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Voto: 8/10 Titolo originale: Bullitt , uscita: 17-10-1968. Budget: $5,500,000. Regista: Peter Yates.

Dossier: Bullitt di Peter Yates, 55 anni di inseguimenti a tutto gas

02/02/2023 recensione film di Marco Tedesco

Nel 1968 Steve McQueen era il protagonista di un poliziesco ricco di azione e tensione, tra gli apici del genere ancora oggi ineguagliati

bullitt film 1968 inseguimento

A cinquantacinque anni dall’uscita, si può dire che Bullitt sia ormai passato dalla status di ‘piccolo film rispettabile’ in stile Rapina a mano armata di Stanley Kubrick a ‘classico’ stampato nella memoria collettiva. È semplicemente uno degli action più emozionanti e intelligenti degli anni ’60 (e non solo), probabilmente il miglior poliziesco di quel decennio.

Quando il regista Peter Yates girò Rapina al treno postale l’anno precedente, aveva impressionato tutti non solo per la sua sicurezza nel gestire la dettagliata logistica delle scene d’azione, ma anche per la sua particolare arte nel comprendere i minimi dettagli per riuscire a dare profondità ai personaggi.

Con Bullitt ha a disposizione un’eccezionale sceneggiatura di Alan R. Trustman e Harry Kleiner e la presenza della superstar Steve McQueen, al suo meglio nel ruolo principale di un detective della polizia senza compromessi. E il risultato finale è proporzionato agli ingredienti.

La violenza sullo schermo è tra le più brutalmente realistiche mai viste fino ad allora, ma è isolata in brevi momenti scioccanti che sono comunque funzionali alla storia piuttosto che tesi a sacrificarla, mentre una clamorosa sequenza di inseguimento lunga ben 11 minuti è eccitante ancora oggi almeno quanto la seconda corsa delle bighe del kolossal Ben Hur (e non a caso gli valse – tra le altre – l’Oscar per il Miglior montaggio nel 1969).

bullitt film poster 1968Bullitt offre quel tipo di ambiziose trovate che pochi altri film osa(va)no promettere senza però rinunciare per questo alla sua razionalità o all’integrità. Contro ogni aspettativa iniziale, inoltre, incassò oltre 40 milioni di dollari al box office interno a fronte di un budget di appena 4, dimostrandosi una scommessa ampiamente ripagata dal pubblico.

Steve McQueen è semplicemente Bullitt, un giovane tenente detective di San Francisco che viene incaricato dal capitano Simon Oakland di proteggere Pat Renella, un gangster di Chicago che deve testimoniare contro il sindacato in un’imminente udienza della sottocommissione del Senato per conto di Robert Vaughn, un politico determinato il cui credo si riassume nella frase “L’integrità è qualcosa che si vende al pubblico”.

Quando dei sicari irrompono nella stanza d’albergo dell’Embarcadero in cui è nascosto Renella, sparando a lui e al giovane assistente di McQueen, interpretato da Carl Reindel, Vaughn arriva in ospedale, con i fotografi al seguito, deciso a salvare la faccia ad ogni costo e a documentare le prove del suo pubblicizzato “testimone a sorpresa” per la commissione.

Esercitando l’autorità del suo incarico, Steve McQueen si propone di scoprire allora l’accordo di Vaughn con il testimone e di rintracciare gli assassini, nascondendo il fatto che il testimone è in realtà già morto in seguito a un intervento chirurgico.

Ripercorrendo le tracce del morto, Steve McQueen scopre così di aver sorvegliato l’uomo sbagliato, ne apprende l’identità e infine cattura il vero criminale, Victor Tayback, in un inseguimento che lo condurrà tra i fuggiaschi dell’aeroporto di San Francisco.

Durante la citata sequenza di inseguimento di 11 minuti all’inizio del film, il protagonista è alternativamente inseguito da – e insegue – la coppia di killer, saltando letteralmente sui cordoli e sui dossi delle vie strette e perpendicolari della città, perdendo pezzi di automobile durante il percorso attraverso collinette e avallamenti, travolgendo camion e ostacoli, il tutto filmato ad altissima velocità e culminando con un’esplosione spettacolare quando il veicolo dei criminali sfonda le pompe e i serbatoi di una stazione di servizio e quello di Steve McQueen scivola tra le corsie di un’autostrada trafficata.

Anche in mezzo a questo montaggio mozzafiato, punto cruciale della sempre brillante fotografia in Technicolor di William A. Fraker e del lavoro di ‘taglia e cuci’ di Frank P. Keller, Peter Yates riesce a inserire brevi frammenti che documentano la fondamentale decenza e preoccupazione del personaggio di Steve McQueen, un duro senza consapevole sacrificio di umanità.

bullitt film 1968 steveAl di là dello specifico compito assegnatogli, la star di Bullitt è in grado di trasmettere la stessa profondità di complessità nelle reazioni sui primi piani durante le scene più concitate, esaltando il senso dell’azione brutale non meno efficacemente delle intimidazioni politiche e delle manovre legali opportunistiche che costituiscono la fredda minaccia operata nelle sue tattiche da Robert Vaughn.

Nonostante la sua lunga permanenza televisiva tra i buoni (I magnifici sette), Robert Vaughn in Bullitt risulta particolarmente convincente e abile nella sua fredda malvagità, capace di lanciare una minaccia letale con poco più di una parola punteggiata da un abbassamento delle palpebre.

La violenza di Bullitt spruzza poi l’aria di sangue in un momento esplosivo, che scaglia un bersaglio contro un muro per l’impatto, forse più realisticamente convincente di quanto sia necessario per rendere chiaro il punto, anche se sempre emotivamente e drammaticamente solido.

E se qualche spettatore potrebbe reagire con risatine gioiose durante la rapida scena dell’esplosione dell’hotel, quando la mdp si posa sulla carne cruda della gamba del giovane alla fine della sparatoria, di contro potrebbe pure portarsi le mani al volto in segno di fastidio durante un dettaglio completamente incruento del massaggio cardiaco in ospedale. Insomma, reazioni sconnesse nonostante gli intenti del regista fossero probabilmente quelli di descrivere tali situazioni nel modo più ‘sensibile’ e ‘neutro’ possibile.

Jacqueline Bisset appare brevemente – ma efficacemente – nel ruolo della fidanzata di Steve McQueen, incomprensibilmente respinta quando viene improvvisamente coinvolta nella brutta realtà che è la di lui esistenza quotidiana. Peter Yates e Steve McQueen aggiungono un momento delicato e rivelatore a questa sequenza, semplicemente facendo fare al protagonista un passo per oscurare il suo campo visivo nella stanza del motel dove trovano il corpo garrotato della moglie del malavitoso.

bullitt film 1968 bissetAltre scene silenziose della vita fuori servizio di Steve McQueen, le soste in un negozio di alimentari del quartiere per raccogliere pile di cene surgelate da trangugiare davanti alla TV, i dettagli incidentali dei suoi pochi momenti a casa, separano ulteriormente le due personalità di uomo isolato e di servitore delle legge integerrimo, nessuna delle quali ne nega la fallibilità, ciascuna vulnerabile a modo suo.

Don Gordon è infine eccellente nel ruolo del principale aiutante di Steve McQueen, mentre Victor Tayback, Paul Genge e Georg Stanford Brown si distinguono per la precisione delle rispettive caratterizzazioni chiave.

Chiudiamo con la colonna sonora di Lalo Schifrin, che pur essendo routinizzata secondo gli standard della sua pluriennale esperienza alla Universal, è importante nella sua applicazione a certe sequenze, in particolare quando copre l’incontro con Tayback all’aeroporto con l’anonima musica d’atmosfera romanticheggiante che fuoriesce da ogni altoparlante accompagnando gli innumerevoli drammi genuini che hanno luogo in qualsiasi terminal metropolitano.

Di seguito trovate la mitica scena dell’inseguimento di Bullitt:

Fonte: THR