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Voto: 8/10 Titolo originale: The Omega Man , uscita: 01-08-1971. Regista: Boris Sagal.

Dossier | 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra di Boris Sagal, come ti contestualizzo Matheson

21/03/2021 recensione film di William Maga

Nel 1971, Charlton Heston era il solitario protagonista di un adattamento che rileggeva in chiave contemporanea il romanzo fanta-horror Io sono leggenda

1975 occhi bianchi film

Risale ormai a sessant’anni fa la pubblicazione del romanzo fanta-horror, in breve tempo divenuto un classico, Io sono leggenda (A Am Legend) di Richard Matheson (il nostro approfondimento). Forse, la maggior parte della gente lo conoscerà per via dell’omonimo film con Will Smith del 2007, che vedeva la star vagare per le strade deserte di una Manhattan post-apocalittica intento in una battaglia contro un esercito di mostri a metà strada tra i vampiri e i mutanti. Eppure, molto prima, un altro ‘ultimo uomo della Terra’ era apparso al cinema, l’uomo ‘Omega’ di The Omega Man, distribuito in Italia col titolo 1975: occhi bianchi sul pianeta Terra (e prima ancora, nel 1964, era arrivata la trasposizione di Ubaldo Ragona e Sidney Salkow).

Interpretato da Charlton Heston, questo film di fantascienza del 1971 ha molto per cui essere ricordato, nonostante la grande dose di ingenuità che lo permea. Sebbene chiunque li abbia visti tutti e tre lo possa facilmente confermare che nessuno degli adattamenti cinematografici di Io sono leggenda sia riuscita a catturare la vera essenza del racconto originale, è stato 1975: occhi bianchi sul pianeta Terra a discostarsi più marcatamente dal lavoro di Richard Matheson.

1975OcchibianchisulpianetaTerra.jpgIl libro del 1954 raccontava la solitaria storia di Robert Neville. L’uomo è l’unico essere umano rimasto immune a una tremenda piaga che ha spazzato via la maggior parte del resto dell’umanità, con le uniche altre persone rimaste in giro che sono state trasformate in creature simili a vampiri che gli danno la caccia ogni santa notte, proprio come lui dà la caccia a loro mentre dormono durante il giorno.

La prima versione cinematografica di Io sono leggenda, L’ultimo uomo della Terra, venne distribuita esattamente un decennio dopo, con Vincent Price nel ruolo di protagonista, ma la produzione italoamericana a basso budget (e in bianco e nero) non aveva incontrato il favore di pubblico e critica. Tuttavia, sia il testo di partenza che l’influenza del film con Price divennero evidenti negli anni successivi, con il regista George A. Romero che arrivò persino a citarli entrambi come una delle sue principali fonti di ispirazione per il seminale La notte dei morti viventi. Che, naturalmente, è stato il punto di partenza dell’intero sottogenere horror con gli zombie così come lo conosciamo oggi.

Guardando L’ultimo uomo della Terra insieme al film di Romero, uscito quattro più tardi, è così evidente che le figure sfuggenti e simili a cadaveri che strisciano fuori dalla casa di Neville sono in effetti state un’ispirazione diretta per il cult del 1968. Le mani in cerca di qualcuno da afferrare attraverso le finestre sbarrate vengono filmate e replicate quasi esattamente, e anche il cupo finale di La notte dei morti viventi segue l’esempio del film con Vincent Price. E senza La notte non ci sarebbe stato L’alba dei morti viventi, o le colonne sonore di film e i fumetti di zombi e le storie che si sono susseguite … come The Walking Dead.

Ma tornando a 1975: occhi bianchi sul pianeta Terra, beh … quella è stata tutta un’altra cosa. Arrivato nei cinema appena sette anni dopo L’ultimo uomo della Terra, si tratta di una produzione hollywoodiana fatta e finita, distribuita dalla Warner Bros. e interpretata dal solo e unico Charlton Heston. La superstar stava al tempo attraversando la sua fase fantascientifica, avendo già girato un film e mezzo della saga di Il pianeta delle scimmie prima di fermarsi per una sosta nella desolata Los Angeles nei panni dell’uomo ‘Omega’ e poi ripartire alla scoperta di 2022: i sopravvissuti nel 1973 (la recensione).

1975 occhi bianchi pianeta filmDiretto dal veterano della televisione Boris Sagal, 1975: occhi bianchi sul pianeta Terra può essere visto oggi come un’enorme influenza sul genere post-apocalittico. La prima metà abbandona sullo schermo Charlton Heston, mentre spende le sue giornate girovagando per una L.A. abbandonata, sterminando branchi di mutanti a colpi di mitraglietta e guardando lo stesso medesimo film ancora e ancora e ancora. Ma è completamente e disperatamente solo, svuotato e sul punto di perdere la testa.

Di notte, Neville deve rifugiarsi all’interno della sua casa, dove tiene a portata di mano un curioso mix di armi e di pezzi d’arte dal valore inestimabile. Perché quando arriva l’oscurità della sera, emerge infatti La Famiglia, vera innovazione della sceneggiatura per quanto concerne i vampiri di Io sono leggenda e L’ultimo uomo della Terra. Guidate dal Matthias di Anthony Zerbe, queste creature albine sono tutto ciò che resta dell’umanità, mostri mutati che ora evitano la tecnologia … poiché è stata proprio la tecnologia, sotto forma di guerra batteriologica, a distruggere la civiltà.

A parte la loro avversione per la luce del sole, non c’è niente di particolarmente vampiresco nel gruppo di Matthias, il che li allontana anche dai non morti simil-ghoul di L’ultimo uomo della Terra e dagli abomini in CGI del film del 2007. Sono fondamentalmente umani, il che a volte consente un dialogo tra Anthony Zerbe e Charlton Heston mentre i due espongono le rispettive opposte visioni del mondo. “Abbiamo ripulito e purificato il suo mondo“, dice Matthias. “Ora dobbiamo costruire.” E Neville risponde: “Bare. Questo è tutto ciò di cui avrete bisogno.”

1975 occhi bianchi pianeta terra filmLa Famiglia che brucia i libri, simile a una setta, è certamente una variazione originale dei mostri tradizionali di questa storia. Anche il loro nome richiama – inevitabilmente – la ‘Famiglia’ di Charles Manson, le cui gesta nel 1971 erano senza dubbio ancora ben fresche nella mente del pubblico. La cosa divertente è che vediamo in un flashback come Matthias fosse un conduttore televisivo prima della pandemia, il che implica che anche un membro duro e puro del ‘vecchio ordine mondiale’ avrebbe potuto improvvisamente mutare e conformarsi ai brontolii più oscuri del movimento anti-establishment dell’epoca (gli ‘sporchi hippy’ che volevano il sangue dell’Uomo, un concetto per alcuni forse anche più spaventoso dei vampiri allora).

Alla fine, Neville scopre di non essere l’unico sopravvissuto alla mortale piaga. Incontra l’aforamericana Lisa (Rosalind Cash), la leader di un piccolo gruppo composto principalmente da bambini che sono stati infettati ma non sono ancora mutati. E il sangue di Neville, che contiene l’insperata cura, è la loro unica speranza.

Lisa e Neville sviluppano – come prevedibile – una storia d’amore, che sembra improbabile data la differenza di età e di vedute tra il l’uomo, ormai sulla cinquantina, e la giovane donna. Ma ehi, dopotutto è la fine del mondo! Inoltre, l’aspetto interrazziale di questa relazione era sicuramente spigoloso in quel momento storico. La comparsa Rosalind Cash ravviva anche un po’ 1975: occhi bianchi sul pianeta Terra. La sua interpretazione schietta e senza fronzoli apporta infatti un certo livello di leggerezza agli accadimenti altrimenti inquietanti del film.

Allo stesso tempo, però, Lisa riflette anche molto il pensiero del 1971, in quanto è stata chiaramente ‘progettata’ per riflettere il movimento Black Power. In effetti, si può avvertire anche una certa corrente sotterranea di tensione razziale in 1975: occhi bianchi sul pianeta Terra, sebbene emerga principalmente nella forma del luogotenente di Matthias, che nutre ancora rancori trascinatesi dal ‘vecchio mondo’. In una scena particolarmente memorabile, si riferisce alla roccaforte di Neville come a un “paradiso per visi pallidi“.

1975 occhi bianchi pianeta terra film charltonIn questo modo, possiamo vedere come 1975: occhi bianchi sul pianeta Terra sia allo stesso tempo datato e tuttavia ancora molto rilevante a circa 40 anni dalla sua realizzazione. Relazioni razziali, paura della tecnologia, paranoia per le pandemie globali e altro ancora alimentano il film. Ah ​​sì, c’è anche il simbolismo religioso esagerato. Seguono SPOILER.

Caratterizzato da un finale deprimente e ad effetto, in linea con quei tempi ma pure con la produzione sci-fi di Charlton Heston, gli ultimi momenti di 1975: occhi bianchi sul pianeta Terra vedono Robert Neville essere ucciso da Matthias … ma non prima che abbia salvato Lisa e il suo gruppetto con il suo prezioso sangue. Boris Sagal e il protagonista ci van giù pesanti con immagini che rimandano palesemente a Gesù Cristo, sistemando Neville in una posa da crocifissione in modo così preciso che anche un vampiro timoroso della croce non poteva non farci caso. Sì, il sangue di Neville ci salverà tutti.

In definitiva, 1975: occhi bianchi sul pianeta Terra resta un esemplare abbastanza unico nel suo sottogenere, indossando con orgoglio il suo stile tipicamente anni ’70. Eppure, la combinazione di una premessa potente, di alcune immagini inquietanti, di una colonna sonora riconoscibile e vivace ad opera di Ron Grainer e la maestosa presenza di Charlton Heston aiutano il film a superare le buche lungo la strada. Lo stesso Robert Neville lo conferma: “Di sicuro non fanno più film del genere”.

Di seguito trovate il trailer internazionale di 1975: occhi bianchi sul pianeta Terra:

Fonte: IGN