Voto: 6.5/10 Titolo originale: Fixed , uscita: 13-08-2025. Regista: Genndy Tartakovsky.
Fixed, la recensione del film animato Rated R di Genndy Tartakovsky (su Netflix)
13/08/2025 recensione film Fixed - Un'ultima avventura di Gioia Majuna
Il regista unisce comicità greve e sentimento seguendo Bull nella notte prima della sua castrazione

Fixed – Un’ultima avventura di Genndy Tartakovsky è una rarità che non dovrebbe esistere e invece esiste: un lungometraggio d’animazione 2D tradizionale, Rated R, distribuito da Netflix, prodotto da Sony Pictures Animation, che usa la volgarità come miccia e un cane ansioso come detonatore.
La premessa è una scintilla perfetta per la commedia volgarotta: Bull (voce originale di Adam DeVine), meticcio iper-ormonale innamorato di Honey (Kathryn Hahn), scopre che i suoi umani vogliono “sistemarlo” e decide di vivere l’ultima, sfrenata notte prima del bisturi, trascinando con sé un branco di amici definiti in modo nitido (Rocco, boxer alfa con vulnerabilità doppiato da Idris Elba; Fetch, bassotto social-addicted; Lucky, beagle nevrotico).
Qui il film rivendica subito la sua linea: Fixed – Un’ultima avventura non è per bambini e lo dichiara con un lessico visivo e verbale che insiste su testicoli personificati, anelli “candeggiati”, humping a ripetizione e un bordello canino che mette in scena con disarmante naturalezza il personaggio intersex Frankie.
L’effetto è quello di un American Pie canino incrociato con La carica dei 101 di un universo parallelo, ma i riferimenti più sensati sono altri: il film si posa sull’asse Lilli e il Vagabondo × La 25a Ora, mentre a livello genealogico rilegge Ralph Bakshi (Fritz the Cat), Tex Avery e certa irriverenza alla South Park; eppure non assomiglia a Doggy Style: Quei bravi randagi (2023), perché Tartakovsky non cerca il realismo patinato né la CG lustrata, anzi: abbraccia il segno imperfetto e la fisicità del disegno a mano, trasformando la “rozzezza” in stile.
Da un lato c’è il film che promette: un flusso di gag sempre più sfrontate che, a differenza di molte shock-comedy, scalano d’intensità invece di esaurirsi dopo i primi minuti; dall’altro, c’è il film che consegna: un cuore emotivo sorprendentemente caldo che emerge proprio quando l’oscenità sembra aver occupato tutto il campo.
L’ “impresa” di Bull (salvare Honey, assumersi responsabilità, rimediare alle proprie idiozie) fa sì che la volgarità diventi un linguaggio per parlare di fragilità, vergogna, bisogno di amore; e in almeno un paio di momenti – fra cui un piano circolare con Bull e Honey che è un piccolo vertice d’animazione dell’anno – l’autore di Samurai Jack e Hotel Transylvania ricorda quanto sappia spingere il mezzo oltre il facile sberleffo.
La scrittura di Jon Vitti con Tartakovsky dosa botte e carezze, alternando punchline sguaiate a scarti teneri. Detto questo, la tenuta non è impeccabile: in più passaggi l’improvvisazione suona allungata, alcune battute sembrano ‘pianificate’, e l’ossessione ‘palle-culo’ finisce per creare ridondanza là dove la trasgressione avrebbe bisogno di varietà (chi spera nello scandalo assoluto scoprirà che, sotto la scorza, Fixed – Un’ultima avventura è più quadrato di quanto creda, miscelando calcolo e sfrenatezza).
Ma proprio nel suo paradosso – voler scioccare e insieme consolare – il film trova la sua identità: è un coming-of-age da castrazione che usa il cattivo gusto come specchio del desiderio e, quando conta, sceglie l’empatia.
Sul piano produttivo, la storia travagliata (sviluppo di lunga data, stop-and-go distributivi, “salvataggio” con approdo in streaming) diventa quasi metatesto: un passion project 2D che atterra in un ecosistema dominato dalla CG e dalla serialità, e che rivendica la forza della linea animata come gesto politico oltre che comico.
Funziona? Sì, se accetti la sua lunghezza d’onda: chi cerca l’animazione adulta “alla BoJack/Big Mouth” troverà un parente più viscerale e meno filosofico; chi vuole solo provocazione scoprirà momenti davvero spiazzanti (il bordello canino, le “muse pelose” Muschio Selvaggio e Napoleone che prendono la parola), ma anche una curva morale che richiede partecipazione; chi desidera artigianalità vedrà una squadra (Renegade, Lightstar) spremere il 2D con invenzioni che valgono il biglietto digitale.
Il bilancio, dunque, non è l’applauso cieco né la bocciatura moralista: Fixed – Un’ultima avventura è un prodotto divisivo e originale, intermittente e generosissimo, che fa ridere sporco, poi chiede scusa e ti abbraccia; non reinventa la sex comedy animata, ma la riaccende con un’autorialità netta e qualche lampo di grande cinema.
In fondo, Tartakovsky conferma la sua tesi: puoi insegnare nuovi trucchi a un cane arrapato – e magari, lungo la strada, ricordare al pubblico che la volgarità senza sentimento è solo rumore, mentre la volgarità con sentimento, a volte, sa dire la verità.
Di seguito trovate il teaser trailer internazionale di Fixed – Un’ultima avventura, su Netflix il 13 agosto:
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