Doug Bradley su Hellraiser: “Sempre saputo che Pinhead era un uomo; pensai a un altro ruolo all’inizio”
25/04/2018 news di Redazione Il Cineocchio
L'attore che ha dato per anni volto al leader dei Cenobiti ha inoltre rivelato alcune scene 'alternative' pensate per i sequel
Hellbound: Hellraiser II – Prigionieri dell’Inferno (Hellbound: Hellraiser II), diretto da Tony Randel e scritto da Peter Atkins con l’insolito aiuto di Clive Barker (le dichiarazioni in merito) introduceva le origini di Pinhead. Come in molti saprete, l’iconico leader dei Cenobiti era in principio difatti un soldato durante la Prima Guerra Mondiale, che aprì la celebre Scatola di Lemarchand (conosciuta anche come il Cubo di Lemarchand, la Configurazione del Lamento o la Scatola del Dolore) divenendo quello che tutti conosciamo. Hellraiser III (Hellraiser III: Hell on Earth) di Anthony Hickox del 1992 inoltre, avrebbe dato alla sua forma umana un nome e un’ulteriore background. Nel recente Q&A sul film del 1989 allo Screamfest, Doug Bradley ha rivelato di essere stato tuttavia già a conoscenza che il suo personaggio fosse in realtà umano già ai tempi del primo Hellraiser, anche se non venne reso pubblicamente noto agli spettatori.
L’attore ha infatti dichiarato:
Durante Hellraiser, ero a conoscenza che Pinhead era stato in passato un uomo. Non sapevo chi e non sapevo quando. Non avevo discusso nessun dettaglio specifico della sua backstory con Clive [Barker] per Hellraiser, ma sapevo che era un essere umano. Ho usato questa informazione per ancorare due elementi: il primo, che tra le tante cose che ho percepito riguardo a Pinhead, il guardarsi allo specchio fosse [fonte di] malinconia e senso di smarrimento. L’ho collegato al senso di perdita della sua umanità che non riusciva a ricordare. Decisi che non riusciva a ricordare chi fosse stato, ma che avesse la consapevolezza di essere stato umano, un fatto che spiegava anche – ai miei occhi – la sua infinita fascinazione per gli esseri umani e per gli angoli oscuri e contaminati delle loro menti e anime.
Tornando invece a Hellraiser II, la versione umana del signore dei Cenobiti avrebbe potuto comparire più a lungo sullo schermo, in due ulteriori scene, sempre stando alle parole di Doug Bradley. La prima mentre il personaggio entrava per la prima volta in possesso della Scatola di Lemarchand:
[Si svolgeva] in un bazar indiano, per dimostrare che lui fosse in India. L’unica indicazione che ci fu fornita che fosse davvero in India era la voce di un ragazzo che parlava hindi alla radio e il fatto che indossasse un’uniforme tropicale.
Inoltre, Doug Bradley ha negato di aver quasi optato per un ruolo minore, quello di un fattorino, invece di incarnare Pinhead nel primo Hellraiser, e anzi ha confermato di essere sempre stato persuaso a incarnare il villain:
Per quanto io ne sapppia e per quanto mi ricordi, ho sempre avuto in programma di interpretare Pinhead.
Quando [il produttore] Chris Figg mi ha chiamato per dirmi: ‘Dobbiamo finalizzare la questione’, stavo già parlando con Clive di Pinhead e di chi lui fosse e blah blah blah. Chris disse: ‘C’è un altro ruolo disponibile’. Era quello del ragazzo che consegnava materassi. Quello che ho detto nell’intervista [in questione] è che c’è stato un momento in cui ho pensato: ‘Forse mi sarebbe utile apparire come me stesso sullo schermo‘. Quindi, andando alle successive audizioni, se mi avessero detto: ‘Ti ho visto in qualcosa di recente?’ io avrei potuto menzionare, ‘Oh potresti avermi visto nei panni del fattorino‘. Mi passò per la testa per pochissimo tempo, ma c’era sempre qualcosa in questo misterioso individuo con il capo ricoperto di spilli. Non ho mai avuto alcun dubbio e non ho fatto quella audizione. Non ho mai fatto l’audizione. Ne ho parlato una volta in un’intervista, ai tempi. Se potessi cambiare qualcosa nel passato, sarebbe quel momento.
Riguardo ai sequel, infine, avrebbero potuto prendere una direzione ben diversa, almeno nella descrizione di Pinhead, al posto delle storie delle origini al centro di Hellraiser III e di Bloodline. Lo sceneggiatore di Hellbound, Peter Atkins, ha difatti parlato di alcuni “film di Hellraiser in stile Il Padrino” e Doug Bradley ha ricordato un’altra versione della resurrezione di Pinhead post-Hellbound:
Pinhead veniva resuscitato su un altare in una chiesa e l’edificio stesso era la Scatola di Lemarchand.
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Fonte: BD