Stone e Parker: “La vittoria di Trump ci ha costretto a stravolgere la stagione 20 di South Park”
05/05/2017 news di Redazione Il Cineocchio
I due autori della caustica serie animata hanno parlato del critico episodio 7 e dei loro piani iniziali in caso di vittoria di Hillary Clinton
Come molti sapranno, ogni episodio di South Park per passare dalla sceneggiatura al prodotto finito impiega una settimana, una (molto impegnativa) caratteristica che permette ai suoi creatori Matt Stone e Trey Parker di essere estremamente flessibili in termini di argomenti di attualità e di essere così sempre ‘sul pezzo’. Essendo la stagione 20 della serie animata andata in onda nel pieno della campagna elettorale per le presidenziali USA (il nostro commento), è stato quindi normale che il leitmotiv fosse la gara tra i due candidati, Hillary Clinton e Donald Trump. L’imprevedibilità assoluta della vittoria finale da parte del magnate ha però scombussolato i piani, tanto che il settimo episodio, che sarebbe stato trasmesso il giorno dopo le elezioni, era stato già deciso che si sarebbe occupato della vittoria di Hillary, con il marito Bill che sarebbe diventato il primo first gentleman della storia.
Parker e Stone hanno recentemente spiegato cos’è successo in una recente intervista:
Stavamo seguendo la nostra strada in questo grande scontro ragazzo vs. ragazza e tutti abbiamo pensato: ‘Okay hurrà, Hillary sarà il Presidente’. Questo significa che Bill Clinton sarà il primo first gentleman. Quella per noi era la cosa più ironica e cool su cui concentrarsi. ‘Ok, forza, è fatta, è ufficialmente il first gentleman, come vi sentite ragazze?’ Questa è la strada che avevamo intenzione di percorrere per l’intera stagione e questo è ciò che è stato mandato davvero all’aria. [Mr.] Garrison avrebbe dovuto tornare a casa e ricominciare a insegnare di nuovo ecc. mentre ora siamo rimasti bloccati in quest’altra [timeline].
Una volta che è stato evidente che Trump sarebbe diventato il 45esimo presidente degli Stati Uniti, i due autori si sono ritrovati pertanto spiazzati, prendendo in considerazione anche l’idea di non andare in onda, considerato che avevano solo 24 ore di tempo per elaborare qualcosa:
Abbiamo pensato di non andare in onda. [Abbiamo parlato] di trasmettere lo show così com’era, una cosa del tipo ‘Ecco, è un documento per la storia’. Abbiamo chiamato [l’ex presidente di Viacom Music and Entertainment] Doug Herzog, dicendogli: ‘Non riusciamo a portare a termine lo show. È tutto davvero rovinato, ci dispiace.’ E lui ha risposto na cosa del tipo ‘Sono al Daily Show, tutti piangono, vi richiamerò’. Era come se il suo mondo, tutti quanti, gli venissero a dire: ‘Non possiamo farlo stasera’. Ci presentiamo giovedì mattina e cominciamo a farne un altro. Non c’è tempo per elaborare.
Parker ha aggiunto:
Ci siamo messi al tavolo e abbiamo iniziato a cancellare roba e riempire i buchi, pensando: ‘Come possiamo allineare tutto questo e dargli un senso?’ Verso le 9:30 o le 10.00 avevamo pensato a qualcosa, ma credo che Herzog sarebbe stato d’accordo anche se non fossimo andati in onda, anche se sarebbe stato bello – almeno per i veri appassionati di South Park – vedere che tutto era ancora [in piedi]. Era come se non si volesse vedere che il mondo fosse cambiato. Una cosa del tipo: ‘Okay, questa cosa orribile è accaduta e [Trump] è stato eletto Presidente, ma South Park è ancora in onda. Il sole sorge ancora. L’acqua è ancora limpida‘.
Un po’ miracolosamente qui, il team di South Park è stato in grado di inventare qualcosa e ne è uscito “Oh, Jeez“, che è andato regolarmente in onda il giorno successivo. Per quanto riguarda la prossima stagione invece, Stone e Parker hanno anticipato di non voler diventare il Donald Trump Show.
Ci sono molte commedie politiche di buona fattura là fuori. Ci piace toccare questo aspetto e magari farlo per una settimana, ma poi nella successiva tornare invece solo a scherzare.
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Fonte: The Ringer