[esclusivo] Intervista a Marco Marra sul cortometraggio Devadasi
11/11/2016 news di Alessandro Gamma
Abbiamo fatto due chiacchiere con il giovane regista napoletano, tornato sulle scene con un'opera che si discosta nettamente dalle precedenti
A due anni dall’esordio con The Chair, il giovane regista napoletano Marco Marra è da qualche mese tornato sulle scene con un nuovo cortometraggio, Devadasi, affrontando questa volta un argomento più drammatico rispetto alle precedenti opere.
Questa la sinossi ufficiale:
Lei è una giovane donna costretta a prostituirsi in un angusto e buio sottoscala. Le fa visita un altrettanto giovane uomo la cui vita è priva di ogni forma di gioia. Le loro esistenze sono in bianco e nero ma il loro incontro, forse, le cambierà per sempre…
Abbiamo fatto una chiacchierata con Marra, che oltre ad averne curato ogni aspetto tecnico, recita anche nel film, per approfondire da dove è nata l’idea.
Le tue precedenti esperienze, i tre corti The Chair, Dernière, White Eyes sono tutti di genere horror. Come mai la scelta di concentrarti ora su una tematica sociale, su un dramma?
Il genere horror è sempre stato uno dei miei favoriti da spettatore e la scelta di esordire alla regia con opere della suddetta natura è stata frutto di un desiderio spontaneo. Il passaggio al dramma è certamente sinonimo di una voglia di affrontare non solo una serie diversa di tematiche ma anche di approcciarmi al lavoro del regista attraverso una diversa cifra stilistica. Ho cercato di dare un’impronta maggiormente autoriale a “Devadasi” rispetto ai suoi predecessori rendendolo frutto di una diversa maturità artistica, ma questo lascio che siano gli spettatori a stabilirlo.
Principiando dal titolo, Devadasi è un termine indiano per definire le donne che secondo la pratica induista vengono fatte sposare con la divinità, una sorta di sacerdotesse. Come si relaziona alla storia, la cui protagonista (Nicoletta Pane) sembra essere molto distante. È stato scelto in tale accezione o in quale?
Il titolo non va preso in maniera letterale ma piuttosto come un riferimento. “Devadasi”, letteralmente, significa serva di Dio e indica per l’appunto le donne che venivano date in sposa alla divinità del tempio. Con il passare del tempo queste giovani, inizialmente dedite alle arti e alla danza, diventarono delle vere e proprie prostitute e infatti attualmente la pratica è molto combattuta dalle autorità in India. In questo senso la protagonista del mio corto condivide con le devadasi un destino crudele che la vede costretta a vivere in un luogo dal quale non può andar via ed a prostituirsi.
Come mai la scelta di questa tematica? E’ ispirata a una vicenda reale?
Il corto non è ispirato ad una vicenda reale ma è frutto del semplice desiderio di raccontare una storia. Questa può essere vista attraverso diverse chiavi di lettura ma indubbiamente è presente la tematica della condizione femminile e quella dell’amore come “via di salvezza”.
Come mai la scelta della location, il Teatro di Contrabbando?
Cercavo un luogo che mi permettesse di giocare molto con le luci, che erano indispensabili per il connubio tra livello estetico e contenutistico che volevo imprimere all’opera, e il Te.Co., che era già stata la location delle riprese di “White eyes”, era assolutamente perfetto…
Si relaziona in qualche modo alla tradizione che dal Kammerspiel filmico ha trattato l’argomento della donna perduta, allocando peraltro la scena in ambienti chiusi e decadenti come in questo caso?
Si, l’obiettivo è appunto di mostrare la protagonista femminile in un ambiente angusto e freddo cercando di far si che lo spettatore possa ricavare non solo dalla recitazione, ma anche dal rapporto della protagonista con lo spazio, la condizione emotiva della stessa. La tematica della donna perduta è assolutamente centrale così come lo è quella dell’amore come completamento di due incompletezze. Due imperfezioni che insieme diventano perfezione.
Stai pensando anche a un lungometraggio magari?
Il tema è vastissimo e le tantissime cose che avrei da dire a riguardo non si esauriscono certamente nei 10 minuti di “Devadasi” quindi… un domani perché no?!
Stai già lavorando a nuovi progetti?
Attualmente sto lavorando a diversi progetti teatrali come attore ed è in post produzione una nuova webserie antologica, intitolata “Metropolitan Legends”, per la regia di Pietro Cinieri, in cui sarò protagonista di puntata. Ti dirò, ho anche un nuovo soggetto in cantiere che mi piacerebbe trasformare in un corto ma è ancora in fase embrionale… …staremo a vedere.
Vi lasciamo con il trailer di Devadasi:
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