[esclusivo] Intervista a Tiziano Carnevale sul western Twenty Dollars
01/10/2016 news di Alessandro Gamma
Abbiamo fatto due chiacchiere con il regista, parlando della sua ammirazione per le pellicole di Bud Spencer e Terence Hill e di come è riuscito a realizzare il suo omaggio alla coppia
Il western è un genere che a quanto pare sta vivendo una seconda giovinezza negli ultimi tempi. Da gennaio a oggi, solo per citare i casi più recenti, sono infatti usciti nelle The Hateful Eight, Brimston, In a Valley of Violence, I Magnifici 7 e tra poco arriverà la serie TV Westworld. E in Italia, patria dello spaghetti western? Come ben sappiamo, gli investimenti nel cinema di genere sono ben pochi, ma qualcosina comunque si muove nell’underground, come dimostra Tiziano Carnevale, che ha faticosamente portato avanti il suo omaggio alle pellicole di Bud Spencer e Terence Hill e realizzato un mediometraggio dal titolo Twenty Dollars, che vuole in qualche modo far sapere che anche dalle nostre parti c’è ancora chi si vuole impolverare gli stivali e fare a botte nei saloon dopo un bicchiere di whisky o un piatto di fagioli.
In occasione dell’arrivo online dell’opera, che trovate in chiusura, abbiamo fatto due chiacchiere con il suo autore, che ci ha raccontato un po’ come l’ha realizzata.
Come e perchè nasce Twenty Dollars? E perchè un mediometraggio e non un più ‘semplice’ corto?
Twenty Dollars nasce dal desiderio di rievocare un tipo di cinema comico farsesco stile Bud Spencer e Terence Hill. Sono cresciuto con i loro film e visto che il cinema attuale, non rievoca più quel genere ho avuto il coraggio di realizzare qualcosa di mio che rendesse omaggio alla coppia. In realtà tutto questo nasce da una triste storia.
Mio padre è venuto a mancare a maggio del 2015 con un brutta malattia. Proprio con lui ho conosciuto il western (anche se lui piaceva molto di più lo stile leoniano). Ho dedicato TD alla sua memoria. L’abbiamo proiettato in un cinema e devoluto l’incasso ad un associazione che lotta contro il cancro.
Ho scritto il soggetto e la sceneggiatura non calcolando i tempi di sviluppo, infatti la prima versione durava 38 minuti, quindi ho rimontato il tutto a 25 minuti circa per le normative stabilite dai concorsi. Ecco perchè nasce come mediometraggio. Ho passato parecchi anni della mia infanzia e anche della adolescenza guardando i film della coppia. Tutti avevano una morale diversa e una lezione di vita, film pieni di pugni ma non violenti e nè tantomeno volgari… Non credete sia geniale? Ero talmente affascinato che da bambino mi mettevo davanti all’ombra estraendo la pistola la facendola volteggiare e la rinfoderavo nella fondina, sperando un giorno di essere più veloce dell’ombra come Lucky Luke. Il brutto è poi diventare grandi, perchè si smette di sognare… ma nel mio caso continuo a farlo attraverso l’occhio della macchina da presa. Il cinema è la cosa più bella che l’uomo abbia mai inventano per trasformare i sogni di ognuno in una realtà. Che prima era in pellicola ed ora in digitale, ma comunque restano sogni.
Parlaci della tua passione per Bud & Terence. Sei mai riuscito a incontrarli?
Mi è capitato di incontrare Terence Hill durante le riprese di Don Matteo nel 2002 e gli portai un faldone di copertine, VHS, libri e quant’altro inerenti alla coppia. Mi feci autografare quasi tutto. Bud Spencer non sono mai riuscito a incontrarlo, veramente alcune volte proprio per qualche minuto e dopo qualche anno ho rinunciato. Comunque ho portato a casa i suoi autografi.
Come hai coinvolto l’attore e stuntman Ottaviano Dell’Acqua (che ha lavorato tra gli altri a Keoma e La vita, a volte, è molto dura, vero Provvidenza?) e come sono andate le riprese?
Lavoro saltuariamente nel mondo del cinema ed è proprio lì che incontrai Ottaviano Dell’ Acqua. Gli parlai del mio progetto e accettò subito di fare il cameo. Si sparse così tanto la voce che vennero ad aiutarmi persone che fanno cinema da molti anni come Arturo Montoro (parrucchiere della Taodue), Stefano D’Uffizio e Michele Pellegrini (elettricisti), Maurizio Corridori (effetti speciali) e Danilo Buccilli (scenografia). Ma ahimè le riprese erano già iniziate, loro comunque hanno fatto il possibile per aiutami lo stesso. Per questo il film è una fusione tra l’amatoriale e il professionale. Su un cast di 22 attori solo 7 erano professionisti il resto amici da una vita come Emiliano Fioravanti, che oltre ad essere produttore ricopre il ruolo di uno dei protagonisti principali nei panni di Doc. Girato in 8 domeniche tra dicembre 2015 a gennaio 2016 organizzando e gestendo una troupe di 32 persone al freddo e al gelo. Non dovevo interpretare io Travis ma non ho avuto scelta… Quei pochi ragazzi biondi e con gli occhi azzurri che sono venuti al casting non sapevano nemmeno chi fosse Terence Hill! Vorrei ringraziare tutti – e dico tutti – i 32 componenti della troupe, che sono stati bravissimi. Vorrei citare tutti, ma non avendo la possibilità consiglio di visitare la pagina di Twenty Dollars su Facebook. Siamo riusciti a regalare il DVD a Terence Hill, mentre per il povero Bud non ho potuto far altro che salutarlo in chiesa per l’ultima volta nel tristissimo giorno del suo funerale.
Ultimamente stanno uscendo parecchi western al cinema. Li hai visti? Cosa pensi di questi film e della nuova ‘esplosione’ del genere?
Non ci sono western moderni che mi hanno affascinato… Anzi, non sono all’altezza di quelli italiani del grande Sergio Leone. Quentin Tarantino non è assolutamente paragonabile a Leone, come ho sentito dire e ho letto da qualche parte. Si, sta esplodendo di nuovo il western, ma deve esplodere in Italia. Abbiamo insegnato al mondo intero a fare western e dobbiamo ricominciare a farlo… e sapete chi accenderà la miccia? L’unico regista in grado di farlo in Italia, Emiliano Ferrera.
Vi lasciamo con Twenty Dollars, buona visione:
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