceva, che alla fine muore congelato come una comparsa qualunque? Forse il Signore della HBO non voleva rinnovargli il contratto … Thormund invece ricorda il Glenn di TWD, capace di sopravvivere anche quando viene sommerso da una moltitudine di zombie.
Il Re della Notte e i suoi fidati scagnozzi, folgorati dalla scoperta del motore a curvatura con cui la biondissima viaggia, aspettano giustamente che venga arso metà del loro esercito prima di sparare un giavellotto con precisione chirurgica e abbattere uno degli sputafuoco. Naturalmente il secondo strale indirizzato a Drogon finisce in tribuna. In tutto questo, l’alito incendiario delle creature non riesce a sciogliere i 2 cm di ghiaccio ostinato che rivestono lo specchio d’acqua. Jon, eroe votato al sacrificio insulso, continua però a combattere a caso anche quando sono già tutti sul dorso del drago, invece di salire e svolazzare via con loro. E quando si comincia a credere che forse il Re del Nord finisca per lasciarci le penne davvero, ecco tuttavia che rispunta dalle acque, ma invece di fare finta di essere morto sul serio e/o rimanere nascosto, si mette a passeggiare attirando a sé l’esercito di nemici putrefatti che si stava già allontanando. Non contenti, sempre sul tema ‘riesumiamo i cadaveri’, sbuca allora fuori dal più assoluto nulla pure lo zio ‘deus ex machina’ Benjen, che ha utilizzato un Garmin impostato sulle coordinate “trova nipote deficiente” e che decide di immolarsi per preservare il disorientato parente.
L’epilogo è la perfetta metafora di questa stagione propagandistica per quel fenomeno commerciale che ormai è Il Trono di Spade: i resti del povero drago ucciso dalla sete di rating, che viene riesumato e trasformato in qualcosa che contiene soltanto lo scheletro di quello che era in origine.
Di seguito il trailer dell’episodio 7×07 (il season finale) assieme alla featurette sul dietro le quinte di Beyond the Wall: