Home » Cinema » Sci-Fi & Fantasy » Bigbug: la recensione del film di fanta-satira di Jean-Pierre Jeunet (su Netflix)

Voto: 5.5/10 Titolo originale: Bigbug , uscita: 11-02-2022. Budget: $14,000,000. Regista: Jean-Pierre Jeunet.

Bigbug: la recensione del film di fanta-satira di Jean-Pierre Jeunet (su Netflix)

11/02/2022 recensione film di Marco Tedesco

Dopo un lungo silenzio il regista francese torna sulle scene con un'opera solo parzialmente efficace

bigbug film jeunet 2022 netflix

Quando il francese Jean-Pierre Jeunet si affacciò sulle scene con Delicatessen nel 1991, non solo venne rapidamente riconosciuto come uno dei debutti alla regia più promettenti dell’ultimo decennio, ma fece anche qualcosa di raro: riuscì a catturare la fragilità sociale e politica del periodo attraverso un’opera di finzione.

Delicatessen si svolgeva in una metropoli distopica del prossimo futuro in cui il cibo scarseggiava e i più disperati facevano ricorso al cannibalismo. Nel secolo passato non si può dire ci sia stata carenza di film distopici, ma Delicatessen si distinse dalla massa portando sullo schermo un mondo che satireggiava efficacemente sulla crescente avidità politica generale, attraverso una sensibilità sardonica e surrealista piuttosto unica.

bigbug film poster 2022Ecco perché, quando si è diffusa la voce che Jean-Pierre Jeunet stava collaborando con Netflix per una misteriosa fanta-comedy basata sull’Intelligenza Artificiale, è stata a tutti gli effetti una notizia eccitante.

Ambientato nel 2050, Bigbug immagina un futuro in cui l’umanità ha cooptato le I.A. come amici, partner romantici, aiutanti e qualsiasi altra cosa. La situazione prende però una piega oscura, però, quando un sottogruppo di robot chiamato Yonyx tenta di ‘estirpare’ improvvisamente l’umanità dalla faccia del pianeta, costringendo i ‘mecca’ buoni a rinchiudere diligentemente gli esseri umani nelle loro stesse case per la loro ‘protezione’.

Nel mezzo di questa faida troviamo un eccentrico cast di personaggi, bloccati dentro un’abitazione contro la loro volontà: Alice (Elsa Zylberstein), il suo amante Max (Stéphane de Groodt), il suo ex marito Victor (Youssef Hajdi), la sua amante Jennifer (Claire Chust), i loro figli, una vicina ficcanaso e un robot tuttofare di nome Monique (Claude Perron).

Si tratta di una premessa avvincente e il ritmo del film è abbastanza sostenuto da far avanzare costantemente l’azione e coinvolgere lo spettatore. Ma mentre Delicatessen era riuscito a creare un nuovo, originale tipo di film distopico, specialmente nei suoi personaggi sfumati e nelle loro complicate motivazioni, Bigbug purtroppo cade rapidamente nel regno del prevedibile.

Fin dall’inizio, non sembra infatti prendere troppo sul serio se stesso o il suo messaggio. E sebbene questo non sia intrinsecamente uno svantaggio, nel caso di Bigbug ne mina i potenziali significati più profondi. Assistiamo a questo ‘auto-sabotaggio’ principalmente in un cast di personaggi archetipici e iper agitati. Jennifer, ad esempio, è una millennial piagnucolona e materialista la cui reazione isterica a cose banali, come il non poter partire per una vacanza di lusso, la riduce al solito cliché stanco di un’adolescente.

Anche Victor non è altro che un tipico divorziato altezzoso e assetato di soldi, come quelli che abbiamo visto un milione di volte prima. Forse la cosa più terribile, tuttavia, è la mancanza di sfumature nei robot, che sono sostanzialmente esseri stravaganti e sterili, o cattivi alla maniera dei villain della Disney. Sebbene Jean-Pierre Jeunet stia chiaramente tentando di prendere in giro una certa tipologia di individui – e a volte lo fa con successo – il suo impulso a cadere negli stereotipi gli impedisce di dire qualcosa di nuovo su di loro.

bigbug film 2022 netflixUn simile problema nasce dalla premessa stessa di Bigbug. Il film segue una narrazione abbastanza semplice: c’è una rivolta delle Intelligenze Artificiali, che porta a uno scontro di ingegno tra I.A. buona, I.A. cattiva e umani. L’ilarità e il caos si susseguono in modi imprevedibili (non tutti sono come sembrano …) e coinvolgenti (chi non vorrebbe vedere qualcuno che cerca di estrarre l’occhio di un robot con un raggio laser?).

Ma mentre uno spettatore potrebbe aspettarsi che Bigbug giunga a una conclusione più ampia riguardo al complesso rapporto dell’uomo moderno con la tecnologia, non ci viene mai offerto nient’altro che la solita vecchia risoluzione del “la gente è troppo ossessionata dai dispositivi elettronici”.

Allo stesso modo, si potrebbe sperare di ricevere una sorta di ipotesi su cosa significhi essere ‘umani’, e sebbene il film lambisca la premessa che l’uomo sia più complesso di quanto potrebbe mai essere la tecnologia, i personaggi non hanno abbastanza profondità per insegnarci quella stessa lezione.

Alla fine dei titoli di coda viene quasi spontaneo chiedersi non solo cosa stia cercando di dire quest’opera, ma anche a chi sia rivolta. A conti fatti, Bigbug non è solo moralmente confuso, ma anche tonalmente nebuloso. Parte di questo può essere ricondotto alle sue esibizioni, che spesso oscillano tra la serietà e la ‘teatralità’. Parte, inoltre, può essere ridott0 all’impianto visivo generale. I suoi luminosi colori pastello, l’aspetto elegante, asettico, animato e la CGI intendono trasportare il film verso lidi futuristici o misteriosi; in realtà, lo fanno sembrare più un videogioco infuso di zucchero filato, molto in ritardo anche rispetto a Black Mirror.

bigbug film netflix 2022 jeunetNonostante la strana estetica di Bigbug, però, ci viene spesso ricordato che questo è davvero il lavoro di un visionario. Jean-Pierre Jeunet porta in vita il suo infernale carnaio suburbano con la prevedibile grande perizia, attraverso case decorate in stile metà del ‘900 da un designer assai estroso – e come dimenticare un robot con le sembianze di Albert Einstein che si muove su zampe di aracnide? I ‘mecca’ vantano anche innovazioni creative: un interruttore sotto un’unghia; mani che si adattano ad aprire lattine e a montare gli albumi d’uovo.

Se solo Jean-Pierre Jeunet avesse instillato nella sua storia e nei suoi personaggi un po’ più di quell’ingegnosità, allora Bigbug avrebbe potuto garantire 110 minuti di maggior spessore. Così quel che resta è soltanto una visione vagamente soddisfacente, che lascia un retrogusto di occasione mancata.

Di seguito trovate il teaser trailer internazionale (con sottotitoli in italiano) di Bigbug, nel catalogo di Netflix dall’11 febbraio: