Titolo originale: Jurassic World: Fallen Kingdom , uscita: 06-06-2018. Budget: $170,000,000. Regista: J. A. Bayona.
Colin Trevorrow: “Vi svelo le 6 regole per girare il film di Jurassic perfetto”
13/06/2018 news di Redazione Il Cineocchio
Il regista di Jurassic World e sceneggiatore di Il Regno Distrutto ha parlato degli ingredienti segreti per realizzare un blockbuster di successo
Il 7 giugno è arrivato nei nostri cinema l’atteso (almeno per qualcuno) Jurassic World – Il Regno Distrutto, quinto capitolo della saga sui dinosauri inaugurata dal capostipite di Steven Spielberg del 1993 che ci ha lasciato però parecchio perplessi (la nostra recensione). Il nuovo sequel diretto da Juan Antonio Bayona (The Orphanage) è il secondo tassello della trilogia reboot, di cui peraltro sta per cominciare la produzione dell’ultimo titolo, che vedrà tornare dietro alla macchina da presa Colin Trevorrow, già regista di Jurassic World del 2015 e sceneggiatore (fatto di cui non essere poi così fieri …) di tutti e tre i film del riavvio.
“Forte” di questo titolo, il filmmaker ha svelato in una recente intervista di avere 6 regole precise che gli hanno permesso di raggiungere il grande risultato ottenuto da JW e JW2 (almeno al box office …). Qualcuno, dubbioso del livello di coerenza e sensatezza dei copioni dei suddetti lungometraggi potrà certo domandarsi a bassa voce se non sarebbe stato meglio evitare di incensarsi, visto che non c’è molto da apprendere sull’arte affabulatoria o sull’abilità narrativa dagli script di Trevorrow.
Tuttavia, noi non siamo così pignoli, e comunque sia è interessante addentrarsi nel pensiero del suddetto per capire da qual metodo scaturiscano tali crogioli di eccentricità.
Che abbiate già visto o meno Jurassic World – Il Regno Distrutto e, ancor più, che ne abbiate apprezzato o meno la trama e lo svolgimento, sorge comunque spontanea una certa curiosità. Trovate quindi di seguito le 6 regole di Colin Trevorrow e le annesse riflessioni:
1. Trattare i dinosauri come normali animali
Provare a guardare ai dinosauri come animali. Credo che gli animali possano essere creature che si amano e [al contempo possano essere] terrificanti e spaventosi. Penso che possano essere i nostri più grandi amici e il più terribile pericolo. Ed essere in grado di costruire questo tipo di dinamica permette di non sapere di chi ci si possa fidare. E per me ciò risulta assai più interessante che avere solo dei mostri di cui si ha paura.
2. Avere un eroe in cui potersi riconoscere
Un eroe ha bisogno di un livello di “relazionabilità” che discende dalla sua vulnerabilità. Mi piacciono gli eroi che sanguinano e gli eroi che sono complessi e che si confrontano con dubbi affini a quelli che ha la maggioranza di noi, a volte anche nelle nostre quotidianità. Noi tutti ci immaginiamo come eroi in certi momenti. Se si potesse collegare ciò all’avventura in cui si è proiettati in un film di dinosauri, ciò sarà di conseguenza sarà interessante per il pubblico.
3. Non dimenticare il /i cattivo /i
Abbiamo molti antagonisti. In realtà io considero i cattivi in Il Regno Distrutto, e invero per entrambi i film di Jurassic World, di natura umana, sia l’avidità delle aziende che quella personale negli affari, e gli esseri umani che vi prendono parte.
Ho trovato qualcosa di speciale nel nostro franchising, e cioè che abbiamo sia eroi umani e che villain umani. I dinosauri, per me, non sono cattivi. Sono animali che possono ricadere indistintamente in entrambe le tipologie. Intendo, sono i predatori, e così via, è vero, ti mangeranno pure, ma un predatore non pensa sempre a quanto sia affamato. Hanno anche paura per la loro sopravvivenza, e quindi il grande vulcano minaccia tutti quanti laggiù. Si metteranno a correre, proprio come fanno gli esseri umani.
E credo avremo l’opportunità di gettare umani e dinosauri nel medesimo pericolo condiviso in Il Regno Distrutto, cosa che non abbiamo visto in nessun altro contesto. Amo i momenti come questo, quando due fazioni opposte scompaiono di fronte a una minaccia più grande rispetto a quanto lo siano l’una per l’altra.
4. Creare una serie non-stop di pericoli
Io, come molti altri registi che hanno ricevuto questa responsabilità, studio cosa sia il cuore di un film e quali siano le sue necessità in una trilogia. Jurassic World – Il Regno Distrutto è [una situazione di] pericolo non-stop, e i personaggi [Chris Pratt e Bryce Dalla Howard] se la danno a gambe praticamente per tutto il tempo, e questo è un elemento che quando si ripensa a L’Impero Colpisce Ancora (The Empire Strikes Back), quando si pensa alle pellicole che hanno davvero funzionato … i protagonisti erano con le spalle al muro dall’inizio alla fine.
Abbiamo voluto lasciare il pubblico in un punto dove non c’è un cliffhanger. Ci sembrava che questo fosse un film completo, che esistesse come una storia a sé stante, e tuttavia la gente vorrebbe sapere che cosa potrebbe accadere dopo. E questo è un equilibrio davvero difficile da raggiungere.
5. Essere responsabile, mentre intrattieni
Cerco di non fare un film con una morale, ma penso che siano inerenti alla storia che stiamo raccontando alcune domande concrete circa la nostra responsabilità verso gli altri esseri viventi del pianeta. E abbiamo messo molti di loro in situazioni di pericolo. L’ultimo maschio di rinoceronte bianco è appena morto. Questa è una responsabilità dell’uomo. E abbiamo avuto – come specie – un grande impatto su questo pianeta, quindi è necessario discutere su che cosa possiamo fare per correggere questi errori.
6. Coinvolgere Steven Spielberg
Il primo film [Jurassic World] era basato su un insieme di idee che lui stesso aveva avuto e credo che il film fosse al servizio della sua visione. E in Jurassic World – Il Regno Distrutto ha permesso a Derek [Connolly] e a me di scrivere una storia originale e condurla dove volevamo andare, e credo che uno dei vantaggi del primo film, avendolo realizzato in quel modo, è che ci ha dato un po’ di spazio per renderlo un maggiormente stimolante, di [avere maggiore] risonanza e di prenderci qualche rischio, senza incrinare le fondamenta che Steven Spielberg e Michael Crichton costruirono.
Secondo la mia percezione è come se stessimo entrando in un giardino creato da altri prima di noi e noi dobbiamo piantare un paio di semi di piante solo nostri. Si spera che il tutto crescerà in qualcosa di ulteriore.
Certo non si può dire che Jurassic World e Jurassic World – Il Regno Distrutto non si discostino dall’originale del 1993, ma se andiamo ad analizzare i punti professati da Colin Trevorrow e li confrontiamo al risultato finale, c’è qualcosa che stride, specie nel secondo. L’eroe ‘realistico’ in cui impersonificarsi risulta quasi grottesco se pensiamo al duo di protagonisti che, dopo una catastrofica eruzione vulcanica, immersioni in acque gelide in apnea, una fuga clandestina, senza cibo né acqua per giorni, sono sempre perfettamente in forma, pettinati e profumati (e non dimentichiamoci i tacchi della Howard nel primo JW …).
Però hanno dubbi come ognuno di noi, già. In ogni caso, c’è da dire che i risultati al botteghino danno ampiamente ragione al regista/sceneggiatore.
In attesa del terzo film, qui sotto trovate un paio di clip di Il Regno Distrutto:
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Fonte: BFI