Dossier: Il Gladiatore II e la storia segreta del religiosissimo sequel originario scritto da Nick Cave
24/11/2024 news di Redazione Il Cineocchio
Il cantante venne invitato da Russell Crowe a occuparsi dello script, ma il risultato venne considerato troppo assurdo
In questi giorni gli spettatori stanno tornando nel Colosseo per Il Gladiatore II di Ridley Scott, assistendo nuovamente allo spettacolo di guerrieri che combattono per la loro vita e per catturare l’attenzione di imperatori romani e di un pubblico arrabbiato.
È una sorta di WWE ambientata nel 200 d.C. Come il suo predecessore, vincitore di un premio Oscar, Il Gladiatore II racconta la storia di un eroe improbabile, proveniente da umili origini, che cerca una sanguinosa vendetta contro l’élite dell’Impero. In questo senso, Lucio, interpretato da Paul Mescal, non è poi così diverso da Massimo, il gladiatore originale portato sullo schermo da Russell Crowe.
Ma ciò che molti fan potrebbero non sapere è che inizialmente Massimo avrebbe dovuto essere il protagonista di questo seguito… nonostante la sua morte nel primo film.
Negli anni, ci sono stati diversi tentativi di realizzare un sequel del blockbuster del 2000, ma uno in particolare è diventato famoso per i suoi temi religiosi, un tratto distintivo del lavoro di Scott nel periodo post-Il Gladiatore. Tuttavia, questa sceneggiatura portava questi temi verso un’estrema e soprannaturale direzione.
Sì, c’è una sceneggiatura completa de Il Gladiatore II che avrebbe continuato la storia di vendetta di Massimo oltre la sua morte, oltre l’antica Roma, e contro un avversario improbabile… Gesù Cristo.
Nick Cave e l’idea di Massimo come “Cristo-Uccisore”
Tutto ebbe inizio con una telefonata tra Russell Crowe e il suo amico e connazionale australiano, il cantante rock Nick Cave.
Cave, noto per essere il frontman di Nick Cave and the Bad Seeds e per il loro successo “Red Right Hand,” si è sempre distinto per testi pieni di fuoco e fiamme da Vecchio Testamento. Intorno al 2001, Crowe, colpito dalla scrittura di Cave, gli chiese di “risolvere” un piccolo problema: come continuare la storia di Massimo nonostante fosse morto nel primo film?
La proposta di Cave, dal titolo provvisorio Christ-Killer, iniziava con Massimo che si risvegliava in un purgatorio oscuro, sulle rive di un oceano nero dove gli dèi romani morenti combattono tra loro.
Questi dèi, capricciosi e dispettosi, gli ordinano di uccidere Efesto. Nella tradizione greco-romana, Efesto è il dio del fuoco e della metallurgia, ma nella sceneggiatura di Cave, egli ha iniziato a diffondere il pericoloso messaggio del nuovo Dio cristiano monoteista. Per tornare a sua moglie nei campi Elisi pieni di grano, Massimo deve eliminare Efesto e fermare la diffusione del Cristianesimo.
Tuttavia, le cose si complicano ulteriormente: la moglie di Massimo è riuscita a implorare gli dèi di riportare in vita il loro figlio di sette anni. Questo porta Massimo a tornare a Roma vent’anni dopo la sua morte, dove si riunisce con il suo vecchio amico Juba (idealmente interpretato di nuovo da Djimon Hounsou) e con suo figlio Mario, ora un uomo adulto convertito al Cristianesimo, in un’epoca in cui Roma perseguita ferocemente i cristiani.
Massimo si trova coinvolto nella guerra tra i cristiani perseguitati e le autorità romane, scontrandosi con Lucius, ora un leader corrotto e simile a suo zio Commodo (Joaquin Phoenix). Lucius è particolarmente determinato a schiacciare il Cristianesimo dopo che sua madre Lucilla (Connie Nielsen) è stata lapidata a morte per la sua fede.
Massimo, deludendo le aspettative, non combatte mai direttamente contro Gesù. Tuttavia, tradisce gli dèi greco-romani addestrando Mario e i cristiani a combattere contro l’Impero, il che permette agli insegnamenti di Gesù di diffondersi. Per questo tradimento e per aver insegnato ai cristiani a usare la violenza invece della resistenza pacifica, Massimo è bandito dai campi Elisi. Al suo posto, gli viene donata l’immortalità come “guerriero eterno,” destinato a portare l’umanità verso una guerra perpetua.
Questo concetto culmina in un frenetico montaggio che mostra Massimo guidare eserciti non solo nell’Antica Roma, ma anche durante le Crociate, nella Prima Guerra Mondiale, e persino nelle giungle del Vietnam. La scena finale lo vede seduto a capo di un tavolo del Pentagono, intento a pianificare una guerra moderna con un laptop.
Perché non venne realizzato
“Non mi piace, amico,” fu il commento di Crowe, secondo quanto riportato. Cave, tuttavia, non si pente del suo lavoro. In un’intervista con il podcast WTF di Marc Maron, Cave ha definito la sua storia “un capolavoro assoluto,” scritto con totale libertà creativa proprio perché sapeva che non sarebbe mai stato prodotto.
Ridley Scott stesso, pur definendo la sceneggiatura “assurda,” ha ripreso alcuni elementi dell’idea di Cave per il nuovo Il Gladiatore II. Per esempio, la visione delle rive del fiume Stige, dove Lucius sogna l’anima della moglie defunta, rappresenta un riferimento diretto all’atmosfera cupa e mitologica proposta da Cave.
Il cuore emotivo de Il Gladiatore
Per quanto epico sarebbe stato vedere Massimo combattere contro Gesù, il cuore de Il Gladiatore è una storia più semplice e universale. È il racconto di un guerriero in lutto, motivato dalla forza, dall’onore, dalla famiglia e dall’amore. Mentre Ridley Scott continua a esplorare l’eternità con Il Gladiatore II, forse è meglio lasciare la storia di Massimo ancorata ai valori umani che hanno reso il primo film un classico immortale.
Di seguito – sulle note di No church in the wild di Jay Z e Kanye West – trovate il full trailer doppiato in italiano di Il Gladiatore II:
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