Voto: 6.5/10 Titolo originale: Death of a Unicorn , uscita: 28-03-2025. Regista: Alex Scharfman.
Conclave (2024): la recensione del film papale di Edward Berger
22/12/2024 recensione film Death of a Unicorn di Marco Tedesco
Ralph Fiennes brilla in un ruolo intenso e complesso in un'opera che intreccia dubbi di fede e intrighi politici
C’è una scena iniziale in Conclave, intricato e sorprendentemente carico di suspense thriller diretto da Edward Berger (Niente di nuovo sul fronte occidentale), in cui il Cardinale Decano Thomas Lawrence (interpretato da Ralph Fiennes, al culmine delle sue capacità) si rivolge al Collegio Cardinalizio con un discorso che precede le prime fasi della campagna e delle votazioni per eleggere il nuovo Papa.
Una parte di questo discorso — un appello ai valori liberali e alla diversità nella Chiesa — viene interpretata come l’inizio riluttante della candidatura di Lawrence al papato. Ma l’aspetto più interessante del discorso è quando affronta un tema apparentemente antitetico alla fede religiosa: il dubbio. Lawrence sottolinea l’importanza dell’incertezza in un Papa, sostenendo che un Pontefice dovrebbe essere qualcuno che “pecca, chiede perdono e va avanti,” qualcuno che dubita. Per Lawrence, infatti, se non ci fosse il dubbio, non ci sarebbe bisogno di fede.
È proprio questo nucleo di dubbio e incertezza a dare vita alle parti migliori di Conclave e al cuore della performance di Fiennes. L’ironia dietro il suo discorso è che, pur venendo percepito come una mossa politica, Lawrence non vuole diventare Papa, tormentato da una crisi di fede e dalla sua incapacità di articolare una preghiera. In diverse scene, quando gli viene chiesto di pregare, il silenzio e la riluttanza di Lawrence creano una tensione palpabile. Sono questi momenti, in cui il film si concentra sui conflitti intrinseci della fede anziché sulla politica dell’elezione, a renderlo davvero affascinante.
Come dramma politico, Conclave si trova a fare i conti con le dinamiche del mondo contemporaneo (nonostante il romanzo di Robert Harris, da cui è tratto, sia del 2016). Il film si sforza di rimanere rilevante in un panorama politico sempre più polarizzato: da un lato, liberalismo e inclusione; dall’altro, un ritorno a valori tradizionali, talvolta potenzialmente dannosi. Questo emerge chiaramente in un incontro tra Lawrence e il Cardinale Bellini (Stanley Tucci), in cui quest’ultimo dichiara: “Questa è una guerra. E devi scegliere da che parte stare.”
Da un lato del dibattito per il papato ci sono Lawrence e Bellini, nessuno dei quali sembra particolarmente desideroso del ruolo. Dall’altro, i più tradizionalisti e conservatori Cardinali Tremblay (John Lithgow, con una performance di malizia sottile) e Tedesco (Sergio Castellitto).
Tedesco ha un momento di verità nel terzo atto, quando le tensioni sotterranee emergono in un evento che simbolicamente (e letteralmente) scuote il Conclave. Sebbene la politica della pellicola offra spunti interessanti, la sua esplorazione rimane superficiale, e spesso le dinamiche tra i cardinali, pur tese e ben costruite, sembrano più mosse su una scacchiera che qualcosa di veramente sostanziale.
Anche il linguaggio visivo di Conclave suggerisce una maggiore attenzione ai suoi dettagli interni: la natura stessa del Conclave, la presenza silenziosa ma onnipresente delle Suore (guidate da Isabella Rossellini, in un ruolo apparentemente piccolo ma significativo), l’intimità cupa degli ambienti. Guardare il film dà la sensazione di essere testimoni di qualcosa di proibito, persino sacro.
Quando la cinepresa si mantiene a distanza, osservando i rituali sociali e religiosi di questi uomini, Conclave riesce a esplorare il lato malleabile e ambiguo della fede: non solo il conforto e l’amore che può offrire, ma anche quanto facilmente possa essere strumentalizzata per dividere e ferire.
Il film non nasconde le proprie simpatie politiche e, più si va avanti, più questa presa di posizione sembra necessaria. Tuttavia, Conclave si dimostra incapace di esprimere una posizione chiara sulla fede stessa. Potrebbe essere un bene: affermare una certezza assoluta avrebbe minato ciò che rende il film più interessante a livello tematico, anche se questo viene a costo di un approccio semplificato alla politica.
C’è una scena nel terzo atto che tenta di unire le due anime del film — il thriller politico e il dramma sulla crisi di fede. Senza rivelare troppo, questo momento crea un dialogo imperfetto ma ben intenzionato su cosa la fede dice della politica e cosa la politica dice della fede. In definitiva, Conclave dà il meglio di sé quando esplora le incertezze di uomini afflitti dal dubbio in stanze debolmente illuminate, ma vacilla quando cerca di uscire dal mondo isolato del Conclave e di portare il suo messaggio alla luce.
Di seguito trovate il trailer italiano di Conclave, nei cinema dal 19 dicembre:
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