Il romanzo spy-action di Matthew Quirk arriva sul piccolo schermo supervisionato da Shawn Ryan, ma il risultato è estremamente convenzionale e prevedibile
Spie, cospirazioni, doppiogiochisti e terrorismo informatico. Vi ricordate quando questi erano pittoreschi espedienti per costruire le trame di prodotti destinati al grande e piccolo schermo? Sembra ormai che un qualche servizio di streaming faccia debuttare una nuova storia di spionaggio ogni poche settimane. Alcune cercano di stravolgere le convenzioni, mentre altre si attengono in modo frustrante alla formula di base, ma ben poche sembrano uscire dagli schemi per fare qualcosa di davvero unico nel genere.
The Night Agent, tratto dall’omonimo romanzo best-seller di Matthew Quirk del 2019, si presenta come una storia della origini ‘estesa’ che sfrutta una premessa già ampiamente collaudata senza spingersi oltre. Nonostante la solida chimica dei protagonisti e un paio di sorprendenti interpretazioni di supporto (c’è anche Robert Patrick), il risultato è sostanzialmente un prodotto mediocre che non riesce a valorizzare i suoi attori di talento, inserendoli in una vicenda altamente prevedibile ed eccessivamente dilatata, che avrebbe potuto funzionare meglio come lungometraggio.
Fallito il tentativo di acciuffarlo, la serie fa un salto in avanti nel tempo per mostrare l’instabile Sutherland alle prese con il telefono ‘Night Action’ della Casa Bianca, sotto la diretta supervisione del capo dello staff Diane Farr (Hong Chau). Grazie a qualche deduzione, possiamo scoprire che i teorici della cospirazione online pensano che sia stato proprio Sutherland ad aver piazzato quella bomba, dato che suo padre è stato smascherato anni prima come spia dei russi.
Lavorando senza badarci troppo, Sutherland è incaricato di accogliere le chiamate di emergenza dagli agenti sul campo, quando una notte riceve una telefonata da Rose Larkin (Luciane Buchanan), ex amministratore delegato di una società di sicurezza informatica i cui zii sembrano essere agenti sotto copertura. Molto rapidamente, Sutherland e Larkin si rendono conto di essere coinvolti in un enorme complotto che coinvolge personaggi più alti livelli di potere.
Nei 10 episodi che compongono la prima stagione di The Night Agent, Sutherland e Larkin si ritrovano così in fuga dal governo degli Stati Uniti e da una coppia di grotteschi assassini (Eve Harlow e Phoenix Rael), senza potersi fidare di nessuno. Mentre Farr, Ben Almora (Enrique Murciano) ed Erik Monks (D.B. Woodside) cercano di aiutare Sutherland, la serie rende difficile capire di chi ci si possa veramente fidare e di chi abbia invece secondi fini.
L’anno scorso, proprio Netflix aveva messo a catalogo una serie molto simile intitolata The Recruit, con Noah Centineo. Quella serie sceglieva di affidarsi all’umorismo come contrappunto alle scene di violenza e di azione necessarie nelle trame di terrorismo e cospirazione. The Night Agent non ha bisogno di umorismo e opta piuttosto per presentare questa serie come un dramma d’azione più tradizionale, come 24 o i film di Jason Bourne.
A differenza di questi film, però, non c’è nessun colpo di scena che distingua questa storia, che invece si sviluppa in modi piuttosto anticipabili. Arrivati alla fine, è abbastanza difficile capire perché siano stati necessari addirittura dieci episodi per raccontarla. Ne sarebbero bastati quattro al massimo per la vicenda principale, mentre i restanti sono solo pieni di depistaggi e vicoli ciechi che impantanano la trama anziché renderla più avvincente.
Hong Chau, reduce da una nomination all’Oscar per The Whale (la recensione), regala una delle sue interpretazioni più strane nei panni della compassata Diane Farr. Gabriel Basso e Luciane Buchanan hanno una solida chimica, ma i loro personaggi prendono costantemente decisioni narrative sconcertanti.
È un peccato perché in questa serie si accende una scintilla ogni tanto, soprattutto quando Gabriel Basso entra in modalità ‘azione’ e a Luciane Buchanan. Il problema risiede intrinsecamente nella familiarità di questa premessa, che prende una piega del tutto bizzarra nell’episodio finale, prefigurando una seconda stagione molto diversa, nel caso in cui The Night Agent si guadagnasse la possibilità di continuare a raccontare questa storia.
Ultima di una serie di produzioni originali deludenti, The Night Agent potrebbe essere facilmente scambiata per una tipica serie da TV in chiaro, se non fosse per le parolacce. A parte questo, è come tutte le altre serie incentrate su cospirazioni governative uscite negli ultimi dieci anni, o forse più. I cattivi sono appena vagamente tratteggiati e le sottotrame esistono per trascinare la storia per dieci capitoli.
Insomma, The Night Agent sembra una storia che anni fa avrebbe avuto come perfetti protagonisti Liam Neeson o Kiefer Sutherland al loro apice. La tensione non va mai oltre il tiepido, un po’ poco per un prodotto che non riesce nemmeno a rendere eccitante la sicurezza del Presidente degli Stati Uniti.
Di seguito trovate il full trailer internazionale di The Night Agent, nel catalogo di Netflix dal 23 marzo: