Voto: 5.5/10 Titolo originale: Athena , uscita: 09-09-2022. Regista: Romain Gavras.
Athena: la recensione del film di guerriglia urbana di Romain Gavras (su Netflix)
23/09/2022 recensione film Athena di Marco Tedesco
Il regista francese allestisce un incredibile e virtuosistico spettacolo visivo che soffoca le importanti tematiche di fondo non valorizzandole come era lecito sperare
Forte di una ‘strategia visiva’ ambiziosa e di un commento politico esile, Athena deflagra ma poi si affievolisce, con le sue immagini spesso sorprendenti che vengono lentamente affossate da idee confuse e da un’aria di autocompiacimento. Al suo terzo lungometraggio, il regista francese Romain Gavras lancia un assalto alle questioni più scottanti del suo paese, tra cui la brutalità della polizia e la disuguaglianza sistemica, con la forza contundente di una molotov, solamente una delle armi utilizzate nel corso di questo thriller urbano tanto avvincente quanto frustrante incentrato su una rivolta che attraversa le banlieue di Parigi.
Con molte delle scene coreografiche girate in piano sequenza (o, almeno, così parrebbe), il film si presenta al pubblico come un monito urgente sui mali sociali moderni, anche se le sue pirotecniche emozioni sono meno persuasive delle loro controparti tecniche.
Presentato a in concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, Athena – che in Italia finisce dritto su Netflix senza passare, purtroppo, dai cinema – è una specie di war drama che dovrebbe riuscire senza problemi a stupire soprattutto per la maestria con cui sono state realizzate le sue lunghe e frenetiche sequenze ‘single-take’.
All’inizio della storia, una tragedia ha colpito ancora una volta la Francia: un altro giovane è stato ucciso scelleratamente dalle forze di polizia locale.
La scena d’apertura stabilisce bene l’approccio di Athena e il suo conflitto centrale: il fedele militare Abdel (Dali Benssalah), fratello della vittima, Idir, partecipa a una conferenza stampa, che subisce un’imboscata da parte dei manifestanti guidati dal fratello minore di Abdel, Karim (l’esordiente Sami Slimane), dando il via prima a una rivolta e poi a una vertiginosa fuga in furgone da parte di Karim e dei suoi compagni, il tutto girato in piano sequenza.
I disordini trasformano così presto un progetto abitativo dei sobborghi (la ‘Athena’ del titolo) in una vera zona di guerra, mettendo fratello contro fratello nelle ore successive.
Da Birdman a 1917, ci sono stati memorabili esempi recenti dell’estetica del ‘one-take’ e, man mano che il pubblico acquisisce familiarità con tale virtuosismo, c’è la tentazione di distrarsi cercando di capire come Romain Gavras (Le Monde est à toi) e il direttore della fotografia Matias Boucard abbiano realizzato i loro sorprendenti movimenti.
Tuttavia, è un merito di tutte le persone coinvolte se Athena riesce a emanare un’energia mozzafiato insieme alla sua ineccepibile abilità tecnica. La colonna sonora operistica di GENER8ION non fa che aumentare il senso di Armageddon imperante, mentre gli inseguimenti in auto e i febbrili scontri tra manifestanti e forze dell’ordine si susseguono con apparente caotica imprevedibilità. Eppure, Romain Gavras ha un saldo controllo sul suo caos orchestrato, con un’eruzione di colori, suoni e movimenti a volte sbalorditiva.
Per tutta la sua abilità cinematografica, tuttavia, Athena inizia di contro a perdere slancio una volta che la corsa iniziale lascia il posto alla narrazione vera e propria. Abdel è sconvolto dall’uccisione del fratello, ma è determinato a seguire i protocolli legali in modo che gli assassini di Idir siano assicurati alla giustizia, mentre l’irascibile Karim vuole semplicemente radere tutto al suolo (hanno un terzo fratello, un criminale di nome Moktar, interpretato da Ouassini Embarek, che è più allineato con il modo di pensare di Karim).
Ma poiché né Abdel né Karim sono personaggi ben definiti, il loro conflitto appare come una mera occasione per la spettacolarizzazione visiva di Romain Gavras. Ancora più deludente è il fatto che, mentre Athena accenna a un possibile colpo di scena e tende al didascalico nella sua esplorazione del modo migliore per affrontare la disuguaglianza, i fratelli diventano portavoce di punti di vista politici contrastanti anziché individui ricchi di sfumature.
Di conseguenza, il film – scritto da Romain Gavras, Ladj Ly (che ha vinto il Premio della Giuria di Cannes 2019 per Les Miserables) e Elias Belkeddar – funziona meglio come uno spettacolo action sfacciato e coinvolgente che come un thriller politico che faccia riflettere.
Dali Benssalah è imponente nel ruolo del combattuto Abdel, che ha dedicato tutta la sua vita a essere un soldato onorevole, ma è in lotta tra la devozione alla sua famiglia e la sua vacillante convinzione che lo Stato possa fare del bene nel mondo.
Quando Athena fa compiere ad Abdel una mossa inaspettata, l’attore dona un’intensità iperbolica alla sorprendente svolta degli eventi. Eppure, l’impegno tempestoso di Dali Benssalah non fa che sottolineare ciò che manca ad Athena, che troppo spesso scambia l’istrionismo per un dramma ad alto tasso di tensione.
Non si può mettere in dubbio la serietà dell’intento di Romain Gavras, né l’ansia da Apocalisse imminente di un regista che vede la Francia come una polveriera pronta a esplodere per le divisioni razziali e di classe. Tuttavia, poiché Athena vive così spesso di queste ‘botte di energia’, il film comincia a sembrare un cartone animato piuttosto che un fervente campanello d’allarme.
Il regista cerca di essere provocatorio con il suo finale, distribuendo ordinate ironie drammatiche che si prestano a teatrini da quattro soldi. Tuttavia, per quanto Athena sia affascinante nella sua travolgente ferocia, resta un peccato che i suoi temi di fondo non siano affrontati in modo altrettanto perfezionista.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Athena, nel catalogo di Netflix dal 23 settembre:
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