La protagonista di Offspring e The Woman esordisce dietro alla mdp per un terzo film molto ambizioso e pregno di contenuti, ma tonalmente altalenante e irrisolto
È probabile che, fino allo scorso anno, il nome di Pollyanna McIntosh fosse noto solamente tra gli appassionati di un certo horror indipendente. La sua partecipazione – nei panni dell’inquietante Jadis – alle ultime due stagioni della serie The Walking Dead ha però cambiato la situazione e, forse, il suo debutto alla regia ora con Darlin’, presentato in anteprima mondiale al SXSW di Austin, passerà meno inosservato al ‘grande pubblico’. Successore ‘spirituale’ più che ‘sequel’ in senso stretto di The Woman e di Offspring (Andrew van den Houten), è un film che potrebbe spiazzare le aspettative che chi aveva amato le due selvagge opere ispirate ai romanzi dello scrittore americano Jack Ketchum.
Darlin’ nasconde tuttavia un ‘segreto’, che la costringe a rigettare alla fine la ‘Donna’ come macabra figura materna. Un incidente con un’ambulanza separa poi la coppia, con la ragazzina che viene ricoverata nell’ospedale cattolico di St. Thaddeus. Lì, un infermiere gentile, Tony (Cooper Andrews), decide di prendersi cura dell’insolita nuova arrivata, anche se gli amministratori della struttura hanno ben altri piani per lei. Un vescovo connivente (Bryan Batt) vede infatti Darlin’ come il ‘miracolo’ di cui ha bisogno per impedire alla Chiesa di chiudere la sua scuola per ragazze orfane. Se riuscirà a riabilitare e ricivilizzare Darlin’, sicuramente tutta la città ne parlerà. Il vescovo ricatta quindi sorella Jennifer (Nora-Jane Noone), una ex tossicodipendente ed ex custode dell’orfanotrofio, affinché lo appoggi nel suo piano e insieme gettano le basi per il successo, assicurandosi che una telecamera sia sempre pronta a documentare la clamorosa trasformazione di Darlin’. Nel frattempo però, la rabbia si fa sempre più crescente nella ‘Donna’ (ancora Pollyanna McIntosh), bramosa di riunirsi alla figlia surrogata e non si fermerà davanti a nulla pur di riuscirci.
Nel 2009, Offspring si era sostanzialmente rivelato un semplice film cannibalico. Due anni dopo, The Woman aveva aggiunto brividi cerebrali a quelli viscerali introducendo terrificanti considerazioni sulle dinamiche familiari ‘deformate’. Se per entrambi il messaggio finiva per essere relativamente semplice e immediato, Darlin’ presenta tuttavia maggiori problemi di interpretazione e fruizione, saltando senza soluzione di continuità tra il dramma, la commedia grottesca e la satira sociale inzuppata nel sangue. Come conseguenza di questa altalena di toni destabilizzante è difficile discernere quanto della serietà e della pseudo ilarità messe sullo schermo siano stati accuratamente progettati e quanto siano dovuti al caso.
Ancora più ambivalente è la sorella Jennifer di Nora-Jane Noone (The Descent – Discesa nelle tenebre). Anche se il favoreggiamento verso il superiore è dovuto a un vago ricatto, non esprime mai apertamente grande avversione per la situazione fino a molto in là nel film, quando è troppo tardi per una svolta morale credibile ed efficace. Come Billy, un’eccentrica orfana che fa amicizia con Darlin’ mostrandole come infrangere le rigide regole della scuola, Maddie Nichols (la serie TV The Purge) emerge allora come l’eroina che non ci si aspetta, almeno al pari della curiosa e imprevedibile Lauryn Canny e della sempre ferale Pollyanna McIntosh che osserva nel buio, bilanciando dolcemente la simpatica sfrontatezza e la tipica vulnerabilità prepuberale per aggiungere cuore al doloroso coming-of-age che coinvolge le ragazze orfane.
Tornando sul tema più lapalissiano del lungometraggio, l’aperta ‘condanna’ del cattolicesimo da parte di Darlin’ mira più a mettere in discussione la sua invadente presenza all’interno delle istituzioni che la religione stessa. La regista gestisce questa satira senza problemi (un compito piuttosto facile, visti gli ultimi accadimenti in terra americana), pur appoggiandosi su stereotipi come i preti pervertiti e le suore che danno sberle punitive sulle mani. In ogni caso, le sferzate arrivano generalmente più ridondanti che offensive.
In definitiva, Darlin’ è un’opera prima ambiziosissima: mescola generi disparati, dall’horror ‘impegnato’ ora tanto in voga alla leggerezza tipica degli slasher; esplora il risveglio psicologico, sessuale e spirituale di una ragazzina e pone domande sull’essere umano e il suo posto nel mondo moderno. Attacca la Chiesa e il sistema sanitario statunitense e ci sottopone le vite di uno stuolo di donne ‘ai margini’ che occupano posizioni e ruoli diversi nella società. Ma è troppo poco coeso e, soprattutto, irrisolto, anche se Pollyanna McIntosh è sicuramente sulla strada buona.
Di seguito il trailer internazionale di Darlin’, al momento ancora senza data di uscita: