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Titolo originale: Darlin' , uscita: 11-09-2019. Regista: Pollyanna McIntosh.

Darlin’ | La recensione dell’horror di Pollyanna McIntosh (SXSW 2019)

24/03/2019 recensione film di William Maga

La protagonista di Offspring e The Woman esordisce dietro alla mdp per un terzo film molto ambizioso e pregno di contenuti, ma tonalmente altalenante e irrisolto

darlin' film horror 2019

È probabile che, fino allo scorso anno, il nome di Pollyanna McIntosh fosse noto solamente tra gli appassionati di un certo horror indipendente. La sua partecipazione – nei panni dell’inquietante Jadis – alle ultime due stagioni della serie The Walking Dead ha però cambiato la situazione e, forse, il suo debutto alla regia ora con Darlin’, presentato in anteprima mondiale al SXSW di Austin, passerà meno inosservato al ‘grande pubblico’. Successore ‘spirituale’ più che ‘sequel’ in senso stretto di The Woman e di Offspring (Andrew van den Houten), è un film che potrebbe spiazzare le aspettative che chi aveva amato le due selvagge opere ispirate ai romanzi dello scrittore americano Jack Ketchum.

Darlin.jpgIn comune hanno infatti sostanzialmente il personaggio della ‘Donna’ (e di Darlin’ nel caso dei due più recenti), quindi, anche se quello del 2011 può fungere in un certo senso da ‘prologo’, non è essenziale averlo visto per capire cosa stia succedendo ora. Gli altri ricorderanno invece che al termine del film diretto da Lucky McKee, l’adolescente del titolo (interpretata qui da Lauryn Canny) era poco più di una bambina che veniva condotta verso il tramonto – e verso una vita lontana dalla civiltà – dalla neo mamma surrogata che aveva massacrato la sua famiglia ‘indegna’. Dopo 10 anni passati allo stato brado in compagnia di una cannibale, la giovane ne ha naturalmente assorbito le ‘qualità’, imparando a comunicare esclusivamente a grugniti.

Darlin’ nasconde tuttavia un ‘segreto’, che la costringe a rigettare alla fine la ‘Donna’ come macabra figura materna. Un incidente con un’ambulanza separa poi la coppia, con la ragazzina che viene ricoverata nell’ospedale cattolico di St. Thaddeus. Lì, un infermiere gentile, Tony (Cooper Andrews), decide di prendersi cura dell’insolita nuova arrivata, anche se gli amministratori della struttura hanno ben altri piani per lei. Un vescovo connivente (Bryan Batt) vede infatti Darlin’ come il ‘miracolo’ di cui ha bisogno per impedire alla Chiesa di chiudere la sua scuola per ragazze orfane. Se riuscirà a riabilitare e ricivilizzare Darlin’, sicuramente tutta la città ne parlerà. Il vescovo ricatta quindi sorella Jennifer (Nora-Jane Noone), una ex tossicodipendente ed ex custode dell’orfanotrofio, affinché lo appoggi nel suo piano e insieme gettano le basi per il successo, assicurandosi che una telecamera sia sempre pronta a documentare la clamorosa trasformazione di Darlin’. Nel frattempo però, la rabbia si fa sempre più crescente nella ‘Donna’ (ancora Pollyanna McIntosh), bramosa di riunirsi alla figlia surrogata e non si fermerà davanti a nulla pur di riuscirci.

Nel 2009, Offspring si era sostanzialmente rivelato un semplice film cannibalico. Due anni dopo, The Woman aveva aggiunto brividi cerebrali a quelli viscerali introducendo terrificanti considerazioni sulle dinamiche familiari ‘deformate’. Se per entrambi il messaggio finiva per essere relativamente semplice e immediato, Darlin’ presenta tuttavia maggiori problemi di interpretazione e fruizione, saltando senza soluzione di continuità tra il dramma, la commedia grottesca e la satira sociale inzuppata nel sangue. Come conseguenza di questa altalena di toni destabilizzante è difficile discernere quanto della serietà e della pseudo ilarità messe sullo schermo siano stati accuratamente progettati e quanto siano dovuti al caso.

darlin' film 2019 pollyannaPassata dietro alla mdp – e alla sceneggiatura – dopo anni di onorata carriera nel ‘genere’, Pollyanna McIntosh sceglie, con mano sicura e evidente amore per questo universo, di dare corda ai membri del suo cast, lasciando che ciascuno scelga di interpretare il proprio personaggio in modo naturale. Così, Bryan Batt (12 anni schiavo) ritrae il Vescovo come una sfacciata caricatura di un fanatico religioso ossessionato dai media e reso ‘folle’ dalla sua stessa dottrina. L’incarnazione assolutamente sopra le riga si adatta perfettamente alla parodia, ma non renderlo maggiormente sfumato lo fa apparire talvolta fuori luogo. Cooper Andrews (anche lui nel cast di TWD), raffigurando il tipico ragazzotto di buon cuore, è il personaggio a cui il pubblico si affeziona più rapidamente, emanando un’empatia semplice e classica. Tuttavia, lo script non si preoccupa mai di approfondire davvero il suo improvviso affetto per Darlin’.

Ancora più ambivalente è la sorella Jennifer di Nora-Jane Noone (The Descent – Discesa nelle tenebre). Anche se il favoreggiamento verso il superiore è dovuto a un vago ricatto, non esprime mai apertamente grande avversione per la situazione fino a molto in là nel film, quando è troppo tardi per una svolta morale credibile ed efficace. Come Billy, un’eccentrica orfana che fa amicizia con Darlin’ mostrandole come infrangere le rigide regole della scuola, Maddie Nichols (la serie TV The Purge) emerge allora come l’eroina che non ci si aspetta, almeno al pari della curiosa e imprevedibile Lauryn Canny e della sempre ferale Pollyanna McIntosh che osserva nel buio, bilanciando dolcemente la simpatica sfrontatezza e la tipica vulnerabilità prepuberale per aggiungere cuore al doloroso coming-of-age che coinvolge le ragazze orfane.

darlin' pollyanna film vescovoSe il gore giustamente non manca (le uccisioni abbondano in sequenza nella prima metà), la violenza espressa è molto meno grezza e ficcante dei precedenti capitoli della ‘trilogia’. Darlin’ preferisce puntare il dito sulle molestie sessuali, l’emarginazione, l’abuso di potere e i dogmi fuorviati, che tuttavia rischiano di essere soverchiati dai momenti più comici e grotteschi, dei quali non è chiarissima la portata dell’incidenza che volesse effettivamente dar loro Pollyanna McIntosh (si vedano ad esempio l’immotivata uccisione da parte della ‘Donna’ di un clown nel reparto pediatrico dell’ospedale o dei suoi ‘ululati’ mentre cerca comprendere la sua prima corsa in macchina).

Tornando sul tema più lapalissiano del lungometraggio, l’aperta ‘condanna’ del cattolicesimo da parte di Darlin’ mira più a mettere in discussione la sua invadente presenza all’interno delle istituzioni che la religione stessa. La regista gestisce questa satira senza problemi (un compito piuttosto facile, visti gli ultimi accadimenti in terra americana), pur appoggiandosi su stereotipi come i preti pervertiti e le suore che danno sberle punitive sulle mani. In ogni caso, le sferzate arrivano generalmente più ridondanti che offensive.

In definitiva, Darlin’ è un’opera prima ambiziosissima: mescola generi disparati, dall’horror ‘impegnato’ ora tanto in voga alla leggerezza tipica degli slasher; esplora il risveglio psicologico, sessuale e spirituale di una ragazzina e pone domande sull’essere umano e il suo posto nel mondo moderno. Attacca la Chiesa e il sistema sanitario statunitense e ci sottopone le vite di uno stuolo di donne ‘ai margini’ che occupano posizioni e ruoli diversi nella società. Ma è troppo poco coeso e, soprattutto, irrisolto, anche se Pollyanna McIntosh è sicuramente sulla strada buona.

Di seguito il trailer internazionale di Darlin’, al momento ancora senza data di uscita: