Titolo originale: The Fourth Kind , uscita: 05-11-2009. Budget: $10,000,000. Regista: Olatunde Osunsanmi.
Dossier: Il Quarto Tipo, un mockumentary modesto, ma con almeno una scena da brividi
12/12/2024 news di Redazione Il Cineocchio
Nel 2009 Milla Jovovich era al centro della 'storia vera' diretta da Olatunde Osunsanmi
Chi è affascinato dalle storie legate ai rapimenti alieni avrà quasi certamente visto il mokumentary Il Quarto Tipo (The Fourth Kind), diretto da Olatunde Osunsanmi nel 2009. Questo film esplora l’horror extraterrestre con un approccio sia investigativo che terrificante, trattando la storia alla base come se fosse reale.
Osunsanmi utilizza l’isolamento dell’Alaska come sfondo per un orrore ultraterreno, sfruttando le nostre paure degli “omini verdi” che, secondo recenti dichiarazioni governative americane, esisterebbero (si, più o meno, insomma … non proprio …). Gli incubi ancestrali legati alla paura dell’ignoto non sembrano quindi più valide oggigiorno.
Ad ogni modo, Osunsanmi distorce inquietantemente il realismo e la magia cinematografica, facendoci credere che ciò che vediamo sia effettivamente realmente accaduto. Certo, non è così, ma il regista e il suo team riescono sorprendentemente a farci dubitare. La scena che vogliamo evidenziare ora non è la più spaventosa nel senso tradizionale del concetto. È una sequenza “silenziosa,” ma proprio per questo, profondamente angosciante.
Il Quarto Tipo prende il nome dalle classificazioni di incontri ravvicinati con gli alieni di J. Allen Hynek e racconta ciò che viene descritto come un caso reale di rapimento alieno avvenuto a Nome, Alaska, nell’ottobre 2000.
Milla Jovovich apre il film assicurando agli spettatori che tutto ciò che vedranno è realmente accaduto. Nel film, interpreta la psicologa Dott.ssa Abigail “Abbey” Tyler. Ciò che vedremo sono presunte ricostruzioni, integrate da filmati di interviste della “vera” Abbey Tyler — interpretata dall’attrice Charlotte Milchard — inserite per dare maggiore effetto. È un mix di fumo negli occhi e specchietti per allodole, ma in fondo, non è questo ciò che Hollywood fa con stile da 100 anni?
Nel film, seguiamo Abbey mentre registra sessioni di ipnoterapia con pazienti che riferiscono di aver visto uno sguardo di un gufo bianco mentre dormivano, prima che delle creature entrassero nelle loro case. Abbey collega questi eventi all’omicidio di suo marito, avvenuto nell’agosto del 2000, e sospetta che queste persone possano essere state rapite, come lei stessa.
Registrazioni audio in lingua sumera e omicidi locali aumentano il senso di mistero e di pericolo, mentre gli scettici iniziano a sospettare proprio di Abbey. Alcuni pazienti iniziano a levitare e a parlare in sumero, dicendole di smettere di indagare. La tensione cresce: persone muoiono, oggetti appaiono nel cielo, ma Abbey è determinata a scoprire la verità, anche a costo della sua vita.
La scena che voglio esaminare nello specifico non è complessa, ma incredibilmente efficace. La mdp si concentra su un gufo bianco come la neve, ruotando di 360 gradi intorno a lui senza che il gufo distolga lo sguardo.
Il gufo presenta caratteristiche simili alle rappresentazioni comuni degli alieni dalla pelle grigia: grandi teste e occhi neri incavati. Il suo viso sembra quasi mostrare buchi neri al posto degli occhi, oscurati da ombre che ne amplificano il senso di oscurità. La sua testa è leggermente inclinata, e c’è qualcosa di innaturale nel suo aspetto.
Mentre la testa ruota, il corpo rimane immobile. È risaputo che i gufi possono ruotare la testa in modo impressionante, ma il tempo prolungato della rotazione — ben 20 secondi — è ciò che fa rabbrividire. Il gufo, o qualunque cosa sia, non smette di fissare. Perché? Cosa vuole?
Come potenziale alieno sotto copertura o mutaforma da un altro mondo, il suo comportamento è agghiacciante. E questo basta. È sufficiente per inquietarci.
Come noto, Il Quarto Tipo non vanta una grande reputazione — viaggia intorno al 20% su Rotten Tomatoes — ma va detto che ha il suo numero di ammiratori.
Certo, si potrebbe dire che l’idea delle ricostruzioni sia un po’ kitsch, ma è anche una devizione interessante nel sottogenere del found footage. Inoltre, alcune delle immagini del film riescono davvero a insinuarsi sotto pelle. In questo film, gli alieni non si limitano a rapire le persone: le possiedono, e questa possessione si accompagna a volti distorti e bocche spalancate che sputano parole strane in una lingua morta.
Non è un classico, ma qualche sano brivido lo regala. Inoltre, sono presenti attori del calibro di Will Patton ed Elias Koteas che interpretano se stessi interpretando qualcun altro. Mica poco.
Di seguito trovate la scena del rapimento da Il Quarto Tipo:
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