Titolo originale: Star Wars: Episode II - Attack of the Clones , uscita: 15-05-2002. Budget: $120,000,000. Regista: George Lucas.
Ahmed Best e l’origine del duello tra Yoda e Dooku in L’attacco dei cloni
21/04/2025 news di Stella Delmattino
Svelato un retroscena curioso su una delle scene più bizzarre della saga

Se c’è una scena di Star Wars: L’attacco dei cloni che ha fatto esultare ogni fan in sala, è il momento in cui il Maestro Jedi Yoda accende la sua spada laser e scatena tutta la sua furia acrobatica contro il Conte Dooku. Fu un momento inaspettato, folle, completamente diverso da tutto ciò che avevamo mai visto da quel personaggio che, una volta, si limitava a colpire Luke Skywalker con un bastone.
Ma quello che molti fan non sanno è che questo duello indimenticabile è nato da panico, improvvisazione, anime, film di arti marziali… e un bel po’ di aiuto da parte di Ahmed Best.
Sì, l’attore dietro Jar Jar Binks ha contribuito a costruire una delle scene d’azione più decisive dell’intera trilogia prequel di Star Wars. Questa storia è stata rivelata nella seconda stagione della docuserie Lucasfilm Light & Magic, ora disponibile su Disney+.
In un episodio, il Supervisore all’Animazione Rob Coleman ha ricordato come George Lucas gli consegnò una sceneggiatura che descriveva con nonchalance il duello culminante di Yoda come “un combattimento che sfida ogni descrizione”. Naturalmente, Coleman aveva delle domande. Si rivolse quindi a Lucas e gli chiese come avrebbe dovuto essere davvero lo scontro, e Lucas scoppiò a ridere rispondendo: “Eh, questo lo devi capire tu!”.
Quanto allo stile di combattimento di Yoda, Lucas aggiunse questo illuminante consiglio: “Pensa a lui come al Diavolo della Tasmania“. Poi, rivedendo i primi test video, Lucas aggiunse ulteriori indicazioni colorite: “Lo vorrei più simile a una rana. Saltellerebbe in giro. Cosce grosse. Il figlio illegittimo di Kermit la Rana e Miss Piggy“.
Rob Coleman, comprensibilmente, stava perdendo la testa. È a quel punto che Ahmed Best lo vide stressato sul set. Gli chiese cosa intendesse fare con la scena del combattimento di Yoda. Fu allora che Best fece una proposta inaspettata. Da sempre studioso di arti marziali e grande fan di anime e del cinema d’azione orientale, Best invitò Coleman a casa sua per aiutarlo a visualizzare la sequenza.
Lì gli mostrò una serie di film e scene anime d’azione che cambiarono tutto. Gli fece vedere film di Bruce Lee, Jackie Chan, Jet Li, e uno in particolare colpì Coleman: Swordsman II con Jet Li del 1992.
Rob spiegò il suo ragionamento: “Questi ninja iniziano a volare, e in quel momento ho pensato ‘boop’, ora riesco a vedere Yoda”. Ed è da lì che nacque l’ispirazione per creare quella scena.
Da quella scintilla, il team della ILM reinventò i movimenti di Yoda usando i principi del cinema di arti marziali classico e del combattimento anime stilizzato, enfatizzando velocità, verticalità e imprevedibilità. Non si trattava solo di rendere Yoda veloce o spettacolare; si trattava di tradurre un Jedi filosofico e saggio in una forza cinetica e agile capace di affrontare credibilmente un avversario come il Conte Dooku.
Una delle principali ispirazioni visive fu la celebre postura da combattimento di Bruce Lee. Yoda incarna esattamente quell’energia proprio prima di accendere la sua spada, un momento che sconvolse le platee e che segnalò che quello non sarebbe stato il solito duello Jedi.
Alla fine, ciò che era iniziato come un concetto vago, descritto come “uno scontro che sfida ogni descrizione”, è diventato uno dei momenti più memorabili nella storia di Star Wars. Tutto questo è accaduto perché George Lucas ha abbracciato il caos, la ILM ha lasciato spazio alla creatività, e Ahmed Best aveva la collezione perfetta di film e anime.
La scena:
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